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Richiedenti l’asilo africani: “via i parassiti”

I richiedenti l'asilo africani saranno oggetto di misure speciali Keystone

La consigliera federale Ruth Metzler ha chiesto misure speciali per fronteggiare l'afflusso di richiedenti l'asilo provenienti dall'Africa.

Le domande saranno trattate con priorità e le persone condannate o «dal comportamento asociale» saranno rimpatriate.

«Eliminare i parassiti» del sistema. Con questa intenzione la consigliera federale Ruth Metzler ha incaricato l’Ufficio dei rifugiati (UFR) di applicare le nuove misure «immediatamente».

Non vengono presi di mira tutti, ma «soltanto quei giovani provenienti da paesi dell’Africa occidentale che cercano una porta per entrare e rimanere qualche mese in Svizzera, in particolare per spacciare droga», ha precisato Dominique Boillat, portavoce dell’UFR.

Si tratta quindi di misure limitate a coloro che vengono da noi per «abusare dell’asilo e divenire parassiti del sistema», ha aggiunto Boillat. «Vogliamo arginare un fenomeno che suscita molto nervosismo in seno alla popolazione, nella polizia e tra i politici».

Uno speciale gruppo di lavoro dell’UFR è stato incaricato di analizzare le cause della crescente migrazione di cittadini provenienti dall’Africa occidentale e di proporre strumenti per contrastare questo fenomeno.

Aumento delle domande

Dal rapporto emerge che questo genere di afflusso non è nuovo. Da dieci anni il numero di domande d’asilo da questa regione oscilla tra 2’500 e 5’500 all’anno, e ciò vale anche per il 2001 (4’700).

Durante i primi mesi del 2002, tuttavia, si è registrato un aumento più sostenuto: per questo motivo l’UFR ha deciso di trattare tali richieste in via prioritaria.

Su incarico della Metzler l’UFR introduce immediatamente le misure che permettono di stabilire l’identità, l’età e l’origine del richiedente l’asilo già durante il soggiorno nel centro di registrazione.

Dall’inizio di agosto presso ogni centro è attiva una sezione di procedura d’asilo che tratta in modo prioritario le domande dei cittadini provenienti da Angola, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Sierra Leone e Guinea.

Nel centro ci sarà anche una persona di fiducia, esterna all’UFR, incaricata di prestare consulenza ai minorenni non accompagnati.

Anche la Divisione rimpatrio dell’UFR si adopera per eseguire celermente i rinvii di africani condannati o dal «comportamento asociale».

Se necessario, tali rinvii sono effettuati mediante voli speciali. Parallelamente, l’UFR elabora programmi di aiuto al rientro verso i principali paesi d’origine al fine di promuovere i ritorni volontari. I primi programmi saranno già applicati nei prossimi mesi.

“Comportamento asociale”

Per «comportamento asociale» si intendono in particolare le violenze in pubblico, i maltrattamenti alle donne e altri atteggiamenti che rompono la pace civile, ha precisato Boillat. «Sanzioneremo un comportamento sistematicamente negativo e ripetuti atti di inciviltà, sulla base di segnalazioni della polizia».

Oggi si stimano tra 500 e 1500 (pari al 5-10 per cento dei richiedenti l’asilo) i giovani africani che si rendono colpevoli di atti delittuosi legati al mondo della droga, secondo l’UFR.

Per garantire la riaccettazione nei Paesi d’origine, sono necessari accordi di riammissione o di transito. Le trattative su tali accordi sono difficili, afferma il Dipartimento di giustizia e polizia, per cui sarà necessario intensificarle e concluderle il più rapidamente possibile. Con il Senegal è già stato siglato un accordo di transito.



Inoltre, l’UFR rafforza insieme all’Ufficio federale di polizia(UFP) la lotta contro i gruppi criminali che sfruttano i richiedenti l’asilo africani. Visto che questo fenomeno può essere contrastato soltanto adottando misure transfrontaliere, le autorità intensificheranno i loro sforzi per combattere il traffico e la tratta di esseri umani.

Nel quadro dei negoziati bilaterali con l’Unione europea in materia di sicurezza e migrazione (negoziati detti di Schengen- Dublino), l’UFR dovrà esaminare la possibilità di far partecipare la Svizzera ai vantaggi derivanti dai negoziati tra l’UE e i Paesi africani.

swissinfo e agenzie

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