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Rischio calcolato

I danni causati dalle forze della natura si susseguono. Un miliardo di euro in Austria e centinaia di milioni in Germania: questo il triste bilancio di una settimana di pioggia.

Le compagnie assicurative devono fare i conti con i cambiamenti climatici, ricalcolando i rischi.

Le assicurazioni fanno i conti con i cambiamenti climatici. Per chi si assume professionalmente dei rischi e intende anche guadagnare sulle polizze, è necessario guardare oltre gli accordi sull’ambiente di Kyoto.

È soprattutto il surriscaldamento dell’atmosfera a preoccupare: “La temperatura media più elevata porta ad una maggiore umidità nell’aria. Questa si scarica in forma di pioggia che, una volta a terra, sempre più spesso assume la connotazione di inondazioni e piene”. È l’esperta in rischi climatici della Swiss Re, Pamela Heck, ad affermarlo.

Altri rischi

Dall’ 11 di settembre del 2001 è soprattutto il rischio terrorismo in primo piano. Ma anche l’affondamento di una petroliera o un incidente aereo possono causare dei problemi insormontabili per le assicurazioni e anche per le compagnie di riassicurazione.

I mercati finanziari rabbrividiscono pensando ai rischi in arrivo. Soprattutto nei paesi industrializzati, dove il livello di assicurazione è alto, le incognite aumentano. La saturazione del mercato e la concorrenza sui premi premono ulteriormente sui gruppi assicurativi; anche in Svizzera.

Un’indagine del Fondo Monetario internazionale (FMI) del giugno di quest’anno, attesta buona salute al sistema finanziario elvetico, comprese le assicurazioni. Ma questo non ha impedito la crisi borsistica di mezza estate e il crollo repentino. Tutti i titoli assicurativi hanno perso il 30 per cento e oltre del loro valore. L’inquietudine la fa da padrona.

Livello d’assicurazione variabile

I danni ambientali non pesano in maniera decisiva sugli assicuratori. Nella maggior parte dei paesi non sono obbligatorie le assicurazioni e quindi gli operatori non devono rispondere.

Diversa la situazione elvetica. Le assicurazioni dei fabbricati sono regolate a livello cantonale e sono generalmente obbligatorie. Questo permette una ridistribuzione in un cerchio assicurativo statale dei rischi. In caso di inondazioni, il sistema privato rimane all’asciutto.

Ma dopo l’11 settembre, la regola fondamentale è chiara per tutti gli operatori: ridefinire i contratti. Proprio Swiss Re, fra i primi a livello mondiale nel settore di riassicurazione, è riuscita in pochi mesi a rinnovare i contratti. Le quote di rimborso sono state limitate e il 2001 sembra dover passare alla storia come l’unico con un bilancio nelle cifre rosse.

Assicuratori previdenti

Anche nel caso di danni ambientali ci si è premuniti. “C’è una presa di coscienza verso i rischi ambientali e c’è una tendenza ad avere una migliore copertura assicurativa – registra Pamela Heck di Swiss Re al microfono di swissinfo – per questo negli ultimi mesi abbiamo ridefinito i criteri di rischio per ogni polizza”.

Una delega delle responsabilità alla comunità: “Dove gli assicuratori rifiutano un impegno entra in gioco la responsabilità delle autorità. Sono loro a dover ricreare la sicurezza necessaria perché l’oggetto in questione sia assicurabile”.

Daniele Papacella

– Le alluvioni in Austria hanno provocato i danni più importanti dal 1959. Un prima stima valuta i danni ad oltre un miliardo di euro.
– In Germania i danni alla produzione agricola ad oltre 100 milioni di euro nel solo Mecklenburg-Vorpommern. A livello nazionale si calcola una perdita del 20 per cento del raccolto.
– La Svizzera non regista danni rilevanti. In genere il buon livello di copertura assicurativa e soprattutto la presenza di assicurazioni obbligatorie sugli immobili garantisce la rifusione delle perdite da parte delle assicurazioni.

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