La campagna per la votazione dell'8 febbraio sull'accordo di libera circolazione delle persone è costata nove milioni di franchi a fautori e contrari, il 50% in più rispetto a quanto sborsato in passato per appuntamenti analoghi.
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Le somme investite per gli annunci sulla stampa svizzera sono superiori alla media, ha spiegato il direttore della Publicitas Georges von Csernatony, confermando una notizia diffusa venerdì sera dalla televisione svizzero-romanda (TSR).
Da settembre sono stati versati nove milioni di franchi nella campagna per la votazione dell’8 febbraio sul rinnovo dell’accordo di libera circolazione con l’Unione Europea e la sua estensione a Romania e Bulgaria. È tuttavia difficile chiarire quale dei due fronti abbia speso di più, perché i principali partiti politici, e le organizzazioni coinvolte, hanno le bocche cucite.
Tra i promotori, economiesuisse dichiara di aver investito «vari milioni» mentre il Partito liberale radicale (PLR) menziona una somma compresa tra 300’000 e 500’000 franchi. Secondo un’inadagine realizzata dalla stessa TSR, che ha censito gli annunci pubblicati in cinque quotidiani durante il mese di gennaio, i difensori della libera circolazione hanno speso di più, con una proporzione di annunci oscillante tra il 50 % e il 75 % del totale.
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