Rep. ceca: Zeman, “Dubcek se la fece sotto”. Scoppia polemica

(Keystone-ATS) Il presidente ceco Milos Zeman ha attaccato la memoria di Alexander Dubcek, il segretario del partito comunista che negli anni ’60 promosse “il socialismo dal volto umano”, affermando che fu “uno di quelli che nel ’68 se la fecero sotto”.
E le sue parole stanno provocando un polverone: a protestare ufficialmente sono stati il ministro della cultura slovacco Marek Madaric e il viceministro degli esteri Ivan Korciok. Ma anche gli avversari che sfideranno il capo dello Stato alle elezioni, venerdì e sabato prossimo, si sono indignati.
“Protesto contro le dichiarazioni disonorevoli del presidente ceco su Alexander Dubcek”, ha dichiarato Madaric, secondo il quale Dubcek, d’origine slovacca, merita l’ammirazione generale per aver avviato negli anni Sessanta il processo di democratizzazione nella Cecoslovacchia comunista, che culminò nella cosiddetta Primavera di Praga.
Nel discorso all’inaugurazione di un mostra in occasione dei 100 anni dalla nascita della Cecoslovacchia, Zeman ha detto che, eccetto il coraggioso Frantisek Kriegel, tutta l’élite politica nel 1968, compreso Dubcek, dopo l’invasione del Patto di Varsavia nell’ex Cecoslovacchia “se l’era fatta addosso” per terrore del diktat di Mosca.
A scandalizzarsi delle dichiarazioni di Zeman sono stati anche i candidati che lo sfideranno nell’elezione diretta. “È scandaloso e non ha precedenti in Europa. Il presidente che sputa sulla storia del suo Paese non deve essere rieletto”, ha affermato l’ex diplomatico Pavel Fischer. Zeman ha inoltre dichiarato che dietro la caduta del regime comunista non c’erano dissidenti, il vero promotore fu Michail Gorbaciov.