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“Gli svizzeri sanno che è la fine del segreto bancario”

La vertenza fiscale tra i due paesi è già stata al centro di colloqui l'anno scorso tra la ministra svizzera Eveline Widmer-Schlumpf e il presidente francese François Hollande Keystone

Dopo lunghi negoziati, Francia e Svizzera firmano giovedì il nuovo accordo sulle successioni. Un passo positivo secondo il deputato francese Yann Galut, relatore del disegno di legge sull’evasione fiscale, intervistato da swissinfo.ch sulle vertenze fiscali tra i due paesi.

In base alla nuova convenzione sulle successioni – che viene firmata giovedì dalla ministra svizzera delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf e dal suo omologo francese Pierre Moscovici – gli eredi saranno tassati in futuro nel paese in cui risiedono e non più solo da parte dello Stato in cui il defunto aveva domicilio. Parigi dedurrà dal suo carico fiscale le imposte pagate dagli eredi in Svizzera. Si conserva così la sovranità fiscale dei cantoni svizzeri.

Questa intesa rappresenta la prima tappa verso una soluzione delle vertenze fiscali in corso tra i due paesi. Proprio negli ultimi giorni si è intensificata l’offensiva lanciata in Francia contro il segreto bancario. Hervé Falciani, ex informatico della banca HSBC a Ginevra che aveva fatto trapelare migliaia di conti bancari, è stato accolto in pompa magna presso l’Assemblea Nazionale.

Un disegno di legge, attualmente all’esame del Parlamento francese, mira ad autorizzare l’impiego di dati bancari rubati e proteggere gli “informatori”, come Falciani. O come Nicolas Forissier, ex direttore della revisione interna di UBS in Francia, che ha denunciato il sistema di evasione fiscale istituito nel 2000 dalla banca. A inizio giugno, la grande banca svizzera è stata posta sotto inchiesta in Francia per vendita illegale di servizi bancari.

Relatore del disegno di legge, il deputato socialista Yann Galut ha fatto della lotta contro il segreto bancario una priorità. Ai primi di giugno, ha incontrato in Svizzera funzionari di banca e dell’amministrazione federale. Intervista.

AFP

swissinfo.ch: Quali impressioni ha ricavato dalla sua visita in Svizzera?

Yann Galut: I miei interlocutori, sia dell’Associazione svizzera dei banchieri che dell’amministrazione federale, si rendono conto che il segreto bancario sta vivendo i suoi ultimi mesi. Vogliono trovare delle soluzioni per fare in modo che le cose avvengano correttamente in questa fase di transizione.

Hanno messo l’accento sul fatto che la nostra lotta non deve essere diretta contro la Svizzera, ma deve toccare a livello globale ogni paese che pratica ancora il segreto bancario. Ciò è perfettamente comprensibile. Noi non dimentichiamo le isole britanniche, il Lussemburgo, l’Austria o la City di Londra. La nostra insistenza nei confronti della Confederazione deriva dal fatto che circa il 30% dei fondi dell’evasione fiscale francese si trova in Svizzera.

swissinfo.ch: Ha capito la volontà da parte svizzera di “saldare il passato”?

Y.G.: Sì. Noi stessi desideriamo regolare il passato dei nostri cittadini, ma alle nostre condizioni. Un’amnistia fiscale per gli evasori non è accettabile. Non vi saranno delle cellule di aggiustamento fiscale, come è avvenuto con il precedente governo, ma delle procedure di regolarizzazione.

I truffatori sono invitati a dichiarare i loro averi prima dell’entrata in vigore della nuova legge. Beneficeranno di sanzioni modulate, che vanno dal 15 al 30%, contro il 40% in caso di controllo fiscale. Dopo questa scadenza, le sanzioni saranno molto pesanti. La futura legge conferisce alla giustizia un potente arsenale. Consente tra l’altro le infiltrazioni, facilita le perquisizioni e le intercettazioni telefoniche.

swissinfo.ch: Perché l’Assemblea nazionale ha invitato Hervé Falciani ad esprimersi, un uomo ricercato in Svizzera per sottrazione di dati bancari?

