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Progressi alla conferenza sulle armi chimiche

In attesa di venir smantellati, gli arsenali ancora esistenti di armi chimiche sono sottoposti a continue ispezioni Keystone

Secondo la delegazione svizzera, enormi progressi sono stati compiuti alla decima conferenza sulle armi chimiche, tenuta in questi giorni all'Aia.

Per l’ambasciatore elvetico Wilhelm Schmid si è evidenziata una maggiore volontà di cooperazione per prevenire la produzione e l’impiego di questi arsenali.

A detta del diplomatico svizzero, nel corso della conferenza, che si è conclusa venerdì in Olanda, è emerso in particolare un maggiore interesse a cooperare da parte dei paesi africani.

“I governi degli Stati africani hanno manifestato la lodevole volontà di rinunciare a qualsiasi arma di distruzione di massa sul loro continente”.

Organizzata ogni anno dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPWC), la conferenza costituisce il più importante foro di discussione a livello mondiale, in vista di un rafforzamento della Convenzione sulle armi chimiche.

Maggiore partecipazione

Quest’anno vi hanno partecipato 175 paesi firmatari del trattato internazionale che mira a vietare la produzione e l’impiego delle armi chimiche, come pure a smantellare tutti gli arsenali esistenti. Si tratta di un numero record di partecipanti.

“Il sostegno di tutti i paesi membri e i dispositivi di controllo previsti dalla Convenzione permettono di ridurre di giorno in giorno la minaccia delle armi chimiche a livello mondiale”, ha sottolineato Wilhelm Schmid.

Per la prima volta, hanno preso parte alla conferenza, anche la Siria, l’Angola, l’Iraq e il Libano, quattro degli otto paesi della comunità internazionale che non hanno ancora firmato il trattato.

Piano di azione

Nel corso della conferenza dell’Aia, durata cinque giorni, i delegati hanno preso in esame le possibilità di giungere ad uno smantellamento totale degli arsenali dichiarati finora e degli impianti di produzione delle armi chimiche.

I partecipanti si sono pure chinati sul budget dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche e sul piano di azione per il 2006.

“L’OPCW deve essere una delle poche organizzazioni che riesce ogni anno a preparare un budget accettato dai paesi membri senza troppe difficoltà”, osserva l’ambasciatore elvetico.

Il budget dell’organizzazione per il 2005 ammonta a 116 milioni di franchi.

Delegazione svizzera soddisfatta

Le delegazioni hanno inoltre concordato un piano di azione per garantire l’applicazione delle misure adottate nel corso della conferenza ed un programma operativo di cooperazione internazionale.

“Un accordo internazionale è utile soltanto nella misura in cui viene effettivamente concretizzato”, annota Wilhelm Schmid.

In tali programmi viene tra l’altro determinato il numero delle ispezioni agli arsenali e agli impianti di produzione, che vengono effettuate ogni anno in virtù degli accordi internazionali sul divieto globale delle armi chimiche.

“Siamo molto soddisfatti per i risultati raggiunti”, ha dichiarato il capo della delegazione elvetica al termine della conferenza.

Terrorismo e gruppo armati

Se da parte dei governi si sta rafforzando il consenso per uno smantellamento totale delle armi chimiche, rimangono invece ancora molte preoccupazioni sul possibile impiego di tali armi da parte di terroristi o di gruppi armati.

“Si tratta di un tema sollevato anche nel corso della conferenza dell’Aia, soprattutto in riferimento alla situazione di disordine che regna in Africa centrale”, ha spiegato Wilhelm Schmid.

“In Congo, Uganda e in altri paesi di questa regione vi sono numerose milizie armate in conflitto. Benché non sia ancora successo, anche delle armi di distruzione di massa potrebbero finire nelle loro mani”.

Per prevenire questo scenario, l’ambasciatore svizzero considera essenziale la cooperazione da parte di tutti i governi e delle industrie attive nel settore chimico e militare. Un sostegno che attualmente sembra sussistere.

“Questo tema non figura comunque al centro dell’agenda dell’organizzazione”.

swissinfo, Thomas Stephens
(traduzione Armando Mombelli)

Siglata nel 1993 ed entrata in vigore nel 1997, la Convenzione sul divieto delle armi chimiche è stata firmata finora da 175 paesi.

L’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) è stata creata nel 1997 dai paesi firmatari, allo scopo di verificare l’applicazione della Convenzione.

La OPCW è un’organizzazione internazionale indipendente, che lavora nell’interesse dei paesi membri.

Il direttore generale è Rogelio Pfirter, argentino con antenati svizzeri.

La Svizzera ha firmato la convenzione sulle armi chimiche nel 1993 e l’ha ratificata due anni dopo.

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