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La Svizzera “dà rifugio a corrotti e corruttori”?

In Svizzera la corruzione privata dovrebbe diventare un reato perseguibile, anche d'ufficio se tocca interessi pubblici: la modifica del Codice penale è stata discussa dalla Camera alta proprio nel mezzo del tormentone FIFA. Keystone

La Svizzera deve migliorare le disposizioni penali anti-corruzione. Su ciò quasi tutti sono d’accordo. Ma c’è grande divisione sulla natura dei cambiamenti. La Camera dei cantoni ha fatto un primo passo, più corto di quello proposto dal governo. Resta ancora aperto cosa deciderà la Camera del popolo.

I media l’avevano battezzata “Lex FIFA” già parecchio tempo fa, perché in buona parte è la concretizzazione di un’iniziativa parlamentareCollegamento esterno depositata nel 2010 dal deputato socialista Carlo Sommaruga in seguito a casi di corruzione in seno alla Federazione internazionale di calcio. Per pura coincidenza, la proposta di modifica del Codice penale relativa alle disposizioni sulla corruzione è approdata sui banchi della Camera dei cantoni proprio nel bel mezzo della tempesta che scuote la FIFA e all’indomani dell’annuncio del ritiro del presidente Sepp Blatter.

Un vero reato punibile

Le innovazioni legislative su cui si è pronunciata mercoledì la Camera alta del parlamento elvetico hanno però una portata che va ben oltre la FIFA.

Attualmente la corruzione nel settore privato in Svizzera è perseguibile soltanto se comporta una distorsione della concorrenza e unicamente a querela di parte. Ciò significa che non si può agire penalmente nei casi di corruzione che non comportano una violazione della legge contro la concorrenza sleale, come per esempio in seno alle grandi federazioni sportive.

Se anche la Camera bassa approverà le modifiche adottate mercoledì dalla Camera alta, la corruzione privata sarà inserita nel Codice penale svizzero come reato a sé stante e sarà dunque perseguibile di per sé. Su questo principio, almeno tra i senatori, sono state vinte quasi tutte le resistenze degli ambienti economici che non vogliono intrusioni dello Stato nei rapporti interni delle aziende e che hanno sempre sostenuto che le disposizioni vigenti sono sufficienti.

“La Svizzera è tra i paesi con meno corruzione al mondo. Tuttavia, l’economia sempre più globalizzata, l’internazionalizzazione del nostro paese e l’accresciuta concorrenza hanno aumentato i rischi di corruzione privata anche da noi. Perciò dobbiamo adeguare le nostre norme a questa nuova situazione e colmare una lacuna nel codice penale svizzero”, commenta il senatore Fabio AbateCollegamento esterno.

D’ufficio, a condizione che…

Il GRECO raccomanda

In un rapporto di valutazione, nell’ottobre 2012, il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO), ha raccomandato alla Svizzera di perseguire d’ufficio, non soltanto su querela, la corruzione privata, per rafforzare l’efficacia delle relative norme penali. Norme che il GRECO ha riconosciuto conformi alla Convenzione penale sulla corruzione conclusa dagli Stati membri del Consiglio d’Europa.

D’altra parte nel rapporto si suggeriva di menzionare esplicitamente nelle disposizioni penali sulla concessione e l’accettazione di vantaggi anche i terzi che ne beneficiano, non soltanto i pubblici ufficiali.

La Svizzera è membro del GRECO dal 2006. Effettuando analisi reciproche dei Paesi, il GRECO ha il compito di sostenere e rafforzare la lotta contro la corruzione negli Stati membri.

(Fonte: Ufficio federale di giustizia)

La Camera dei cantoni si è però spaccata su un elemento chiave della proposta dell’esecutivo: far diventare la corruzione privata un reato perseguito d’ufficio. Con un solo voto di scarto, i senatori hanno deciso che se non è toccato o minacciato alcun interesse pubblico, il perseguimento ha luogo solo su querela di parte.

Secondo il senatore Robert CramerCollegamento esterno, con questa decisione “è stata praticamente tolta tutta la sostanza da una legge minima”. Il Verde ginevrino aggiunge: “Questa vicenda mi fa tremendamente pensare a tutto quel che è successo con il segreto bancario. Si era cominciato col dire che non c’era alcun problema. Poi le pressioni hanno continuato ad aumentare, finché alla fine abbiamo dovuto adottare tutta una serie di misure sotto pressioni internazionali”.

Per Fabio Abate, invece, “si sono così voluti escludere dagli automatismi i casi di lieve entità, al fine di evitare che la magistratura inquirente apra d’ufficio procedure penali per qualsiasi elemento di sospetto di avvenuta corruzione tra privati. Questi casi inonderebbero le scrivanie della magistratura inquirente e, dopo averla occupata in modo sproporzionato, alla fine inevitabilmente diventerebbero oggetto di abbandono”.

Alle critiche di coloro che fanno notare che in quasi tutti i paesi confinanti – Francia, Italia, Austria, – anche la corruzione privata è perseguita d’ufficio, il senatore ticinese replica che la Svizzera non sarebbe un cavaliere solitario con questa limitazione del perseguimento d’ufficio: “riprendiamo il modello della Germania, che è un paese con condizioni paragonabili alle nostre, ossia con poca corruzione”, precisa il liberale radicale.

Proteggere i whistleblower

Professore universitario di diritto penale, il deputato Daniel JositschCollegamento esterno ritiene che sarebbe invece più opportuno ispirarsi alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti che hanno leggi che proteggono bene i whistleblower, vale a dire coloro che sono suscettibili di portare alla luce i casi di corruzione all’interno di aziende o di organizzazioni. “Certamente la modifica delle disposizioni del Codice penale è un passo che va nella giusta direzione. Ma da solo questo passo non basta. È la terza volta in meno di vent’anni che in Svizzera viene cambiata la legge, ma se non si scoprono i casi di corruzione non serve avere una norma penale. Per lottare efficacemente contro la corruzione privata è indispensabile fare una legge che protegga i whistleblower”.

Ed è in questo campo che il deputato socialista zurighese intende fare la prossima battaglia insieme ai colleghi di partito. Benché ritenga che in Svizzera la corruzione non sia un fenomeno dilagante, Daniel Jositsch rileva che in realtà non si conosce la sua ampiezza. “Finora non è mai stata pronunciata alcuna condanna per corruzione privata. Questo non vuol dire che non esista. Vuol dire che non emerge. E anche nel settore pubblico si suppone che il 90% dei casi non venga alla luce”.

Nessuna minaccia di andarsene

Per Robert Cramer, “c’è una specie di paradosso: da un lato la Svizzera è riconosciuta dagli organismi internazionali come un paese poco corrotto, ma d’altro lato il quadro legale carente che abbiamo dà rifugio a corrotti e corruttori. Il caso di stretta attualità della FIFA è solo un esempio tra tanti. Dunque abbiamo bisogno di questa legge non solo per la Svizzera, ma anche per tutta una serie di attività internazionali, per esempio nel commercio delle materie prime, che si svolgono sul territorio svizzero”.

“È importante ricordare che federazioni e società internazionali non hanno scelto la Svizzera per eleggervi la sede perché c’era una lacuna nel codice penale”, ribatte Fabio Abate, puntualizzando che nessuna organizzazione ha minacciato di andarsene – “come ipotizzato da certe persone” – nel caso in cui fossero adottate norme più severe.

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