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Rogatorie con l’Italia, Berna non completamente convinta

In Italia la nuova legge sulle rogatorie è passata tra i fischi e le proteste dell'opposizione. La legge ha fatto storcere il naso anche a livello internazionale swissinfo.ch

In materia di rogatorie internazionali, Berna aspetta di vedere gli effetti pratici della nuova legge italiana prima di firmare l'accordo italo-svizzero.

L’accordo d’assistenza giudiziaria tra Italia e Svizzera non è stato ancora formalmente ratificato da parte elvetica. Nonostante tre recenti decisioni di tribunali italiani che giudica rassicuranti, Berna rimane prudente e aspetta di vedere altri effetti pratici della nuova legge sulle rogatorie approvata dal parlamento di Roma.

“Non c’è urgenza. Attendiamo ancora le decisioni in altri processi italiani attualmente in corso per verificare se l’applicazione della legge sulle rogatorie sia conforme all’accordo del 1998”, ha dichiarato lunedì Folco Galli, portavoce dell’Ufficio federale di giustizia (UFG).

L’esitazione elvetica è dovuta al fatto che la nuova legge, con i suoi formalismi, potrebbe annullare gli effetti positivi per la lotta alla criminalità che l’accordo firmato tre anni fa lasciava sperare: esso mirava infatti a favorire l’assistenza giudiziaria tra i due paesi, mentre la legge italiana d’applicazione sembra a prima vista renderla più difficile, tanto che il procuratore ticinese Luca Marcellini aveva parlato di “dieci anni di collaborazione giudiziaria andati in fumo”.

La legge è stata infatti già invocata davanti a tribunali di Milano e Torino per chiedere la non considerazione, per vizi di forma, di documenti trasmessi dalla magistratura elvetica. Finora i giudici hanno tuttavia respinto le richieste degli avvocati difensori.

Una delegazione svizzera recatasi lo scorso novembre a Roma per chiedere chiarimenti ha appena consegnato un rapporto “sostanziale” alla ministra della giustizia Ruth Metzler, ha indicato Galli, aggiungendo che “è ancora troppo presto per avanzare una data” per la consegna all’Italia degli strumenti di ratifica.

Il ritardo nella notifica blocca una delle misure importanti previste dall’accordo: l’istituzione di un “Ufficio centrale Italia”. “L’ufficio non esiste ancora, ma è un obbligo. Secondo il trattato esso dev’essere costituito due mesi dopo la ratifica”.

L’organismo, dipendente dall’UFG, dovrebbe comporsi di sei persone e incaricarsi di vicende importanti di corruzione o criminalità organizzata. L’ufficio avrà la competenza di dar seguito alle richieste di assistenza giudiziaria riguardanti più cantoni.

La legge italiana sulle rogatoria è stata votata dalla maggioranza che fa capo al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, personalmente oggetto di diversi procedimenti giudiziari per reati finanziari negli ultimi anni. L’opposizione ha accusato il premier di aver imposto il testo di legge a suo personale vantaggio. La legge è stata criticata non solo da parte svizzera ma anche da altri paesi e dall’Europarlamento.


swissinfo e agenzie

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