Prospettive svizzere in 10 lingue

Quante lingue straniere alle elementari?

Per i promotori dell'iniziativa, due lingue straniere alle elementari rappresentano un sovraccarico eccessivo per gli allievi Keystone

Il 26 novembre i cittadini zurighesi dovranno pronunciarsi sull'iniziativa "Per una sola lingua straniera alle elementari". Oggi, l'inglese è insegnato dal secondo anno di scuola e il francese dal quinto.

Se accettata, l’iniziativa rischia di creare non poche tensioni in tutto il paese.

L’esito dello scrutinio del 26 novembre a Zurigo è atteso con impazienza. Se l’iniziativa popolare dovesse essere avallata dal popolo, altri cantoni nella Svizzera tedesca potrebbero seguirne l’esempio.

Il cantone è infatti una sorta di modello in materia di educazione: ad esempio, l’idea di un insegnamento precoce dell’inglese alle elementari – oggi applicata in diversi cantoni svizzero tedeschi – è partita da qui.

A Svitto, il governo cantonale ha deciso di aspettare il risultato della votazione prima di prendere posizione su una mozione che va nello stesso senso del testo sottoposto all’elettorato zurighese.

Certo, nel corso del 2006 i cittadini dei cantoni di Sciaffusa, Turgovia e Zugo hanno respinto proposte analoghe a quella dell’iniziativa “Per una sola lingua straniera alle elementari”, con una percentuale di “no” compresa tra il 51,3% a Sciaffusa e il 58% a Zugo. Un “sì” a Zurigo avrebbe però un peso ben maggiore, vista l’importanza economica, demografica e politica del cantone.

Inglese prioritario

Oggi, gli allievi zurighesi iniziano ad imparare i primi rudimenti della lingua di Shakespeare a partire dalla seconda elementare e il francese dalla quinta.

Il testo dell’iniziativa non precisa quale lingua debba essere insegnata alle elementari, ma agli occhi dei promotori è chiaro che l’inglese è prioritario. Del resto, il comitato di sostegno afferma a chiare lettere che, in caso di sì popolare, l’inglese dovrà essere insegnato a partire dalla terza o dalla quarta elementare, mentre il francese sarà obbligatorio solo dalla seconda media.

Sostenuta da diversi insegnanti, l’iniziativa è appoggiata dall’Unione democratica di centro, dal Partito evangelico e da una parte dei Verdi. Il governo, il parlamento cantonale e i partiti liberale radicale, socialista e popolare democratico sono invece contrari, così come gli ambienti economici.

Sovraccarico di lavoro

“Qualità piuttosto che quantità”: è questo uno dei motti dei sostenitori della riforma, secondo i quali non ha senso sovraccaricare degli allievi che, parlando il dialetto svizzero tedesco, spesso hanno già difficoltà con l’apprendimento del buon tedesco, come dimostrato dalle inchieste PISA (un programma internazionale di valutazione della qualità delle scuole).

“Sono preoccupato dal fatto che l’apprendimento della lingua madre a livello delle elementari non porti ai risultati auspicati. Ogni lingua in più significa la riduzione del tempo a disposizione per la lingua madre”, affermava recentemente sulle colonne dello Zürichsee-Zeitung il rettore del Politecnico federale di Zurigo Konrad Osterwalder.

Inoltre, secondo i promotori dell’iniziativa, due ore settimanali consacrate all’inglese e due al francese non sono sufficienti per imparare veramente una lingua. Meglio quindi concentrarsi su una sola ma in modo più intensivo.

Più presto si inizia, meglio è

Sull’altro fronte, si insiste soprattutto sul fatto che prima gli alunni iniziano ad imparare una lingua meno difficoltà hanno. Un parere suffragato dagli studi di molti linguisti.

Inoltre, da più parti si fa notare che in quest’epoca di globalizzazione poter comunicare in più lingue – senza necessariamente padroneggiarle in ogni minimo dettaglio – è un fattore chiave di successo.

Alcuni di coloro che si oppongono all’iniziativa mettono anche l’accento sulla coesione nazionale: un “sì” renderebbe ancora più profondo il cosiddetto “Röstigraben”, il fossato culturale che divide Svizzera francese e Svizzera tedesca.

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Un boomerang?

Un voto positivo potrebbe però trasformarsi in un boomerang per il canton Zurigo. Lo scorso mese di maggio, i cittadini svizzeri hanno infatti approvato una riforma costituzionale che dà alla Confederazione competenze più ampie per armonizzare il sistema scolastico elvetico.

Nel catalogo di esigenze che dovranno essere rispettate in tutto il paese vi è anche quella del numero di lingue da insegnare alle elementari, che è già fissato a due, conformemente al modello “3+5” (una lingua al più tardi dal terzo anno scolastico e un’altra dal quinto) deciso dalla Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione.

Un “sì” il 26 novembre manderebbe in frantumi questo compromesso e il governo federale potrebbe essere chiamato a dover intervenire.

Il voto interviene una settimana prima dell’inizio della sessione invernale delle Camere federali, durante la quale il Consiglio nazionale (la Camera bassa) dovrà pronunciarsi su un progetto di legge sulle lingue. Esso prevede che la prima lingua straniera insegnata alle elementari sia una lingua nazionale. La battaglia, insomma, non fa che cominciare.

swissinfo, Daniele Mariani

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Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE)

Questo contenuto è stato pubblicato al La Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) riunisce i ministri dei 26 Governi cantonali responsabili dell’educazione, della cultura e dello sport. Il compito della CDPE è di coordinare a livello nazionale la politica nei settori della cultura e della formazione.

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Nel settore dell’istruzione in Svizzera le competenze sono ripartite tra Confederazione, cantoni e comuni.

A livello nazionale, non esiste alcun ministero per l’istruzione e l’educazione e la responsabilità principale incombe soprattutto ai cantoni.

I bambini accedono alla scuola elementare (che dura a seconda dei cantoni da 4 a 6 anni) non prima di aver compiuto i sei anni. Responsabili dell’organizzazione e del finanziamento del settore primario sono i cantoni ed i comuni.

Il 21 maggio 2006, popolo e cantoni hanno accettato i nuovi articoli costituzionali sulla formazione. I cantoni conservano la loro sovranità in materia di educazione ma sono tenuti ad armonizzare i principali parametri della formazione.

Secondo l’ultimo censimento del 2000, il 63,7% della popolazione residente in Svizzera (4,6 milioni di persone) parla il tedesco quale lingua principale.
Il 20,4% il francese (1,4 milioni).
Il 6,5% l’italiano (470’000).
Lo 0,5% il romancio (35’000).
Il 9% altre lingue (656’000).
In Svizzera tedesca, il 23,4% delle persone attive utilizza anche l’inglese al lavoro, il 19,7% il francese e l’11,1% l’italiano.
In Svizzera francese, il 17,7% l’inglese, il 15,4% il tedesco e il 6,8% italiano.
Nella Svizzera italiana, le percentuali sono dell’11% per l’inglese, del 22% per il tedesco e del 16,9% per il francese.

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