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Il tramonto dell’era Berlusconi

Silvio Berlusconi ha giocato e ha perso: il voto sulla fiducia al governo Letta ha evidenziato le spaccature in seno al Pdl Keystone

La retromarcia a sorpresa di Silvio Berlusconi, che mercoledì con il suo Pdl ha votato la fiducia al governo Letta dopo averne provocato la crisi, è vista dalla stampa svizzera come l’estremo tentativo di evitare la scissione nel proprio partito e la fine del suo regno. Ma questa è solo posticipata, secondo i commentatori.

“Smacco per Berlusconi”, “Spettacolare capitolazione di Berlusconi”, “Berlusconi cede”, “Berlusconi si arrende”, “La resa di Berlusconi”: è il tenore generale dei titoli che campeggiano sui giornali elvetici che riportano e commentano la fiducia incassata il giorno precedente dal governo di Enrico Letta. Un voto che ha evidenziato la frattura che si sta consumando all’interno del Popolo della libertà (Pdl).

Interpretando “la giravolta” di Berlusconi, La RegioneTicino osserva che, “persa la facoltà di precettazione dei propri uomini, senza più potere di interdizione sul governo, ha ritenuto (precipitando nello sconcerto i suoi gladiatori in parlamento e nei media) di non avere altra scelta. E questa se non è (come non sembra) la mossa di una superiore intelligenza strategica, è la vera sconfitta di uno che le scelte era solito imporle”.

“Anche se è difficile dire con quali prospettive a breve termine, è evidente che sia al Senato che alla Camera c’è chi sta lavorando al progetto di un nuovo gruppo parlamentare di centro-destra, embrione di un nuovo Partito popolare”, commenta il Giornale del popolo (GdP).

La rottura di un tabù

Ancora più drastiche le conclusioni del commentatore del Corriere del Ticino (CdT), secondo il quale, “all’interno del PdL in gruppo è stato rotto un tabù: quello della insindacabilità della parola verticistica di Silvio Berlusconi. Ne risulta che la corona di Silvio è storta ed è sul punto di scivolare dal capo del Cavaliere. Quella che era una monarchia assoluta non esiste più. L’unità dei sudditi è spezzata. Nel Pdl serpeggia una voglia matta di rompere il cordone ombelicale con cui non ci si riconosce più. Un segnale disastroso per il Cavaliere che oggi si vede accerchiato da un gruppo di ex-fedelissimi intenzionati, per una loro personale evoluzione, a prendere le distanze dal capo. Con un gesto che simbolicamente assomiglia molto a un parricidio e a un regicidio”.

Dello stesso parere è Le Temps, che commenta: “I dissidenti hanno compiuto un gesto senza precedenti in una formazione abituata a subire senza discutere i capricci del loro capo”. Secondo il quotidiano ginevrino, Berlusconi “non esercita più lo stesso fascino. L’accumulo degli scandali, le promesse non mantenute e la situazione delicata in cui ha lasciato l’Italia nel suo ultimo passaggio alla testa del governo hanno finito per disincantare gli italiani”. E secondo lo Schaffhauser Nachrichten, per il 77enne ex Premier italiano è ormai arrivata l’ora della solitudine.

“Sta finendo un’era nella quale era possibile l’ascesa di ricchi monopolisti con l’aiuto di connessioni politiche, che poi tramite il loro potere politico difendevano il loro monopolio anche contro il diritto e la legge”, analizzano i quotidiani zurighese Tages-Anzeiger e bernese Der Bund.

Per la Neue Luzerner Zeitung, Silvio Berlusconi ha incassato il più grande smacco della sua carriera politica. “Ha tentato – in modo totalmente impensabile in qualsiasi altra democrazia europea – di risolvere i suoi problemi personali con la giustizia a scapito di un’intera nazione, e si è rotto la faccia”.

Non esclusi colpi di coda

Qualcuno mette però anche in guardia gli avversari del Cavaliere dal rallegrarsi troppo presto pensando che questa disfatta sia il preludio alla sua definitiva uscita di scena. “Berlusconi è già stato considerato spesso perduto e ogni volta è tornato”, rammenta la Neue Luzerner Zeitung.

Considerazioni simili sono espresse dalla Neue Zürcher Zeitung, che rileva: “Berlusconi è ancora lì e guadagna tempo”. Il quotidiano zurighese pronostica che anche da lontano l’ex Premier cercherà ancora di pilotare i lavori del governo italiano e di tramare per farlo cadere.

Un futuro insidioso per Letta

La stampa elvetica s’interroga poi sul futuro del governo di Enrico Letta, che “ha dimostrato una forza tranquilla e un senso strategico impressionante”, secondo il quotidiano friburghese La Liberté. Il “giovane e ambizioso” leader dovrà ora domare una realtà che, come ha affermato ieri al Senato durante la sua richiesta del voto di fiducia, vede un Paese stremato dai cannoneggiamenti continui tra un fronte e l’altro, da una politica tanto più rissosa quanto immobile”, scrive il Corriere del Ticino.

Pur essendo uscito rafforzato dalla prova di forza impostagli da Berlusconi, Letta non avrà certo compito facile, prevedono i commentatori. “Enrico Letta ha salvato il proprio governo, che a causa della radicale eterogeneità delle forze che lo sostengono, è inevitabilmente una montagna che partorisce topolini (…), mentre i dati sostanziali della crisi economica italiana non cessano di peggiorare”, rileva il Giornale del popolo. “Berlusconi passa, i problemi restano”, riassume La RegioneTicino.

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