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Reazioni a caldo di un’elezione secondo copione

Le competenze delle due candidate ufficiali non erano in discussione. Le reazioni a caldo alla vittoria della candidata ginevrina, favorita fin dall'inizio, sono state generalmente positive.

Con l’eccezione della destra e dell’estrema destra.

“La mia elezione equivale al riconoscimento di una minoranza culturale e della sua necessaria presenza in governo”, ha detto la neoletta. “Porto con me le mie peculiarità: il fatto di essere madre e nonna, la mia origine vallesana e la mia cultura ginevrina e francofona. Mi impegnerò per i più deboli.”.

Con questa elezione, la strategia scelta dalla direzione del Partito socialista si è confermata vincente. Complimenti alla presidente dei socialisti Christiane Brunner per il suo senso strategico nel condurre la campagna erano stati fatti da diverse parti già nei giorni scorsi. La signora Brunner, lei stessa candidata sfortunata nel 1993, si è detta felice del risultato.

Le armi spuntate dell’UDC

L’attacco sferrato dalla destra non è dunque riuscito. Il presidente dell’Unione democratica di centro Ueli Maurer ha deplorato il fatto che gli altri partiti non abbiano avuto il coraggio di rompere la formula magica sulla quale si basa la suddivisione dei seggi in governo. Per lui, con l’eliminazione del suo candidato Toni Bortoluzzi gli altri partiti spingono l’UDC all’opposizione.

“Saremo molto scomodi: faremo una politica d’opposizione”, ha ammonito Maurer. Un ruolo che anche il tribuno Christoph Blocher ha promesso di prendere molto sul serio.

Una nota di contestazione anche dall’altro fronte politico: Joseph Zisyadis, a nome anche dell’altro suo unico compagno comunista in parlamento, ha denunciato “la politica antisociale condotta da Ruth Dreifuss, in particolare con i premi casse malati e l’innalzamento dell’età di pensionamento”.

Per il leghista Flavio Maspoli si tratta comunque di una sconfitta del Ticino, che non è riuscito a far passare una sua rappresentante in governo.

I partiti della maggioranza soddisfatti

Il capogruppo del partito liberale radicale, il ticinese Fulvio Pelli, ha evocato il Palazzo dell’equilibrio dell’Expo 02 per parlare della politica svizzera. Un equilibrio messo in pericolo dalla candidatura selvaggia dell’UDC, “una candidatura-provocazione”.

Per la capogruppo ad interim dei liberali radicali, la vodese Cristiane Langenberger, l’elezione della Calmy-Rey si è svolta secondo copione, perché non si trattava di avviare un discorso sul ruolo dell’UDC in governo.

Anche il capogruppo dei popolari democratici, il vallesano Jean-Michel Cina, ha puntato su una politica del consenso, perché “l’opposizione polemica dell’UDC non porta da nessuna parte”.

L’importanza della Svizzera urbana

Per il politologo Iwan Rickenbacher, la scelta fatta dal Parlamento conferma che la formula magica per la composizione del governo svizzero ha ancora un futuro. La scelta conferma che i socialisti devono partecipare al governo. Per Rickenbacher è importantissimo che accanto alla Svizzera rurale, molto presente in Parlamento, anche la sensibilità della Svizzera urbana con Ginevra sia rappresentata nel governo federale.

Mariano Masserini, swissinfo

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