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“Aiuta essere svizzeri”, dice il nuovo responsabile dell’agenzia ONU per i palestinesi

Philippe Lazzarini
Contrariamente al ministro degli esteri svizzero Ignazio Cassis, Philippe Lazzarini sostiene che l'UNWRA "è senza dubbio parte della soluzione" del conflitto in Medio Oriente. Keystone

Philippe Lazzarini ha un lavoro difficile. Il 1° aprile, nel bel mezzo della pandemia di Covid-19, ha assunto ufficialmente la carica di commissario generale dell'UNRWA, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Veterano del coordinamento umanitario dell'ONU, soprattutto in Medio Oriente, non crede di essere stato nominato perché svizzero, anche se ciò aiuta, dice a swissinfo.ch.

“In Medio Oriente, quella svizzera è una delle nazionalità che ancora oggi viene percepita come politicamente non di parte”, dice Lazzarini. “C’è ancora la percezione di un Paese che ha veicolato per lungo tempo il concetto di neutralità”. Detto questo, non è certo il motivo per cui sono stato nominato. Ma essere svizzeri aiuta, in una regione come questa”.

In effetti, il conflitto in Medio Oriente sembra insolubile ed è una questione molto sensibile, così come il mandato dell’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi.

Fondata da una risoluzione dell’ONU nel 1949, l’UNRWA ha il compito di occuparsi dei rifugiati palestinesi cacciati dalle loro case dalla ‘nakba’ (“catastrofe” in arabo) in seguito alla guerra arabo-israeliana del 1948. Il loro diritto allo status di rifugiati si basa sul diritto al ritorno in patria, ma questo è sempre stato un punto dolente nei negoziati di pace. Inoltre, dagli iniziali 700’000 sfollati, il loro numero è cresciuto di generazione in generazione fino a raggiungere gli attuali 5,6 milioni distribuiti nei campi profughi in Giordania, Libano e Siria, così come nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est.  

L’UNRWA, che dipende in gran parte dalle donazioni degli Stati membri dell’ONU, fornisce istruzione, assistenza sanitaria e servizi sociali ai rifugiati. Ma attualmente sta affrontando una grave crisi finanziaria, soprattutto da quando l’amministrazione Trump ha tagliato i fondi nel 2018.

Oltre a questo, il suo ex commissario generale, lo svizzero Pierre Krähenbühl, si è dimesso l’anno scorso in seguito ad accuse di cattiva gestione. Krähenbühl ha affermato di essere stato vittima di una “politica sporca”, in particolare da parte degli Stati Uniti e del loro alleato Israele. Nel 2018, il ministro degli affari esteri svizzero, Ignazio Cassis, ha dichiarato che l’UNRWA costituiva un ostacolo alla pace in Medio Oriente.

La “nuova normalità”

E ora c’è anche il coronavirus. I primi mesi di lavoro di Philippe Lazzarini non sono stati facili. Venendo da Beirut, dove in precedenza era coordinatore umanitario dell’ONU per il Libano, racconta che ci sono volute tre settimane per negoziare le autorizzazioni per il viaggio verso Gerusalemme Est, passando da Siria, Giordania e Cisgiordania. Quando è arrivato è stato messo in quarantena per due settimane. Il suo primo contatto introduttivo con l’organizzazione è avvenuto online.

“Credo che sia una nuova normalità per tutti noi. Ma è stato un po’ strano iniziare con un’organizzazione in questo modo”, dice a swissinfo.ch.

Combattere la diffusione del coronavirus negli affollati campi profughi palestinesi, pieni di persone vulnerabili, è in questo momento una priorità, afferma. “Eravamo estremamente preoccupati del fatto che se la Covid-19 avesse colpito Gaza o i campi, si sarebbe poi diffusa molto rapidamente”. Al 1° giugno, l’Agenzia ha comunicato 156 casi confermati nell’insieme dei suoi luoghi di intervento. “Con una massiccia campagna di prevenzion, e adattando il nostro modo di funzionamento, siamo finora riuscita a evitare la propagazione del virus”, rileva Lazzarini.

Dal primo giorno, spiega, l’UNWRA ha trasferito i suoi servizi sanitari verso la telemedicina e l’istruzione verso l’e-learning, mentre la fornitura di alimenti è stata riorientata dai centri di distribuzione alla consegna a domicilio, per evitare situazioni in cui la gente si sarebbe radunata in gran numero.

“Penso che attraverso un’ampia campagna di prevenzione, e grazie al modo in cui abbiamo adeguato il nostro modus operandi, abbiamo finora impedito la diffusione della Covid-19”, dice.

