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Sì degli impresari edili alla libera circolazione

La concorrenza sempre più spietata abbassa i margini di guadagno nell'edilizia Keystone Archive

Per il settore della costruzione, rifiutare l’estensione della libera circolazione ai nuovi paesi membri dell’UE è pericoloso per le imprese svizzere.

La Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) si sente «tradita» dalla destra dura, che ha deciso di non sostenere l’estensione.

La Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) è favorevole all’estensione della libera circolazione ai nuovi stati dell’UE: sostenere il referendum contrario significherebbe peggiorare sensibilmente le condizioni quadro per l’economia d’esportazione, con conseguenze «drammatiche» per tutto il paese.

Agli occhi degli imprenditori, inoltre, le misure di accompagnamento sono uno strumento efficace e necessario per lottare contro il dumping salariale. Riguardo alla situazione generale dell’edilizia, le aziende segnalano un aumento del fatturato, accompagnato però da una scarsa redditività.

Sebbene orientata quasi completamente al mercato interno, l’edilizia è fortemente interessata anche a favorire il settore delle esportazioni: senza una crescita generale dell’economia non è possibile risolvere problemi come il risanamento delle finanze pubbliche, la disoccupazione, il mantenimento della sicurezza sociale e il miglioramento dei consumi, ha sostenuto Werner Messmer, presidente centrale della SSIC e consigliere nazionale (PLR/TG).

A questo proposito le nazioni che nell’Europa orientale hanno aderito all’Unione europea offrono un potenziale enorme che va sfruttato. «Rifiutare l’estensione della libera circolazione delle persone sarebbe in contraddizione con i nostri interessi e rappresenterebbe un affronto contro quegli stati». In caso di rifiuto si rischia che l’UE rinunci a tutti gli accordi bilaterali, con conseguenze drammatiche.

La destra influenzata dagli ideologi



Secondo Messmer, il «no» espresso sabato dall’assemblea dei delegati dell’UDC alla libera circolazione è incomprensibile. «Il partito non ascolta più gli imprenditori nelle sue file, dà invece retta agli ideologi che non hanno alcun contatto con la realtà», ha sintetizzato.

Gli oppositori giocano con le paure e schizzano scenari che non hanno nessun riscontro con la realtà. Un comportamento che in ultima analisi mette in pericolo i posti di lavoro in Svizzera, ha sostenuto il deputato turgoviese.

Il sì all’arrivo di lavoratori dell’est europeo deve essere accompagnato dalle misure d’accompagnamento, che non sono un ostacolo all’economia, bensì uno strumento «ragionevole» per evitare il dumping salariale e favorire l’uguaglianza di trattamento fra i vari attori sul mercato.

Esso va applicato rapidamente: dall’introduzione della seconda fase della libera circolazione con i «vecchi» stati UE, il 1°giugno 2004, alla fine di novembre sono giunti in Svizzera 24’000 lavoratori supplementari, di cui 40 per cento nell’edilizia, ha ricordato Messmer.

Più controlli e sanzioni, con le misure d’accompagnamento

Le misure di accompagnamento porteranno un miglioramento dei controlli, delle possibilità d’intervento e delle sanzioni. Devono però entrare in vigore al più presto: se il referendum dovesse riuscire, il loro impatto sarà posticipato di circa un anno, un ritardo «dannoso e irresponsabile», ha concluso Messmer.

Il settore edile, la cui redditività resta scarsa, è confrontato con una concorrenza intensa e talvolta eccessiva: vi sono troppe aziende sul mercato, che si contendono il lavoro a prezzi troppo bassi.

In prospettiva il volume delle commesse tenderà a stagnare. «I tempi della crescita generale nel settore della costruzione sono probabilmente passati».

Più lavoratori temporanei

Anche per questo l’associazione è delusa dal programma di sgravio delle finanze federali deciso dal Consiglio federale, responsabile a suo avviso di un ulteriore taglio degli investimenti che inciderà sensibilmente sul settore del genio civile.

A livello di personale, la tendenza va verso una diminuzione dei dipendenti fissi e parallelamente verso una crescita delle forze di lavoro temporanee o che operano su base indipendente. Già oggi 25-30mila persone sono attive in questo modo nell’edilizia: un fattore di cui si dovrà tenere conto nel nuovo contratto collettivo mantello nel settore della costruzione.

swissinfo e agenzie

Dal 1° giugno 2004 alla fine di novembre sono giunti in Svizzera 24’000 lavoratori.
40 % di loro nell’edilizia.
In questo settore si è registrato un incremento del giro d’affari, soprattutto negli agglomerati.
Ma la redditività delle imprese di costruzione resta bassa.

Contro la libera circolazione delle persone, e dunque dei lavoratori, si è espresso in Svizzera anche il “Comitato contro il dumping salariale”, del Movimento per il socialismo.

Il Movimento raccoglie firme per un referendum, che almeno dal punto di vista politico, è alternativo a quello lanciato dalla destra nazionale e cantonale (UDC, ASIN, Lega in Ticino) che contesta gli stessi accordi con l’UE in chiave nettamente più xenofoba, per il timore di un’invasione di stranieri, più che per la volontà di proteggere i salari in Svizzera.

L’assemblea dei delegati del sindacato Unia si esprime sul tema sabato: probabile un no al referendum.

In dicembre il parlamento, proprio per venire incontro alle richieste del sindacato, ha approvato alcune misure d’accompagnamento alla libera circolazione.

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