Y. G.: Grazie alle informazioni trasmesse da Falciani, azioni legali sono state avviate in Italia, Spagna e Francia. Abbiamo quindi accolto la sua testimonianza con grande attenzione. Ci ha fornito chiarimenti che ci potranno essere utili per rafforzare lo statuto di informatore.

Il nuovo accordo, firmato giovedì a Parigi dai ministri delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf e Pierre Moscovici, prevede che le successioni saranno tassate in futuro nel paese in cui risiedono gli eredi e non più solo da parte dello Stato in cui era domiciliata la persona defunta.

Gli eredi saranno tassati in Francia, se vi hanno risieduto per almeno otto dei dieci anni precedenti il decesso della persona che lascia loro dei beni. La Francia dovrà però dedurre dalle sua imposta le tasse che gli eredi dovranno pagare in Svizzera.

Le proprietà immobiliari, detenute direttamente o attraverso una società, sono imponibili in Francia. La tassa si applica solo se il defunto deteneva almeno metà della società e se il valore degli immobili è superiore ad un terzo del patrimonio complessivo dell’azienda.

Le autorità francesi applicano una tassazione scaglionata, in base al valore dei beni e il rapporto tra il defunto e l’erede. In Francia, l’aliquota in caso di successione può raggiungere il 45% dell’eredità, a partire da 1,8 milioni di euro. Se non vi è un rapporto di parentela diretto corrisponde al 60%.

Per entrare in vigore, la convenzione dovrà essere approvata dal parlamento svizzero. Ciò che non sembra scontato: il 19 giugno, la Camera bassa ha adottato a larga maggioranza una mozione, in base alla quale gli immobili situati in Svizzera non possono essere tassati da uno Stato terzo.

swissinfo.ch: Molte persone si proclamano oggi in Francia “informatori”. Creare uno statuto speciale per loro non significa promuovere la delazione?

Y.G.: Non tutte le persone possono pretendere di essere informatori. Un potenziale “whistleblower” riceverà però protezione legale. Il datore di lavoro dovrà dimostrare di non aver sanzionato l’informatore per le informazioni che ha trasmesso. Saranno però presi in considerazione eventuali altri rimproveri che il datore di lavoro può muovere nei confronti di un informatore. Tutto questo avverrà sotto la supervisione di un giudice e concernerà soltanto la Francia.

swissinfo.ch: La nuova legge permette l’utilizzo di dati bancari rubati. Ma per ora, una sentenza della Corte di cassazione francese ha vietato al fisco di utilizzare le liste di dati sottratti alla HSBC …

Y.G.: Va ricordato che una piccola parte (meno di 100, n.d.r) di circa 3.000 contribuenti elencati nella famosa “lista HSBC” sono oggetto di procedimenti penali. In realtà vi è una differenza di interpretazione tra le due sezioni della Corte di cassazione. L’assemblea plenaria dovrà decidere. La nuova normativa consentirà lo sfruttamento dei dati, ma non retroattivamente.

swissinfo.ch: Molte liste in circolazione contengono nomi di contribuenti che hanno presumibilmente conti in Svizzera. Che uso ne va fatto?

Y.G.: Ho ricevuto io stesso proposte da parte di persone che affermano di detenere delle liste. La mia risposta è sempre la stessa: io non ne sono competente, trasmettete questa lista alla giustizia.

swissinfo.ch: Parigi e Berna firmano giovedì una nuova versione della convenzione franco-svizzera sulla successione, piuttosto favorevole alla Francia. Cosa ne pensa?

Y.G. : Il governo francese desiderava da mesi rinegoziare questo accordo, così come la questione della tassazione globale. Penso che sia una buona cosa per entrambi i paesi.

Traduzione di Armando Mombelli

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