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Libia: governo conferma piano militare

Condannando le indiscrezioni giunte alla stampa, il Consiglio federale ha ufficialmente confermato lunedì che un'azione militare era stata ventilata per liberare i due ostaggi svizzeri trattenuti in Libia dal 2008. A detta del governo, tali "opzioni militari sono legittime".

Il Consiglio federale è stato informato nella seduta del 3 febbraio 2010 del fatto che era stata pianificata un’operazione militare per ottenere la liberazione di Rachid Hamdani e Max Göldi, ha reso noto la presidente della Confederazione Doris Leuthard, leggendo una dichiarazione del governo dinnanzi alla stampa a Berna. Dando seguito a questa informazione, i membri dell’esecutivo hanno chiesto un rapporto al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e al Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) per chiarire “da chi era partita questa iniziativa e chi era al corrente di questi piani”.

Il 15 marzo i due dipartimenti hanno presentato il rapporto al governo, il quale lo ha preso in esame nel corso della sua seduta del 22 marzo. Doris Leuthard non ha voluto fornire precisazioni su quanto discusso in quell’occasione dai membri dal Consiglio federale. “Per riguardo nei confronti degli ostaggi le discussioni e i relativi documenti sono stati classificati top secret”, si è limitata ad indicare la presidente della Confederazione. Neppure in futuro sono da attendere ulteriori informazioni, dal momento che rientrano nella sfera di sicurezza nazionale e potrebbero pregiudicare un’eventuale azione militare in casi simili.

“Il Consiglio federale considera in ogni caso giusto che venga esaminata anche un’opzione d’intervento militare in caso di presa d’ostaggi”, ha tenuto a sottolineare il collegio governativo. L’esecutivo chiede però ai dipartimenti interessati di essere informato immediatamente quando progetti di questo tipo vengono valutati. Per concludere, il Consiglio federale deplora le indiscrezioni rilasciate alla stampa, ricordando che costituiscono una violazione del diritto penale.

Nonostante il riserbo del governo, questa vicenda susciterà probabilmente nuove speculazioni e polemiche, dal momento che sembrano emersi ancora una volta problemi di comunicazione e di coesione all’interno dell’esecutivo. Problemi che erano già stati denunciati pochi giorni orsono dalle Commissioni di gestione delle Camere federali (CdG) nell’ambito di un rapporto sulla gestione della crisi UBS-USA da parte del Consiglio federale. Le CdG stanno attualmente preparando un rapporto sul comportamento del governo nell’ambito della crisi in corso da quasi due anni con la Libia.

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