Rio Tinto rigetta offerta di fusione con Glencore
(Keystone-ATS) Il gruppo minerario anglo-australiano Rio Tinto ha respinto un’offerta di fusione con il gruppo di Zugo Glencore – tra i maggiori attori mondiali delle materie prime zughese. Tale operazione avrebbe dato vita al numero uno mondiale del settore, che pesa circa 160 miliardi di dollari americani (154,5 miliardi di franchi).
“Nel luglio 2014, Glencore ha contattato Rio Tinto a proposito di una possibile fusione”, ha rilevato il gruppo anglo-australiano. “Il consiglio di amministrazione di Rio Tinto, dopo aver consultato i suo consulenti finanziari e giuridici, ha concluso all’unanimità che una fusione non sarebbe nell’interesse degli azionisti di Rio Tinto”, ha aggiunto.
La decisione è stata trasmessa ad inizio agosto a Glencore e “da allora non v’è stato più alcun contatto tra le due società su tale questione”, secondo Rio Tinto.
Il gruppo anglo-australiano, la cui capitalizzazione è stimata a 107,7 miliardi di dollari australiani (90,6 miliardi di franchi) è il secondo gruppo minerario mondiale. Glencore è invece il quarto produttore al mondo di materie prime dopo la sua fusione con Xstrata nel maggio del 2013. Una fusione con Rio Tinto consentirebbe al gruppo di Zugo di diventare uno dei maggiori produttori mondiali di ferro, secondo gli analisti.
Glencore, che è finita nelle cifre rosse nel 2013, ha registrato nel primo semestre un utile netto di 1,72 miliardi di dollari americani. Nello stesso periodo, Rio Tinto ha realizzato un utile netto di 4,4 miliardi di dollari americani.