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Primo test delle urne per il diritto di ricorso

I ricorsi contro la costruzione del nuovo stadio dell'Hardturm di Zurigo nel 2004 hanno scatenato un dibattito a livello nazionale sul diritto di ricorso Keystone

Il 17 giugno i cittadini sangallesi si pronunceranno sulla soppressione della legge cantonale che permette alle associazioni ambientaliste di presentare ricorso per dei progetti edilizi.

Una votazione che rappresenta una sorta di prova generale: il diritto di ricorso è infatti attaccato in diversi cantoni e a livello federale è pendente un’iniziativa per limitarlo.

“Questa legge è entrata in vigore nel canton San Gallo nel 1956. Allora non esistevano né una legge sulle costruzioni, né una legge sulla protezione dell’ambiente, né un diritto di ricorso a livello federale per le associazioni. Oggi, la legislazione cantonale sul diritto di ricorso è superata”, afferma Marc Mächler, presidente della sezione sangallese del Partito liberale radicale (PLR).

L’abrogazione della legge, già avallata dal governo e accettata nel settembre scorso dal parlamento cantonale (116 voti contro 53), ha scatenato la reazione delle organizzazioni ambientaliste, che hanno lanciato con successo un referendum (9’000 le firme raccolte quando ne erano sufficienti 4’000). L’ultima parola spetta ora al popolo.

Investitori scoraggiati

L’argomento principale dei fautori dell’abolizione è riassumibile in poche parole: il diritto di ricorso scoraggia potenziali investitori, tanto più che la legislazione sangallese va ancora più in là di quella federale.

Nel canton San Gallo, tutte le associazioni locali che hanno a che fare con la protezione della natura e del patrimonio possono presentare ricorso e non solo una lista ben definita di organizzazioni, come previsto a livello federale.

Inoltre, ricorsi sono possibili anche per progetti di costruzione nelle zone edificabili. Il diritto federale contempla questa possibilità solo per alcune grandi opere (strade nazionali, parcheggi di più di 300 posti, aeroporti, linee d’alta tensione…), nonché per progetti al di fuori dalle zone edificabili o che concernono oggetti d’importanza nazionale.

Complemento ideale

Proprio per questo, afferma Jürg Schmid, responsabile della campagna referendaria e membro di Pro Natura San Gallo-Appenzello, la legge cantonale completa in maniera ideale il diritto federale: “Oggetti che hanno un valore locale o regionale sono lasciati alla discrezione delle autorità comunali. Queste hanno tendenza a dar maggior peso agli interessi economici e politici piuttosto che alla protezione della natura e del patrimonio”.

Le associazioni locali e regionali, proprio perché radicate in una realtà ben conosciuta, sono “le rappresentanti ideali della protezione della natura e del patrimonio”, aggiunge Schmid.

Un argomento che non convince Marc Mächler, secondo il quale anche in futuro “le autorità cantonali continueranno ad essere responsabili per far rispettare le legislazioni in materia di protezione dell’ambiente e del patrimonio”.

“Le associazioni – prosegue il liberale radicale sangallese – affermano in sostanza che i soli a capire cosa sia buono o cattivo sono loro. È un argomento arrogante. Anche all’interno dell’amministrazione cantonale ci sono persone molto competenti e che non si lasciano guidare da interessi economici o politici”.

Il problema, ribatte dal canto suo Schmid, è che “per i progetti edilizi sono i comuni a dover decidere. Le autorità cantonali possono prendere posizione solo quando vi è un ricorso contro la decisione comunale e naturalmente se questo diritto viene abolito ciò non è più possibile”.

Abusi?

Le organizzazioni ambientaliste respingono inoltre con veemenza l’argomento secondo cui il diritto di ricorso è spesso utilizzato in modo abusivo.

Dei circa 300 ricorsi inoltrati ogni anno – fanno notare – solo una decina emanano dalle associazioni ambientaliste e in nove casi su dieci sono considerati giustificati dalle autorità di ricorso.

Secondo Marc Mächler, questa statistica rappresenta però solo la punta dell’iceberg: “Quando si ha un progetto si vuole costruire il più presto possibile. Molti investitori sono però scoraggiati dalla minaccia di possibili ricorsi da parte delle associazioni ambientaliste, che si traducono inevitabilmente in lunghe procedure giudiziarie”.

Un voto test

Il risultato della votazione di San Gallo fornirà importanti indicazioni per diversi altri cantoni e anche a livello federale.

A Zurigo, nel canton Argovia e nel semicantone di Basilea Campagna l’abolizione del diritto di ricorso è infatti uno dei temi caldi.

A livello federale, il parlamento alla fine del 2006 ha approvato una modifica legislativa che pone dei limiti più precisi.

Una riforma che molti giudicano però insufficiente. La sezione zurighese del PLR ha lanciato con successo un’iniziativa popolare, oggi sostenuta anche dal governo federale dopo un clamoroso voltafaccia, che chiede di escludere dalle vie di ricorso tutti quei progetti di costruzione che si fondano su una votazione popolare o sulla decisione di un potere legislativo. Di diritto di ricorso, insomma, si tornerà presto a parlare.

swissinfo, Daniele Mariani

Il diritto di ricorso delle associazioni ambientaliste è riconosciuto a livello federale dal 1966, nel quadro della Legge sulla protezione della natura e del paesaggio. Diversi cantoni dispongono di legislazioni proprie che completano le norme federali.

Negli ultimi anni il diritto di ricorso è spesso stato rimesso in discussione, in particolare dai partiti di destra e dagli ambienti economici.

Il dibattito è stato acceso dal fallimento del progetto di costruzione del nuovo stadio dell’Hardturm a Zurigo, destinato ad ospitare i campionati europei di calcio del 2008.

Il progetto era stato accettato in votazione popolare, ma alcuni cittadini del quartiere e l’Associazione traffico e ambiente avevano presentato ricorso per una questione legata al numero di parcheggi.

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