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Putin vede Merkel, duello su gay e proteste in Russia

Vladimir Putin ha accolto Angela Merkel in Russia dopo due anni dalla sua ultima visita. KEYSTONE/EPA/YURI KOCHETKOV sda-ats

(Keystone-ATS) Vladimir Putin ha accolto Angela Merkel in Russia dopo due anni dalla sua ultima visita, segno tangibile della crisi (anche a livello personale) nei rapporti fra Russia e Germania.

A Sochi lo ‘zar’ e la cancelliera hanno discusso di cooperazione bilaterale, del prossimo G20 tedesco e dei principali problemi internazionali, Ucraina in testa. Putin ha sfruttato l’occasione per lanciare un messaggio chiaro in vista delle elezioni presidenziali russe: “Gradiremmo che il mondo evitasse d’interferire nei nostri affari interni, noi non lo facciamo con gli altri Paesi”, ha detto alludendo alle accuse – respinte – di interferenze russe nelle elezioni in Occidente.

Il monito, ad essere pignoli, è arrivato nel corso della conferenza stampa con i giornalisti ma è pur vero che Angela Merkel, nel suo discorso, ha sottolineato di aver portato all’attenzione di Putin il tema delle recenti proteste in Russia e ha apertamente esortato il presidente russo ad esercitare la sua influenza per difendere “i diritti civili dei gay in Cecenia” e dei “testimoni di Geova” – dichiarata da poco “un’organizzazione estremista” dalla Corte Suprema – in tutto il Paese. Putin – che, stando al Cremlino, ha “prontamente informato” la leader tedesca sulla situazione cecena – ha però preso la palla al balzo e non appena ha potuto ha sottolineato che la polizia russa si è comportata con i manifestanti in modo molto più “liberale e moderato” di quanto non accada “in certi paesi europei”, dove si usano “i manganelli e i lacrimogeni”. “Da noi, grazie al cielo, non ce n’è stato bisogno”.

La conversazione, ha notato Putin, è ad ogni modo avvenuta in un clima “franco e costruttivo”. Merkel, d’altra parte, in quanto a franchezza non ha difettato nemmeno in conferenza stampa e colpisce quanto la Cancelliera tedesca riesca ad andare al cuore delle questioni senza inutili arabeschi. La Germania, ha detto, vorrebbe “togliere le sanzioni” ma per farlo serve “l’attuazione degli accordi di Minsk” e su questo fronte “non si sono verificati purtroppo grandi passi avanti, semmai qualcuno indietro”.

Putin e Merkel – entrambi, per i loro trascorsi, parlano bene le rispettive lingue – si sono detti assolutamente d’accordo sul fatto che non servono “altri accordi” poiché vanno rispettati prima quelli che “già ci sono”. Esistono delle divergenze. Tipo che per Merkel le autorità ucraine sono “democratiche” mentre per Putin sono figlie “di un colpo di Stato”.

Detto questo, è necessario “guardare avanti”, dare un impulso “fresco” al protocollo di Minsk e, ha detto Putin, arrivare ai “negoziati diretti” fra Kiev e le repubbliche separatiste del Donbass. I due hanno poi parlato di Siria, Afghanistan e Libia. E, per l’appunto, di cooperazione bilaterale. Nei primi mesi dell’anno l’interscambio fra Germania e Russia, ha notato Putin, è cresciuto “del 43%” e vi sono ormai ben “100mila aziende” che hanno capitali tedeschi. L’asse economico Berlino-Mosca è insomma importante e alcuni commentatori evidenziano come, in vista delle elezioni tedesche di settembre, sia importante per la Cancelliera mostrarsi sensibile alla questione – e d’altra parte Putin ha ricordato che la Germania è “il primo acquirente” del gas russo.

Ma non solo. Con una Gran Bretagna alla deriva nell’Atlantico e sempre più vicina all’America di Donald Trump, la Germania – sostiene una corrente di pensiero russa – vuole riannodare un poco il filo con la Russia. Operazione quanto mai ostica. “Le relazioni fra Berlino e Mosca si sono rotte e resteranno così per molto tempo”, sostiene Dmitri Trenin, direttore del Carnegie russo. L’incontro di oggi è servito dunque solo a “mantenere i contatti”. E in serata Putin si è sentito al telefono con Trump.

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