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Raphael Comte, l’ultimogenito del senato

Raphael Comte, il più giovane senatore svizzero, non nasconde le proprie ambizioni Keystone

Il giovane neocastellano ha compiuto un'ascesa fulminea, che a 30 anni lo ha già portato a vestire i panni di senatore. Avrà la stoffa di un futuro uomo di stato? Per ora ha cominciato ad abituarsi a muoversi nel Palazzo federale, dove ha vissuto la sua prima sessione parlamentare nella Camera alta.

Sciarpa o cravatta, ma sempre rigata, camicie dalle tonalità primaverili, capelli impomatati e aria perbene. Nella sua nuova vita di senatore, Raphael Comte riprende il seggio del collega di partito Didier Burkhalter, eletto al governo federale lo scorso settembre.

In occasione dell’entrata alla Camera dei Cantoni del giovane liberale radicale neocastellano, tutta la stampa confederata ne ha schizzato il ritratto. Difficile dunque ignorare che abita ancora in parte da mamma e papà, che non fa politica per tradizione familiare, che non ha terminato gli studi di diritto o che non ha la patente di guida.

Gli aggettivi più sovente utilizzati dai giornalisti per definire il suo carattere sono “lavoratore” e “scialbo”. Caratteristiche che in passato sono spesso state attribuite al suo predecessore e che non sono tali da farlo sfigurare fra le teste canute della Camera alta, di cui è ora l’ultimogenito. Un ruolo al quale è peraltro già abituato.

Politico precoce

Il più giovane deputato del parlamento cantonale, poi il più giovane presidente dei radicali neocastellani: per Comte non sembra mai finire il tempo in cui si sente dire quanto è giovane per la carica alla quale è appena stato nominato. Ma quando gli viene rivolta la domanda sul “giovanismo”, risponde, un po’ sulla difensiva, che non è fautore “né del giovanismo, né del fatto che si dia importanza all’età”.

Eppure la sua designazione ha fatto arricciare il naso ad alcuni cacicchi dell’ex partito radicale neocastellano, racconta un giornalista al quotidiano L’Express, sottolineando che il nuovo PLR – nato dalla fusione, nel 2008, dei partiti liberale e radicale – deve molto a Comte.

La “fusionite acuta” è infatti uno dei suoi pallini politici. Oltre che in quella fra i liberali e i radicali, si è impegnato attivamente nel dossier delle fusioni comunali neocastellane. Ciò per “rafforzare l’efficacia”, una formula che ricorre molto spesso nei suoi discorsi.

Fusionista tecnocrate?

La mania delle fusioni spinge il tecnocrate al dirigismo? È almeno quanto gli rimprovera un altro giovane leone dell’arena politica del canton Neuchâtel. “Ha una vera visione sulle fusioni comunali. Ma abbiamo avuto un battibecco, poiché lui voleva imporle dall’alto tramite una votazione cantonale, mentre io difendevo l’idea di un plebiscito da parte della popolazione dei comuni interessati”, racconta Baptiste Hurni, vicepresidente del Partito socialista neocastellano.

Altro punto debole di Comte, secondo questo avversario politico, è la difficoltà di considerare tutti gli aspetti, in particolare quelli sociali di una problematica. “Si ha come l’impressione che valuti male le ripercussioni reali di un dossier politico. Gli manca l’esperienza professionale, di avere diretto un’azienda, avere avuto dei contatti con la realtà quotidiana della gente”, commenta Hurni.

“Nel parlamento cantonale ha votato sovente con l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice, Ndr.), soprattutto riguardo alla fiscalità, il risanamento delle finanze e il prosciugamento del debito”, sottolinea il quotidiano L’Express. Hurni spera comunque che Raphael Comte, quale rappresentante di un cantone periferico colpito in pieno dalla crisi economica, difenda delle posizioni più umaniste al Consiglio degli Stati.

“L’umanesimo è l’equilibrio tra l’economia e il sociale. Vale a dire che per distribuire delle ricchezze occorre dapprima crearle. Bisogna sempre tenere presente che l’economia ha lo scopo di far vivere la popolazione. Deve potersi ritrovare in essa e vedervi il proprio interesse”, argomenta il diretto interessato.

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Consiglio degli Stati

Questo contenuto è stato pubblicato al Il Consiglio degli Stati è la Camera alta del Parlamento svizzero composta dai rappresentanti dei cantoni. Conta 46 membri. Ogni cantone, indipendentemente dal numero di abitanti, ha due rappresentanti, mentre ogni semi-cantone uno. I semi-cantoni sono Obvaldo, Nidvaldo, Basilea Città, Basilea Campagna, Appenzello interno ed Appenzello esterno. Un membro della Camera alta è chiamato consigliere…

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Di testa sua

In ogni caso uno dei suoi primi atti politici in qualità di senatore è stato di andare contro corrente nel PLR, non votando l’inasprimento della Legge sull’assicurazione contro la disoccupazione. Per scrupolo umanista? Non proprio. “Questo progetto non è un vero risanamento delle finanze, per il quale sarei favorevole. In realtà è solo un trasferimento degli oneri sui cantoni e sui comuni”, afferma.

Dicendosi “vicino alle cerchie commercianti, artigiane e indipendenti che cercano di far quadrare il bilancio” – un elettorato che da qualche anno tende a lasciare il PLR per l’UDC – ricusa l’idea secondo cui il suo partito sia il difensore della grande economia. D’altronde, si dice aperto alla creazione di una commissione parlamentare d’inchiesta per far luce sulla vicenda dell’UBS.

Recentemente invitato a una trasmissione satirica alla Radio svizzera romanda, il senatore in erba ha dichiarato che in politica “non si mente mai”. Alla sfida di imporsi a Berna, si aggiungerà dunque quella di restare fedele alle proprie idee.

Carole Wälti, swissinfo.ch
(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

Raphael Comte è nato il29 settembre 1979 a Neuchâtel.

Ha iniziato la carriera politica nel 2000 nel legislativo comunale di Corcelles-Cormondrèche.

L’anno seguente è stato eletto nel parlamento neocastellano, diventando il più giovane deputato della storia del cantone.

Nel 2004 è diventato presidente del Partito radicale neocastellano.

Nel 2008 è entrato nel municipio di Corcelles-Cormondrèche.

Nel gennaio 2010 è stato eletto alla Camera dei Cantoni, quale successore di Didier Burkhalter, dopo che i suoi due principali rivali _ l’ecologista Francine John-Calame e il demo centrista Pierre Hainard – hanno rinunciato al ballottaggio.

Il neosenatore ha appreso tramite swissinfo.ch che la Quinta Svizzera rappresenta 685mila espatriati.

A suo avviso, l’idea di un 27° cantone è interessante. “La sensibilità specifica degli svizzeri dell’estero potrebbe così essere meglio valorizzata di quanto succede attualmente”, osserva.

D’altra parte, Raphael Comte è disposto a dare una mano per la generalizzazione del voto elettronico. “Nel mio cantone è già praticato senza problemi”, sottolinea.

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