Prospettive svizzere in 10 lingue

Prime grane per Macron, si dimette il capo dell’esercito

Il presidente Emmanuel Macron KEYSTONE/EPA/IAN LANGSDON sda-ats

(Keystone-ATS) Prima tegola per il presidente Macron dopo appena due mesi dall’inizio del suo mandato. In seguito a un braccio di ferro durato una settimana, il capo di Stato maggiore dell’esercito, il generale Pierre de Villiers, ha presentato le dimissioni al capo dell’Eliseo.

Un fatto inedito nella storia della Quinta Repubblica, destinato a marcare l’inizio di questo nuovo governo.

Alla base del gesto una polemica scoppiata lo scorso 12 luglio, quando de Villiers ha criticato apertamente l’esecutivo per l’annuncio sui tagli da 850 milioni di euro al budget della difesa nel 2017. Una doccia fredda per l’esercito, visto che Macron si era impegnato a portare il bilancio al 2% del Pil entro il 2025.

“Non mi farò fregare”, ha detto il generale davanti alla Commissione, suscitando le ire del presidente che, dopo averlo richiamato all’ordine il giorno dopo, ha rilasciato un’intervista al Journal de Dimanche affermando che “se qualcosa oppone il capo di Stato maggiore dell’esercito al presidente della Repubblica, si cambia il capo di Stato maggiore”.

“Nelle circostanze attuali, considero di non essere più in grado di assicurare la sostenibilità del modello di esercito al quale credo per garantire la protezione della Francia e dei francesi”, ha scritto de Villiers in un velenoso comunicato diffuso dopo le sue dimissioni.

Il posto è rimasto vacante solamente poche ore. Nel primo pomeriggio, il governo ha nominato come successore Francois Lecointre, generale 55enne con esperienze nella guerra del Golfo e in Africa, definito dal ministro della Difesa, Florence Parly, “un ufficiale eccezionale e di esperienza”.

Dal canto suo, Macron ha fatto sapere che l’impegno nel mantenere le promesse fatte sul bilancio della difesa resta invariato. Dura la reazione del mondo politico all’episodio, con i principali esponenti dell’opposizione che non hanno perso tempo nel criticare l’atteggiamento di Macron.

Secondo Marine Le Pen, le dimissioni del capo dell’esercito sono il sintomo delle “derive” e dei preoccupanti “limiti” del presidente delle Repubblica, mentre il leader della France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, aveva già commentato la situazione lunedì, affermando che de Villiers aveva il diritto di dire “quello che pensa e quello che crede giusto”.

Le dimissioni del capo dell’esercito potrebbero rappresentare la prima di una lunga serie di contestazioni con cui il governo si dovrà confrontare nei prossimi mesi. La Francia si prepara a un autunno caldo a causa dei numerosi tagli annunciati nei diversi settori. Tra le riforme più delicate, quella del codice del lavoro, con i sindacati che hanno già annunciato nuovi scioperi a partire da settembre.

Intanto, nella notte tra martedì e mercoledì, il Senato ha approvato il disegno di legge sull’antiterrorismo. Uno dei provvedimenti faro annunciati nei mesi scorsi da Macron, che ha suscitato un aspro dibattito a causa di alcune misure eccezionali che potrebbero minare le libertà individuali dei cittadini. Il progetto approderà all’Assemblea Nazionale a ottobre, per entrare in vigore dopo il primo novembre, data in cui decadrà lo stato d’emergenza.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR