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Riserve d’oro della BNS: dividiamole per tre

Un comitato interpartitico, guidato dalla consigliera agli Stati, Christine Beerli, ha proposto di non versare l'oro della BNS solo all' AVS Keystone Archive

Un comitato sostenuto da quasi la metà dei parlamentari è sceso in campo in favore di una divisione equa tra AVS, Cantoni e Fondazione Svizzera solidale.

Secondo il comitato a favore del controprogetto all’iniziativa dell’UDC, favorendo tutte e tre le parti si raggiungerebbe un compromesso “equilibrato ed equo”. Il comitato è appoggiato da oltre 120 parlamentari provenienti da quasi tutti i partiti.

L’UDC aveva aperto lunedì la campagna in vista della votazione del 22 settembre, lanciando la sua iniziativa popolare “Per destinare le riserve d’oro eccedentarie al Fondo AVS (Iniziativa sull’oro)” – che prevede di impiegare tutte le riserve della BNS che non servono più a scopi di politica monetaria, o i loro redditi, per il finanziamento dell’AVS. Secondo Christoph Blocher il rendimento delle riserve auree costituirà una nuova risorsa finanziaria per l’AVS.

Promuovere il consenso sociale nel Paese

Il controprogetto presentato dal governo e approvato dalle Camere (ripartizione in tre parti uguali all’AVS, ai Cantoni e alla Fondazione) intende per contro destinare a un fondo il ricavato della vendita delle riserve d’oro non più necessarie per lo svolgimento della politica monetaria (1’300 t.) e conservarne il valore reale. I redditi del patrimonio derivanti dalla gestione di questo fondo affluiscono per un terzo ciascuno all’AVS, alla Fondazione Svizzera solidale e ai Cantoni. Il controprogetto è limitato a 30 anni.

“Tra 30 anni potremo decidere liberamente e di concerto con la nuova generazione ciò che sarà meglio fare di questo patrimonio”, ha detto la consigliera agli Stati Christine Beerli (PLR/BE) in una conferenza stampa a Berna.

“Difendendo questa soluzione, intendiamo promuovere il consenso sociale nel nostro Paese, che potrebbo venir messo in pericolo dall’attribuzione unilaterale di un patrimonio comune”, ha aggiunto la Beerli.

“L’iniziativa dell’UDC non garantisce l’AVS”

Il comitato interpartitico, non si batte soltanto contro l’iniziativa dell’UDC, ma anche contro coloro che propongono il doppio no il 22 settembre. L’iniziativa sull’oro non garantisce il finanziamento dell’AVS sul lungo periodo, secondo il consigliere nazionale Rémy Scheurer (PLS/NE). Le spese dell’AVS ammontano a 30 miliardi di franchi l’anno. Con la soluzione proposta dall’UDC, il capitale di 20 miliardi, se utilizzato d’un sol colpo, si consumerebbe in capo a otto mesi, ha commentato.

Da parte sua il senatore Franz Wicki (PPD/LU) ha fatto notare che non è affatto sicuro che il doppio no risulti favorevole ai Cantoni. Il parlamento si troverebbe davanti a tutta una sequela di rivendicazioni e ci vorrebbero degli anni prima di giungere ad una soluzione confacente. Un’opinione, quest’ultima, condivisa anche dal consigliere di Stato solettese Christian Wanner (PLR), venuto a Berna a ricordare che la maggioranza dei direttori cantonali delle finanze appoggia il controprogetto. Del comitato fa parte anche la consigliera nazionale Vreni Müller-Hemmi (PS/ZH).

Secondo i risultati di un sondaggio compiuto in marzo dall’istituto LINK di Lucerna per conto di «»Coopzeitung», la metà degli svizzeri (49,8 per cento) sarebbe d’accordo di attribuire una parte degli interessi della vendita
dell’oro in eccedenza della BNS alla Fondazione svizzera solidale. Solo il 37 per cento preferirebbe versare interamente il ricavato all’AVS, come propone l’iniziativa dell’UDC. Questa soluzione è sostenuta sopratutto dalle persone con più di 50 anni (46 per cento).

swissinfo e agenzie

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