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Ricerca vuol dire anche speranza

L'Istituto oncologico della Svizzera italiana brilla per la qualità di cure e ricerche swissinfo.ch

Non ci può essere sosta nella lotta contro il cancro. Lo sanno bene gli esperti del mondo intero giunti a Lugano alla nona conferenza internazionale sui linfomi maligni.

Un incontro importante, anche per la ricerca oncologica nella Svizzera italiana, che si distingue per la sua eccellenza.

Presidente del Comitato di organizzazione e direttore dell’Istituto oncologico della Svizzera italiana (IOSI), il professor Franco Cavalli ha illustrato l’evoluzione dei linfomi maligni, definendola una vera e propria epidemia.

La dimensione della malattia, raddoppiata negli ultimi 25-30 anni, accentua ulteriormente – se possibile – il valore della Conferenza internazionale, nata nel 1981 proprio su iniziativa del Ticino e oggi la più importante a livello mondiale per quanto riguarda i tumori alle ghiandole linfatiche.

Contributi inediti di alto livello

“Grazie alla presentazione di numerose ricerche inedite scelte secondo criteri estremamente selettivi – spiega Franco Cavalli – la Conferenza di Lugano assume un ruolo di primo piano, tanto da rappresentare per gli esperti che vi partecipano un punto importante per il proprio curriculum”.

“Al centro dell’edizione di quest’anno – continua Cavalli – i linfomi originati dai linfociti T, i globuli bianchi che garantiscono la produzione di anticorpi, cioè l’autodifesa dell’organismo. Questi linfomi hanno registrato in Estremo Oriente un aumento del 50%. Ignote ancora le cause”.

Progressi notevoli, resi noti a Lugano, anche nel campo immunologico. Un contributo decisivo era già stato dato con la messa a punto del primo anticorpo monoclonale puro, presentato nel 2002 a Lugano e nel frattempo standardizzato.

Ora vengono presentati altri sei anticorpi monoclonali, più selettivi e pertanto in grado di colpire soltanto le cellule ammalate.

Nel campo dei cosiddetti farmaci intelligenti e delle terapie su misura, lo IOSI sta svolgendo un ruolo da pioniere. Proprio lo scorso mese di febbraio, infatti, ad un pazienze era stato somministrato un nuovo anticorpo monoclonale: una prima a livello mondiale.

Lo IOSI in prima linea

Nato nel 1999 e figlio del Servizio oncologico cantonale (un’avventura, come la chiama Cavalli, iniziata nel 1977), lo IOSI si è da subito distinto per la serietà e il rigore nel campo delle terapie, delle cure e delle ricerche, anche a livello di sviluppo di farmaci.

Un fatto che permette a molti pazienti di accedere a nuovi farmaci promettenti con molto anticipo rispetto ai tempi della loro commercializzazione. Annualmente tra i 70 e i 100 malati usufruiscono di questi rimedi.

“Il risultato probabilmente più significativo per l’istituto che dirigo – dichiara a swissinfo l’oncologo Franco Cavalli – è il seguente: in base alle inchieste realizzate in tutta la Svizzera sulla soddisfazione dei pazienti, lo IOSI arriva al primo posto”.

“L’idea di riunire in un’unica struttura unificata tutte le attività antitumorali e tutte le specialità per fornire le migliori cure possibili ai pazienti – commenta Cavalli – è stata giusta. E il successo, che ci riempie di soddisfazione, ne è un’ulteriore conferma”.

La direzione dello IOSI è all’Ospedale San Giovanni di Bellinzona, dove sono concentrate le cure specialistiche dell’oncologia medica, radioterapia, ematologia oncologica e ricerca. Quest’ultima è in parte dislocata – anche per opportune questione di sinergia – presso l’Istituto di ricerca in biomedicina.

Linfomi e sviluppo di nuovi farmaci

“Fondamentalmente allo IOSI ci concentriamo sui linfomi maligni, grazie anche alla Conferenza di Lugano. Incontrare ogni tre anni i più grandi specialisti mondiali – sottolinea il professor Cavalli – rappresenta una ‘chance’ e ci offre la possibilità di essere al centro delle nuove conoscenze”.

“I questi giorni abbiamo avuto numerosi contatti con i ricercatori. Alcuni di loro hanno visitato i nostri laboratori, dandoci una serie di suggerimenti e di informazioni. Ma allo IOSI l’altra priorità è costituita dallo sviluppo di nuovi farmaci, anche per altri tipi di tumori”.

Particolarmente apprezzata la collaborazione con il SENDO (Southern Europe New Drug Organization), un’agenzia no-profit fondata nel 1997 da oncologi di fama mondiale, tra i quali Franco Cavalli e Umberto Veronesi. Ne fanno parte anche l’Istituto europeo di oncologia (Milano) e l’Istituto nazionale italiano dei Tumori.

“Grazie al SENDO – spiega Cavalli – riusciamo ad avere più facilmente una serie di nuove sostanze che altrimenti non verrebbero fornite ad un istituto relativamente piccolo come il nostro. Combinando l’enorme bacino di pazienti della Lombardia e le nostre conoscenze, possiamo essere concorrenziali a livello europeo”.

Un telefono senza fili da Guinness

In margine alla Conferenza internazionale sui linfomi, il tentativo – riuscito – di iscrivere nel Guinness dei primati il nuovo record della parola sussurrata (il telefono senza fili).

La parola sussurrata per prima da Franco Cavalli – “ci sono nuove speranze per i pazienti con linfomi” – è passata correttamente attraverso 746 persone, facendo così registrare un nuovo record.

Ma qual è il messaggio di speranza che si può dare ai malati di cancro, in base anche alle nuove ricerche?

“Nella lotta contro il cancro il messaggio da dare ai pazienti è sempre legato – confida a swissinfo Franco Cavalli – alla presenza di nuove speranze. E le nuove speranze sono a loro volta legate sia ai nuovi farmaci, sia ai nuovi anticorpi”.

“Ogni anno che passa – conclude il professore – la biologia molecolare ci permette di capire meglio la vera natura dei linfomi e, quindi, di offrire migliori possibilità di trattamento”.

Nel mondo ogni 9 minuti viene diagnosticato un linfoma maligno. E da Lugano può davvero partire e rinnovarsi un forte messaggio di speranza.

swissinfo, Françoise Gehring, Lugano

Oltre 3 mila medici e ricercatori, provenienti da 75 paesi dei 5 continenti presenti a Lugano
Negli ultimi 30 anni la frequenza dei linfomi maligni è raddoppiata
In Svizzera ogni anno sono 1’484 i casi di linfomi maligni diagnosticati
In Ticino, secondo il Registro dei Tumori, sono annualmente in media 83 le persone colpite
In Svizzera e in Ticino i linfomi rappresentano meno del 10% del totale dei tumori

La Conferenza internazionale di Lugano è stata inaugurata ufficialmente mercoledì 8 giugno con la consegna del Premio 2004 della Fondazione San Salvatore al professor Gorge Peter Canellos di Boston.

Il ricercatore americano ha contribuito in modo determinante allo sviluppo delle terapie contro i linfomi maligngi, che si distinguono in “Hodgkin” e “non-Hodgkin” e che hanno origine nelle cellule del sistema immunitario.

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