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Verdi: da movimento visionario a forza di governo?

Il 26 aprile scorso i Verdi hanno eletto Ueli Leuenberger alla presidenza del partito, Franziska Teuscher (a sinistra) e Aline Trede alla vicepresidenza Keystone

Nato il 28 maggio 1983, quando l'ambiente era ancora una priorità per pochi, il Partito ecologista svizzero (Pes) si è stabilito sulla scena politica nazionale quale unica nuova forza emergente da oltre mezzo secolo. Ed ora punta su un seggio in governo.

“Non credo che siamo cambiati molto in questi 25 anni. Nutriamo le stesse preoccupazioni, ad esempio sui cambiamenti climatici o sulla penuria alimentare, che diventano sempre più di attualità. E ci battiamo per uno sviluppo durevole e armonioso in campo ambientale, sociale ed economico”, dichiara Ueli Leuenberger, neoeletto presidente del Pes.

“Forse quello che è cambiato maggiormente è il contesto attorno a noi. Oggi, molti problemi sollevati dai Verdi sono condivisi da buona parte dell’opinione pubblica e vengono riconosciuti in maniera quasi unanime dalla comunità scientifica internazionale”.

Di certo, i Verdi non sono più considerati dei fantastici visionari. Molti dei loro rappresentanti hanno acquisito rispetto e credibilità grazie al lavoro svolto nel parlamento federale, nei governi cantonali e nei consigli comunali. E molti dei loro obbiettivi sono stati integrati anche nei programmi di altri partiti.

Peso politico nazionale

Un’evoluzione testimoniata dai risultati delle ultime elezioni federali: i Verdi hanno raccolto quasi il 10% dei voti alla Camera del popolo e sono riusciti ad entrare, per la prima volta, anche nella Camera dei cantoni. Tra i partiti nati da oltre mezzo secolo in Svizzera, il Pes è stato così l’unico a poter conquistare un vero peso politico sul piano nazionale.

Per giungere sin qui, il percorso dei Verdi è stato però costellato da non pochi alti e bassi. Come in altri paesi europei, il loro avvento ha coinciso con l’acuirsi dei problemi ambientali dagli anni ’70: inquinamento atmosferico, piogge acide, morte delle foreste, atrofizzazione dei laghi e poi Cernobil avevano creato un clima favorevole alla causa ecologista.

Per molto tempo i Verdi hanno però stentato a trarre vantaggio dalla crescente sensibilità per i temi ambientali. I loro primi passi sulla scena politica sono stati caratterizzati da una certa mancanza di disciplina e di coesione di vedute, tipica dei movimenti di protesta nati sulla scia del ’68. In alcuni cantoni si sono addirittura ritrovati divisi in tre minuscole forze politiche.

Trasformazione interna

Negli anni ’90 hanno poi pagato il prezzo della recessione economica, che ha messo in secondo piano le tematiche ambientali. Ma anche delle loro contraddizioni politiche: da euroscettici si sono trasformati, ad esempio, in uno dei pochi partiti che sostengono apertamente l’integrazione europea. Così, per un buon decennio, i Verdi hanno marciato sul posto, raccogliendo un 5% di voti.

La crescita negli ultimi due appuntamenti elettorali, che ha permesso al Pes di raddoppiare i consensi, è stata sicuramente favorita da una ripresa d’intensità del dibattito ambientale, in particolare sulle minacce di cambiamenti climatici. Ma ha anche coinciso con una trasformazione avvenuta all’interno del partito.

“Dalla fine degli anni ’90, in seguito tra l’altro all’integrazione di alcuni partiti verdi cantonali più radicali, il Pes si è spostato più a sinistra. Oggi, a livello nazionale, si trova in molti settori più a sinistra del Partito socialista e viene maggiormente considerato come una forza alternativa a questo schieramento di governo”, spiega il politologo Andreas Ladner, coautore di un libro appena pubblicato sulla storia dei Verdi.

“Negli ultimi anni il Pes è inoltre riuscito a staccarsi dal suo posizionamento monotematico sull’ambiente e ad ottenere un maggiore profilo anche in altri settori, ad esempio in campo sociale”.

Maturi per il governo

Questo slittamento a sinistra del Pes ha però portato ad una nuova spaccatura all’interno del fronte ecologista, che si è concretizzata l’anno scorso con la nascita del Verdi liberali. Alle ultime elezioni questo nuovo partito ha strappato 4 seggi in Parlamento.

“È ancora difficile dire se questo partito potrà rafforzarsi nei prossimi anni e diventare una seria concorrenza per il Pes. Attualmente sembra minacciare piuttosto i socialisti che si ritrovano presi a tenaglia, tra il Pes a sinistra e i Verdi liberali a destra”, ritiene Ladner.

Cavalcando l’onda dei problemi ambientali, che rischia di ingrossarsi ulteriormente, il Pes può nutrire buone speranze di proseguire la sua crescita nei prossimi anni. Gli ecologisti mirano a superare la soglia del 10% alle prossime elezioni. E, tra le loro visioni, si delinea sempre di più anche la conquista di un seggio in governo.

“Abbiamo dimostrato di essere capaci di assumere le nostre responsabilità in numerosi governi cantonali e comunali. Ritengo quindi che i Verdi siano ormai maturi per fare il loro ingresso in Consiglio federale, con l’obbiettivo di dare un nuovo accento alla politica nazionale e condurre la Svizzera ad una vera svolta ecologica”, afferma Ueli Leuenberger.

swissinfo, Armando Mombelli

In Svizzera il primo partito a vocazione ecologista, il Movimento popolare per l’ambiente, sorge nel 1971 nel canton Neuchâtel per lottare contro un progetto autostradale.

Due anni dopo nasce il Movimento popolare per l’ambiente del canton Vaud, che nel 1979 riesce a portare il primo rappresentante dei Verdi nel parlamento federale (Daniel Brélaz).

Schieramenti politici analoghi vengono creati alla fine degli anni ’70 anche nella Svizzera tedesca e nel Canton Ticino.

Solo nel 1983, diversi partiti cantonali dei Verdi si raggruppano nella Federazione dei partiti ecologisti della Svizzera (oggi Partito ecologista svizzero).

Alle elezioni federali del 2007, il Pes conquista 20 seggi in Consiglio nazionale e 2 nel Consiglio degli Stati. I Verdi liberali strappano 3 seggi in Consiglio nazionale e 1 nel Consiglio degli Stati.

Risultati del Pes nelle elezioni per il Consiglio nazionale:

1983: 2,6%,

1987: 5,2%

1991: 6,5%

1995: 5,0%

1999: 5,0%

2003: 7,6%

2007: 9,6%

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