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San Gottardo: Berna studia la possibilità di un pedaggio, Leuthard

(Keystone-ATS) Il Consiglio federale sta studiando la possibilità di introdurre un pedaggio al tunnel autostradale del San Gottardo, con o senza secondo tubo. Lo ha dichiarato al domenicale svizzerotedesco “Sonntag” la ministra dei trasporti Doris Leuthard, precisando tuttavia che vi sono “altri progetti costosi, che potrebbero essere finanziati con tali tasse”.

“La questione di un eventuale pedaggio non si pone soltanto per il San Gottardo”, ha aggiunto la consigliera federale. Tra le idee menzionate, figura per esempio un ponte per l’attraversamento della rada a Ginevra, la cui realizzazione costerebbe circa 3,5 miliardi di franchi.

A titolo di paragone, la costruzione di una seconda canna al San Gottardo, seguita da un rifacimento del tunnel esistente, costerebbe 2,8 miliardi.

“Un pedaggio potrebbe essere il primo passo in direzione di una Mobility Pricing, ovvero una partecipazione ai costi della mobilità”, ha precisato la Leuthard. In altri termini, coloro che utilizzano le infrastrutture devono sopportarne le spese.

Il Dipartimento federale dei trasporti (DATEC) esaminerà entro la fine dell’anno i vantaggi e gli inconvenienti dei pedaggi. Il Consiglio federale si è finora sempre pronunciato contro tali tasse.

Occorre infatti prendere in considerazione la convenzione sul traffico terrestre con l’UE, ha ricordato la ministra popolare democratica. Questo testo fissa il limite massimo di un eventuale pedaggio a 325 franchi per camion. Con la Tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP), in vigore dal 2001, questo limite è già quasi raggiunto e il margine di manovra è di conseguenza molto ridotto.

Con o senza secondo tubo, le incertezze aleggiano sull’alimentazione delle casse della Confederazione che dovrebbero finanziare la circolazione stradale entro il 2016, ha ammesso la settimana scorsa la consigliera federale. I suoi servizi considerano l’ipotesi di adattare al rincaro le tasse sugli oli minerali, ha affermato la Leuthard al “Sonntag”. A suo avviso, questa richiesta è legittima: dal 1993, tali imposte non sono più state ritoccate verso l’alto in funzione dell’inflazione.

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