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Quasi come una goccia nel mare

Vitus, un successo strepitoso in Svizzera e all'estero (KEYSTONE/Hugofilm Productions GmbH/Christian Altorfer)

Il cinema svizzero, che l'anno scorso ha conosciuto una stagione luminosa, nel contesto internazionale rimane pur sempre una piccola realtà. Una goccia nel mare.

Non è una questione di qualità, ma di dimensione, di mezzi e di un mercato che è diffusamente condizionato dal potente gigante americano.

A dire il vero il destino del cinema svizzero all’estero non ha coinvolto il pubblico del Festival internazionale del film di Locarno. Allo Spazio Cinema, luogo deputato alla riflessione e al confronto, non c’era la folla delle grandi occasioni. Sembrava di essere a quelle partite di calcio di cui si conosce il risultato prima del fischio di inizio.

Il gigante americano

Le prime parole di Jay Weissberg, il giornalista americano che scrive per la prestigiosa rivista Variety, sgombrano subito il campo da ogni illusione di “grandeur”: “In America i film esteri non sono presi molto sul serio. Si parla di loro nelle riviste specializzate – spiega Weissberg – ma quasi mai sui grandi giornali”.

Lo conferma anche Francine Brücher di Swiss Films, responsabile della promozione internazionale e contattata da swissinfo. “Non sono solo i film svizzeri a non essere, generalmente, popolari all’estero. E’ un destino comune ai film in lingua straniera”.

La visione americana, però, è quasi manicheista: da una parte gli Stati Uniti e dall’altra il resto del mondo. “Vi devo dire molto onestamente – sottolinea il giornalista americano – che i festival cinematografici europei, compresi quelli di Cannes, Venezia e Berlino, negli Stati Uniti hanno un significato molto minore. A fare la fortuna di un film o a stroncarne la vita, è piuttosto un giornale come il New York Times”.

Non bisogna inoltre dimenticare che l’industria cinematografica americana è così potente, che anche i film indipendenti americani devono seguire circuiti alternativi per crearsi uno spazio e per raggiungere il pubblico.

“Per un americano – continua il giornalista di Variety – è già lontano il cinema europeo, figuriamoci dare un’identità al cinema svizzero. Non è solo una questione di lingua, ma anche di tipologia cinematografica. E’ difficile inserire la produzione elvetica in una precisa categoria, attribuire loro un’ etichetta”.

Magari si potrebbe insistere sul “made in Switzerland”, un marchio di qualità molto rinomato sul piano internazionale. Ironico? Forse, ma una cosa è certa: un film svizzero in francese ha teoricamente più possibilità di successo, “perché il francese fa molto chic”.

Eppure è svizzero… Vitus, per esempio

Spesso all’estero i film svizzeri non vengono identificati per la loro “nazionalità”, ma per la storia raccontata o il tema trattato. E’ successo anche a “Das Fräulein”, il Pardo d’oro del 2006 che ha ottenuto altri riconoscimenti su scala internazionale. “In Austria – precisa la giornalista Isabella Reicher – ho sentito parlare di questo film non come un’opera svizzera, ma come la storia di tre donne provenienti dalla ex Jugoslavia”.

Per paesi piccoli, come la Svizzera e l’Austria, la promozione è quindi fondamentale. Ed è altrettanto chiaro che nella promozione di un film all’estero, si innestano tanto le affinità culturali, quanto l’universalità delle emozioni e il valore rappresentativo della storia.

“Vitus”, film svizzero di Fredi Murer interpretato magnificamente dall’attore svizzero Bruno Ganz, è stato un successo strepitoso. In Svizzera. Ma anche all’estero, ottenendo riconoscimenti a Los Angeles, Montréal, Roma. Nel 2006 ha ottenuto l’Orso di bronzo al festival di Berlino ed è arrivato nella rosa dei 9 candidati agli Oscar 2007 come migliore film straniero.

“Vitus è un magnifico esempio. Il suo successo – precisa ancora a swissinfo Francine Brücher – risiede nella semplicità della storia, nelle emozioni che suscita, nella fruibilità della musica. Un prodotto perfetto anche per gli USA”.

I volti del successo

Ma che cosa è veramente il successo? Quali sono i parametri per determinarne il valore? “Dobbiamo metterci d’accordo sul concetto di successo – suggerisce Isabella Reicher – perché abbiamo l’abitudine di prendere in considerazione due elementi: i soldi e il pubblico”. “Come giornalista e critica cinematografica – continua – per me un film estero ha successo quando mi aiuta a conoscere il paese da cui proviene, quando mi insegna delle cose, quando mi offre delle chiavi di lettura”.

E a rafforzare l’idea del successo svincolato dalle logiche di cassetta, è stata la cineasta palestinese Alia Arasoughly, sociologa del cinema e direttrice dal 2005 del “Shahats’s Annual Women Film Festival in Palestine”, seduta tra il pubblico.

“Forse negli USA sarà difficile comprendere l’identità del cinema svizzero – osserva Alia Arasoughly – ma se in Palestina ho potuto presentare e proiettare il film ‘Mille donne per il Nobel della pace’, è perché è stato prodotto in Svizzera. La Svizzera, depositaria delle Convenzioni di Ginevra, attraverso la sua neutralità offre anche la sua indipendenza. Per me, questo, è un valore di successo”.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

Dal 2007 l’istituzione Swiss Films, a cui compete la promozione di film svizzeri all’estero, sostiene, in collaborazione con l’Ufficio federale della cultura, la commercializzazione nelle sale cinematografiche di film svizzeri all’estero.

I mercati prioritari e principali per i film svizzeri sono Francia e Germania. Secondo Swiss Films è sul mercato europeo che occorre investire maggiori sforzi e risorse, poiché quelli del Regno Unito e degli Stati Uniti sono per ora molto difficili.

Secondo i dati dell’Ufficio federale della cultura per la promozione dei film svizzeri all’estero, sono state trattate finora nove richieste. Alla Fondazione Swiss Films, è stato versato l’importo di 88 mila franchi da destinare alla promozione dell’esportazione dei seguenti film:

10 mila euro per promuovere “Das Fräulein” (Pardo d’oro dell’edizione 2006 del Festival internazionale del film di Locarno) in Croazia, Bosnia, Serbia, Slovenia. Per il mercato tedesco sono stati destinati 25 mila euro alla promozione di “Die Herbstzeitlosen”, 10 mila per “Snow White” e 10 mila per “Zum Abschied Mozart”. Il film “Vitus” ha ricevuto 5 mila euro per essere presentato in Brasile.

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