Prospettive svizzere in 10 lingue

Primi successi dell’operazione Genesis

La polizia conta sanche ull'effetto dissuasivo di operazioni come Genesis swissinfo.ch

La retata contro gli acquirenti di pornografia infantile su internet, denominata Genesis, è stata "un successo" - e una "chance".

Sebbene soddisfatte, le autorità di polizia federali e cantonali ammettono che in futuro dovranno fare meglio.

L’operazione Genesis contro la pornografia su internet ha permesso finora di identificare in Svizzera 1100 sospetti e di fermare per accertamenti 822 persone.

In più della metà dei casi gli inquirenti hanno confiscato materiale illecito, ha indicato giovedì a Berna il direttore dell’Ufficio federale di polizia Jean-Luc Vez. Sette persone sono sospettate di atti sessuali con bambini.

Le indagini continuano

L’ampiezza dell’operazione contro la ciberpedofilia ha provocato una specie di terremoto in Svizzera, ha aggiunto Vez. La raccolta di prove è ora nella fase conclusiva, ma le indagini continueranno ancora a lungo.

Finora nei 20 cantoni in cui l’operazione è conclusa o è in procinto di esserlo, la polizia ha compiuto 844 perquisizioni, sequestrando 1147 computer – alcuni dei quali muniti di più dischi rigidi -, 16’077 supporti di dati (CD-Rom, dischetti), 4879 videocassette e 10’219 tra riviste, fotografie o documenti scritti.

La cifra di 1100 sospetti è inferiore a quella di 1300 annunciata il 24 settembre. La differenza è essenzialmente dovuta al fatto che alcune persone hanno utilizzato più carte di credito, ha spiegato il responsabile della coordinazione presso la polizia criminale federale Roger Borer.

Successo di Genesis

Pur sottolineando che i dati forniti giovedì costituiscono unicamente un bilancio intermedio, sia Vez che Borer non hanno esitato a definire Genesis un successo, soprattutto per quanto concerne l’efficacia della collaborazione tra i cantoni e tra questi e la Confederazione.

Punto di vista pienamente condiviso anche dal comandante della polizia cantonale glaronese Roy Kunz, secondo cui non vi sono stati ostacoli di sorta, nemmeno amministrativi.

«In questo settore il federalismo ha ancora notevoli vantaggi», come una precisa conoscenza della realtà locale, che una polizia centralizzata a Berna non potrebbe sostituire, ha detto Vez.

Difficoltà istituzionali

Nessuno ha tuttavia nascosto gravi difficoltà, in parte proprio dovute all’organizzazione istituzionale della Svizzera. Borer ha menzionato l’impossibilità di centralizzare i dati sui proprietari delle carte di credito o l’impossibilità di stabilire direttive federali, proprio perché i cantoni sono giuridicamente sovrani.

Le grandi differenze di numero di sospetti e di risorse tra cantoni hanno impedito di fissare un preciso periodo di azione comune.

Cinque dei 25 cantoni (tutti tranne Appenzello Interno) in cui sussistono sospetti di delitti legati al consumo di pedopornografia sono ancora agli inizi delle indagini, ma pieni di buona volontà, ha assicurato Borer.

È ancora prematuro fare valutazioni sull’efficacia e l’ottimizzazione di tali indagini, ha aggiunto Borer. Un grande lavoro di analisi dell’operazione sarà condotto in comune da tutti i cantoni e dalla Confederazione in futuro.

Ciberpedolfilia: solo la punta dell’iceberg

Le autorità di polizia sono consapevoli dei limiti dei loro risultati. «Quanto abbiamo oggi è la punta dell’iceberg, c’è ancora molto sott’acqua», ha ammesso Kunz.

Il giudice istruttore ginevrino Jean-Pierre Trembley ha ad esempio illustrato le difficoltà e i lunghi tempi necessari per ottenere dalle banche e dai gestori delle carte di credito i nomi dei proprietari.

Vez ha espresso autocritica anche relativamente all’informazione trasmessa alla direttrice del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) Ruth Metzler. «Con il senno di poi, posso dire che contenuto e momento dell’informazione sono stati mal scelti». In futuro troveremo il giusto equilibrio per informare le autorità politiche rispettando la separazione dei poteri e il segreto istruttorio, ha assicurato.

L’operazione Landslide (dal nome del portale che dava accesso al materiale pedopornografico) contro il consumo di pornografia con bambini, avviata su indicazione del Servizio d’ispezione postale statunitense, coinvolge 61 paesi.

Trentuno di questi, tra cui la Svizzera, dispongono di una legislazione in materia. Questa indagine ha provato che la lotta alla pedopornografia è efficace solo se condotta a livello internazionale, ha dichiarato Vez.

swissinfo e agenzie

Operazione Genesis:
1100 sospetti
844 perquisizioni
822 interpellazioni
sequestro di 1147 computer, 16’067 CD-ROM, 4879 video, 10’219 riviste, scritti e immagini
7 persone sospettate di atti sessuali con bambini

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR