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Prima pedalata della stagione tra Milano e Sanremo

Markus Zberg, a destra, sul podio Keystone

Vittoria di Mario Cipollini nella Milano-Sanremo, prima classica della stagione 2002 del ciclismo. Terzo lo svizzero Markus Zberg.

Il primo sprint della lunga ed estenuante stagione ciclistica non poteva arridere che ad un velocista di prestigio: la 93° Milano-Sanremo, primo appuntamento di Coppa del Mondo, è stata vinta da Mario Cipollini (Acqua & Sapone), 169 successi in carriera, ma mai in Via Roma nella città dei Fiori.

Vince dunque Cipollini, nonostante non sia stato uno dei suoi migliori sprint sotto il profilo tattico, e mai Fred Rodriguez (USA) e lo svizzero Marcus Zberg, secondo e terzo, hanno dato l’impressione di poterlo recuperare.

Milano-Sanremo con il vento contrario

Sanremo da battaglia, con vento forte contrario, ad alimentare il pericolo di cadute, che purtroppo si sono verificate in sequenza poco prima della Cipressa. Danilo Di Luca ha perso un paio di minuti e proseguito per onore di firma, Erik Dekker ci ha rimesso un femore (dovrà star fermo per almeno 3 mesi, addio al sogno bis in Coppa del Mondo), Erik Zabel è rimasto intruppato e non è più rientrato nei ranghi che contavano e come lui Marco Pantani. Super Mario Cipollini ha salutato tutti a 300 metri dal traguardo ed ha scritto il suo nome nel prestigioso albo d?’ro della Classicissima.

Markus Zberg salva l’onore rossocrociato

Il terzo posto di Markus Zberg, “vecchio” volpone delle grandi classiche di un giorno, salva il bilancio altrimenti negativo della pattuglia svizzera.

La gara è stata nervosa, scoppiettante e pericolosa – alla luce delle numerose cadute – e gli svizzeri sono sempre rimasti al coperto nella “pancia” del gruppo. Contro un Cipollini di questo formato non c’è stato nulla da fare per Zberg, uomo che ama gli arrivi a ranghi ristretti ma che non può competere con i velocisti puri. “Sono soddisfatto della mia prova – ha detto Zberg al traguardo – anche perché con Cipollini non avevo chances. In discesa dal Poggio la squadra di Cipollini ha lavorato molto per riprendere i fuggitivi Bettini e Figueras, operazione riuscita a mille metri dall’arrivo. L’azione dei due italiani mi ha preso in contropiede e quando siamo riusciti a raggiungerli, per me era troppo tardi.”

La nervosa stagione di Coppa del Mondo

Dopo la “Classicissima”, il grande carrozzone del ciclismo non avrà soste nel mese d’aprile: dapprima le Fiandre (domenica 7), poi la Parigi-Roubaix (14), di nuovo in Belgio con la Liegi-Bastogne-Liegi e infine in Olanda con l’Amstel Gold Race (28).

Poi, per far spazio ai grandi Giri (Italia, Tour de Romandie, Svizzera e Tour de France), la Coppa del Mondo andrà in “congelatore” fino ad agosto, mese intenso, con 3 appuntamenti in 15 giorni (Amburgo, San Sebastian e Zurigo). Giù il sipario infine ad ottobre (dopo la Vuelta e dopo i Campionati del Mondo di Zolder) con le ultime due gare: la Parigi-Tour e il Giro di Lombardia.

Si rivedono Zülle, Montgomery e Camenzind

Alex Zülle (che si è imposto alla Vuelta Valenciana e alla Vuelta d’Algarve) è partito con il piede giusto, Sven Montgomery è al rientro dopo il brutto incidente del Tour de France 2001 mentre anche Laurent Dufaux ha dimostrato di attraversare un buon momento di forma. Alla “borsa” svizzera del pedale le azioni oscillano parecchio e non bisogna dimenticare che Oskar Camenzind, che ha lasciato la Lampre per la Phonak, potrebbe diventare “broker” vincente. Ma se i primi tre sono ciclisti da grande corse a tappe, lo svittese – già campione del mondo nel ’99 – potrebbe costituire la sorpresa nelle classiche. Senza dimenticare che corridori del calibro di Beat e Markus Zberg hanno la necessaria esperienza per tagliare qualche traguardo… volante.

La Svizzera ha nuove frecce al proprio arco

Bertogliati, Cancellara, Clerc, Nuttli: la pattuglia svizzera sale in sella con parecchi nuovi “assi” nella manica. Il ciclismo svizzero ritrova linfa ed entusiasmo: questi giovani hanno già ottenuto ottimi risultati. Bisogna lasciar loro due stagioni di tempo perché raggiungano la maturità necessaria nel difficile mondo dei professionisti. La Svizzera potrà inoltre contare su una formazione Phonak, che oltre ad Oskar Camenzind, allinea alcuni giovani talenti.

Filippo Frizzi

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