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Ristabilire la fiducia

Oltre al coronavirus e al suo potenziale impatto socioeconomico sui rifugiati, Lazzarini afferma che le sue priorità assolute saranno di cercare di affrontare la crisi finanziaria dell’UNRWA e di ripristinare la fiducia nell’organizzazione. “Devo fare in modo che l’organizzazione si adatti al suo contesto e che si traggano le lezioni della crisi che l’ha colpita l’anno scorso”, spiega. “Per ristabilire la fiducia, è necessario attuare una serie di iniziative concernenti la gestione”.

Queste iniziative mirano a rafforzare la responsabilità dell’agenzia, a rinsaldare i rapporti con il suo comitato direttivo (il comitato consultivo) e a ripristinare la trasparenza finanziaria, indica Lazzarini a swissinfo.ch. “Ma al di là di questo, occorre anche adeguare l’organizzazione per creare una cultura in cui ognuno si senta responsabile. Questo è il modo per ripristinare la fiducia all’interno dell’organizzazione e anche con i diversi partner”. 

Alcune di queste iniziative sono già in cantiere e sono in fase di discussione con i rappresentanti degli Stati membri nel comitato consultivo. L’attuazione richiederà 12-18 mesi, prevede Lazzarini.

“Il mio obiettivo e la mia priorità sono di garantire che l’organizzazione sia al riparo da considerazioni politiche” Philippe Lazzarini, commissario generale UNRWA

Evitare la politica

Che cosa ne pensa il nuovo commissario generale della dichiarazione del ministro degli esteri svizzero Ignazio Cassis, secondo cui l’UNRWA fa parte del problema più che della soluzione in Medio Oriente? 

“Non c’è dubbio che sia parte della soluzione e non vedo alcuna alternativa all’UNRWA e all’investimento in ciò che contribuisce alla pace e alla sicurezza qui nella regione”, dice a swissinfo.ch. “Sarebbe un peccato abbandonare tutti gli investimenti che sono stati fatti per lo sviluppo umano”.

Tuttavia, Lazzarini riconosce che la pertinenza e la legittimità dell’organizzazione sono state regolarmente messe in discussione. Un’altra priorità sarà quindi di fare qualcosa al riguardo, dice. “Il mio obiettivo e la mia priorità sono di garantire che l’organizzazione sia al riparo da considerazioni politiche e che i donatori e gli Stati membri si sentano orgogliosi del loro investimento nell’organizzazione. È importante concentrarsi sul nostro mandato, sulla fornitura di servizi, sulla promozione dei diritti dei rifugiati palestinesi fino al giorno in cui ci sarà una soluzione politica equa e duratura nella regione”.

Proteggere l’UNRWA dalla politica potrebbe tuttavia essere un’impresa ardua in una regione così sensibile dal punto di vista politico. Israele, che tenta di minare la legittimità dell’UNRWA, sta attualmente cercando di annettere parte della Cisgiordania nel quadro di un controverso ‘piano di pace’ statunitense elaborato dal genero di Trump, Jared Kushner. Questo significherebbe che ci sarebbero ancor meno territori palestinesi in cui tornare, sempre che i profughi palestinesi possano davvero tornare un girono.

Lazzarini si rifiuta di commentare il processo politico. Si limita ad affermare che seguirà la sua evoluzione giorno per giorno per sapere “se uno di questi sviluppi dovesse avere un impatto sulla capacità dell’agenzia di adempiere al suo mandato di garantire un adeguato accesso ai servizi per i rifugiati palestinesi”. Lo svizzero sottolinea inoltre di essere in contatto con il governo israeliano.

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Relazioni con la Svizzera

La Svizzera è stata uno dei numerosi Paesi che sono intervenuti per contribuire a colmare il deficit di finanziamento dell’UNRWA dopo che gli Stati Uniti avevano ritirato il loro sostegno nel 2018. Ma l’anno scorso anche Berna ha sospeso i pagamenti a causa delle accuse di cattiva gestione, per poi riprenderli a dicembre. Ed è improbabile che i commenti di Cassis vengano dimenticati.

Interrogato sui suoi rapporti con le autorità svizzere, Lazzarini (che ha la doppia cittadinanza svizzera e italiana) è ottimista. Dice di aver già preso contatto da Gerusalemme e che c’è stato uno scambio di corrispondenza.

“Il governo svizzero è stato un forte sostenitore e un partner fondamentale per l’UNRWA. Mi aspetto che la Svizzera continui ad essere un partner importante. Quando sarà possibile viaggiare, verrò in Svizzera e cercherò sicuramente un dialogo più diretto con le autorità”.

Una volta tolte le restrizioni legate alla Covid-19, Lazzarini intende anche visitare i campi profughi. “Ho intenzione di visitare i campi ogni mese in ciascuno dei nostri ambiti d’intervento”, indica a swissinfo.ch. Per il momento, però, nei campi affollati le restrizioni rimangono in vigore.

Traduzione dall’inglese: Luigi Jorio

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