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Un mondo più sicuro di fronte alla minaccia nucleare

Il traffico illegale di materiale nucleare preoccupa sempre più la comunità internazionale Keystone

Sorveglianza dei depositi di materiale nucleare, cooperazione nel controllo del traffico di uranio, contributi alla riconversione dei vecchi reattori atomici. Queste alcune delle misure principali adottate dal Vertice sulla sicurezza nucleare, che si è concluso a Washington con un bilancio positivo.

I 47 paesi partecipanti alla conferenza, tra cui la Svizzera, hanno adottato a Washington una piano di misure concrete per porre “sotto chiave” nel giro dei prossimi quattro anni i quantitativi di uranio altamente arricchito e di plutonio disseminati per il pianeta. L’obbiettivo è di garantire che tale materiale non cada nelle mani di paesi ad alto rischio o di gruppi terroristi che minacciano la sicurezza globale.

“A due decenni dalla fine della Guerra fredda ci troviamo ad affrontare una crudele ironia della storia: il rischio di un confronto nucleare tra le nazioni è diminuito, ma il pericolo di un attacco nucleare è aumentato”, ha rilevato il presidente americano Barack Obama, organizzatore del vertice, che ha ottenuto il sostegno dei partecipanti al suo piano d’azione.

Sarebbe una “catastrofe planetaria”, se del materiale nucleare cadesse nelle mani di organizzazioni come al-Qaida, ha ammonito il capo della Casa Bianca. “Anche un quantitativo minimo di plutonio, delle dimensioni di una mela, potrebbe uccidere centinaia di migliaia di persone”.

Il presidente Obama sta perseguendo un’ambiziosa agenda per rafforzare la sicurezza planetaria contro l’impiego di armi atomiche: la settimana scorsa aveva annunciato la nuova strategia nucleare americana e aveva firmato a Praga con il presidente russo Medvedev l’accordo Start 2, che permetterà di ridurre del 30% le testate nucleari dei due paesi.

Raduno senza precedenti

Il piano concordato a Washington prevede più stretti controlli sui materiali nucleari utilizzabili per creare ordigni atomici e la lotta ai traffici clandestini di tali elementi.

I paesi partecipanti si impegnano ad adottare una serie di misure per rafforzare la sorveglianza dei materiali nucleari “vulnerabili”, al fine di impedire che possano cadere nelle mani di “terroristi, criminali o altri autori non autorizzati”. Il documento sottolinea comunque che queste misure non dovranno violare il diritto di sviluppare energia nucleare per scopi pacifici, un concetto che lascia la porta aperta ai paesi in via di sviluppo che stanno cercando di dotarsi di una energia nucleare “pulita”.

L’accordo prevede inoltre una più stretta cooperazione internazionale per combattere il traffico illecito di materiale nucleare, la riconversione dei reattori che utilizzano uranio arricchito verso l’impiego di uranio a basso tasso di arricchimento e una maggiore collaborazione con l’industria nucleare privata e con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica.

“Questo raduno senza precedenti ha prodotto progressi senza precedenti nella lotta per la sicurezza nucleare”, ha affermato Barack Obama al termine del vertice. Il summit nucleare di Washington viene considerato il più grande consesso in materia di sicurezza internazionale organizzato da un presidente americano dal 1945, quando vennero gettate le basi a San Francisco per la creazione delle Nazioni unite.

Per evitare che il summit di Washington resti un evento isolato, il Barak Obama ha già lanciato un secondo vertice sulla sicurezza atomica, che si terrà nel 2012 nella Corea del Sud.

Soddisfazione da parte elvetica

Soddisfatta per l’esito della conferenza anche la presidente della Confederazione Doris Leuthard, che ha guidato la delegazione elvetica a Washington. Nel corso di una conferenza stampa la consigliera federale ha definito “incoraggianti” gli accordi raggiunti durante il vertice.

“Il terrorismo nucleare è una minaccia che oltrepassa le frontiere nazionali”, ha sottolineato Doris Leuthard, ribadendo la necessità di minimizzare questo rischi che stanno crescendo a livello mondiale. La moltiplicazione delle centrali atomiche in seguito al crescente fabbisogno energetico sta facendo infatti aumentare il pericolo che del materiale atomico finisca in cattive mani.

A detta della presidente della Confederazione, tra le priorità attuali figura innanzitutto la sorveglianza in campo militare. La sicurezza del materiale nucleare impiegato in ambito civile è infatti già sufficientemente regolamentata da accordi internazionali, mentre non esiste altrettanto controllo e trasparenza in ambito militare, ha ricordato Doris Leuthard.

A suo avviso, la firma dell’accordo Start tra Stati Uniti e Russia sta a dimostrare che il disarmo è possibile. Un altro passo importante in questa direzione è atteso in maggio a New York nel quadro della conferenza sulla sorveglianza del Trattato di non proliferazione nucleare.

Secondo Doris Leuthard, che ha avuto lunedì un breve colloquio con Barak Obama, la Svizzera è stata invitata dal presidente americano alla conferenza di Washington in quanto dispone di una buona reputazione e di credibilità nell’ambito di trattative internazionali. La Confederazione ospita inoltre regolarmente negoziati sul disarmo alla sede dell’Onu di Ginevra.

swissinfo.ch

I 47 paesi partecipanti al summit sulla sicurezza nucleare si impegnano a:

– mettere completamente al sicuro entro quattro anni i materiali nucleari “vulnerabili” in loro possesso, per impedire che terroristi, criminali o altri attori non autorizzati possano mettere le mani su materiali fissili utili alla fabbricazione di una bomba atomica.

– impedire ad attori non statali di ottenere informazioni o tecnologie nucleari che possano essere utilizzati a fini che minacciano la sicurezza mondiale.

– limitare al massimo l’impiego di uranio arricchito e incoraggiare la conversione dei reattori verso l’utilizzo di combustibile all’uranio a basso tasso di arricchimento.

– cooperare al controllo del traffico nucleare illecito, condividendo le informazioni e le esperienze per quanto riguarda rilevamenti nucleari, servizi di repressione, polizia scientifica e sviluppo di nuove tecnologie.

– lavorare con l’industria nucleare, in particolare nel settore privato, in funzione di assicurare la sicurezza nucleare.

– non interferire sul diritto e la capacità di sviluppare energia nucleare per fini e per tecnologie pacifiche.

– riaffermare il ruolo centrale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), dotando quest’organizzazione della struttura, delle risorse e dell’esperienza adeguate.

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