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Sanità in discussione

L'aumento dei costi della sanità desta grandi preoccupazioni Keystone

Più mercato o più centralismo? In un dibattito urgente sul sistema sanitario destra e sinistra hanno ribadito le proprie ricette, mentre la ministra Dreifuss ha difeso la via mediana del governo.

I costi della sanità continuano a crescere e le prospettive per gli assicurati si fanno sempre più cupe. Dopo l’aumento medio dei premi di quasi il 10% del 2002, per l’anno prossimo le casse malattia hanno già preannunciato una nuova stangata.

E come già un anno fa il parlamento ha indetto un dibattito urgente che si è trasformato in uno scontro ideologico che non ha risparmiato dure critiche al Consiglio federale.

Sinistra: controllare i costi, ma soprattutto ridistribuire gli oneri

I deputati della sinistra hanno messo l’accento soprattutto sull’onere finanziario che i premi causano alle famiglie con redditi medio-bassi. “Il sistema dei premi pro capite diventa sempre più antisociale”, ha sottolineato il socialista Franco Cavalli che ha stigmatizzato il disimpegno finanziario dell’ente pubblico.

Dal 1996, data dell’entrata in vigore della Legge sull’assicurazione malattia (LAMal), al 2001 circa 4,3 miliardi di franchi che la Confederazione mette a disposizione dei cantoni per ridurre i premi degli assicurati sono rimasti inutilizzati.

Il Partito socialista non si batte solo per premi in funzione del reddito ma propone anche misure per contenere i costi senza però introdurre una medicina due velocità, ha tenuto a sottolineare Stéphane Rossini.

Invece di razionare le cure occorre piuttosto razionalizzare il sistema: “Non si tratta di statalizzare la sanità ma di creare una massa critica per una gestione efficace”. Sulla stessa linea anche i Verdi, che per l’assicurazione obbligatoria propongono l’istituzione di una cassa malattia nazionale unica al posto dell’attuale sistema gestito dagli assicuratori privati.

Destra: concentrarsi sulle cause e introdurre più concorrenza

Il problema di fondo è quello di ridurre le spese e per farlo “occorre una riforma che favorisca maggiormente la concorrenza all’interno di un quadro statale chiaramente delineato”, ha osservato il liberale-radicale Felix Gutzwiller che ha criticato la mancanza di una chiara strategia politica da parte del governo. “Attendere significa portare acqua al mulino della nazionalizzazione”, ha messo in guardia la radicale Trix Heberlein.

“Occorre agire sia sui premi sia sui costi”, ha osservato a nome del Partito popolare democratico Thérèse Meyer. A giudizio dei democristiani il premio pro capite resta tuttavia il miglior strumento per favorire un atteggiamento responsabile degli assicurati, mentre la solidarietà dovrebbe concentrarsi sulle famiglie tramite ribassi di premi per i figli.

Quanto al problema dei costi la ricetta democristiana è la “tolleranza zero” nei confronti di sprechi e abusi nonché un finanziamento più trasparente degli ospedali, premessa indispensabile per una gestione più imprenditoriale anche in questo settore. Più mercato e più responsabilità personale viene rivendicato anche dell’Unione democratica di centro. “La LAMal ha fallito e il Consiglio federale non si è assunto le proprie responsabilità”, ha sottolineato il democentrista Toni Bortoluzzi.

Ruth Dreifuss: equilibrio tra mercato e socialità

Bersaglio principale degli attacchi, la consigliera federale Ruth Dreifuss ha difeso le scelte del governo e respinto la tentazione di soluzioni estreme. “È caratteristico del nostro sistema la combinazione tra meccanismi di mercato e un’organizzazione sociale della solidarietà”, ha detto la responsabile della sanità. In questa logica si iscrivono le riforme avviate per il finanziamento ospedaliero prevista dalla seconda revisione della LAMal.

I principi liberali sarebbero assicurati tramite il coinvolgimento dei diversi operatori di questo mercato nei progetti di riforma. La libera scelta del medico e le incitazioni di tipo economico per garantire l’efficienza del sistema fanno parte di questa filosofia di fondo. “Ma lo Stato ha anche una responsabilità”, ha sottolineato la ministra socialista: “Non è perciò uno scandalo parlare di una ridistribuzione degli oneri quando si discute di un’assicurazione sociale”.

Fatture gonfiate nelle analisi

Intanto, nell’ambito della sanità, fa discutere un servizio diffuso martedì sera dalla TV svizzerotedesca SF DRS. Il servizio riguardava laboratori collettivi fittizi che fanno eseguire le analisi da grossi laboratori, in grado di lavorare a prezzi molto più bassi, viste le quantità di analisi fatte.

Tuttavia la fattura dei medici è calcolata secondo le tariffe cantonali dei laboratori degli studi, nettamente più alte. I medici che fanno capo a tali stratagemmi sarebbero 675 secondo la DRS.

Stando a quanto rivelato mercoledì dall’Associazione dei capi di laboratori di analisi mediche (FAMH), l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) e santésuisse (l’associazione delle assicurazioni malattia) erano da tempo a conoscenza delle fatture gonfiate per analisi mediche emesse da laboratori collettivi fittizi: L’UFAS osserva che occorre chiarire la dimensione del problema, santésuisse che non le erano noti casi concreti.

Luca Hoderas

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