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In caso eccezionale, bastano 11 persone per una parola d’ordine?

Membri del Consiglio che votano.
I delegati degli svizzeri all'estero riuniti nella sessione plenaria del Consiglio, il 10 marzo, a Berna: sono la voce dei circa 780mila cittadini elvetici che vivono fuori dalla Confederazione. ASO/Adrian Moser

Se necessario, gli undici membri della presidenza dell'Organizzazione degli svizzeri all'estero (OSE) potranno emettere una raccomandazione di voto a nome di tutti i 780'000 connazionali espatriati? La questione è stata discussa dal Consiglio svizzero all'estero nella seduta odierna a Berna.

Il tema è stato messo sul tavolo in seguito a un dibattito molto acceso in Svizzera? Oppure era legato unicamente all’iniziativa popolare per l’abolizione del canone radio-tv “No Billag”, votata domenica scorsa? O ancora perché la presidenza si è impropriamente auto-autorizzata?

La questione di chi poteva formulare raccomandazioni politiche a nome degli svizzeri all’estero ha dato adito a un dibattito controverso nella seduta del Consiglio degli svizzeri all’esteroCollegamento esterno, il 10 marzo a Berna.

A nome di tutti, in caso di emergenza

L’OSECollegamento esterno ha formulato due volte raccomandazioni di voto negli ultimi tempi. Ha raccomandato di votare a favore della riforma per la previdenza di vecchiaia 2020, il 24 settembre 2017, e di votare contro l’iniziativa “No Billag”, il 4 marzo 2018.

Tali decisioni sono importanti anche nel panorama politico di tutta la patria. Esse rappresentano la volontà di 780’000 svizzeri residenti all’estero.

Ma chi ha il diritto di prendere una posizione politica a nome dell’OSE, ossia a nome di tutti gli svizzeri all’estero? È così infatti che sono intese le prese di posizione.

Chi può emettere parole d’ordine e raccomandazioni di voto? Il Consiglio degli svizzeri dell’estero ne ha discusso nella seduta plenaria di primavera il 10 marzo a Berna. swissinfo.ch

Nel caso dell’iniziativa “No Billag”, la raccomandazione di voto non è stata adottata dal Consiglio degli svizzeri all’estero (CSE) in seduta plenaria, ma solo dalla presidenzaCollegamento esterno. A causa delle scadenze temporali, una presa di posizione del CSE sarebbe semplicemente stata impossibile. Tra l’ultima seduta del Consiglio a Basilea nell’ agosto 2017 e l’annuncio governativo, alla fine dell’autunno, della data della votazione, nonché di quest’ultima, non si è infatti tenuta alcuna seduta ordinaria del Consiglio.

John McGough, rappresentante degli svizzeri di Ungheria, ha presentato la richiesta alla seduta di primavera del Consiglio che soltanto quest’ultimo abbia la competenza di emettere delle prese di posizione e delle raccomandazioni di voto per gli scrutini federali. A suo avviso, è una questione di principio: in gioco c’è la legittimità democratica di tali prese di posizione, non la controversia sul caso concreto della “No Billag”, che del resto anch’egli ha respinto.

Decisione rinviata

La presidenza ha presentato la seguente controproposta: “Le raccomandazioni di voto sono adottate dal Consiglio degli Svizzeri all’estero. Se ciò non è possibile per motivi di scadenze, è responsabile la presidenza.

Inoltre, se questa proposta fosse approvata, in futuro quando una raccomandazione di voto sarà decisa unicamente dalla presidenza, dovrà essere esplicitamente emessa come tale e non a nome dell’intera organizzazione. In proposito, il senatore ticinese Filippo Lombardi, vicepresidente dell’OSE, ha rilevato il peso politico interno delle raccomandazioni dell’OSE.

Al termine delle discussioni, il Consiglio ha optato per il rinvio della decisione alla prossima seduta plenaria, in agosto, in attesa di una proposta riveduta della presidenza.


La seduta plenaria del Consiglio degli svizzeri all’estero in Livestreaming:

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(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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