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Sanità e disoccupazione preoccupano gli svizzeri

Il problema della sanità è sentito in tutti i gruppi della popolazione Keystone

La disoccupazione torna ad essere una delle principali fonti di preoccupazione per gli svizzeri, dopo la sanità.

In un solo anno, la mancanza di posti di lavoro è schizzata dalla quinta alla seconda posizione nella classifica delle apprensioni della popolazione. Per la prima volta nella graduatoria figurano anche il terrorismo e la globalizzazione.

Dal 1998 al 2000, la disoccupazione aveva perso progressivamente alcune posizioni nel «barometro delle preoccupazioni degli svizzeri», realizzato annualmente dall’istituto di sondaggi GfS per conto del Credit Suisse. Il sondaggio relativo al 2001 mostra invece una netta progressione: la percentuale di persone preoccupate per la penuria di impieghi è infatti passata in un anno dal 34 per cento al 45 per cento.

La sanità si mantiene al primo posto

Il sistema sanitario resta comunque la principale apprensione degli svizzeri. La percentuale di persone preoccupate dai temi relativi alla sanità è persino aumentata del 5 per cento rispetto al 2000 raggiungendo il 64 per cento. Questo è un problema sentito da quasi tutti i gruppi di popolazione, anche se è stato maggiormente citato dal ceto medio, precisano gli autori dello studio.

Terrorismo-estremismo

La principale novità di quest’anno è la comparsa del tema terrorismo/estremismo nella hit-parade dei timori elvetici. Nel 2000 era causa di ansie solo per l’1 per cento della popolazione, mentre quest’anno il terrorismo preoccupa ben il 27 per cento dei 1029 aventi diritto intervistati e si piazza in sesta posizione: ex aequo al sesto rango la nuova povertà, che nel 2000 era considerata allarmante solo dal 18 per cento.

Anche la globalizzazione sta salendo in classifica. Questo tema, apparso per la prima volta fra le ansie degli svizzeri nel 1996, si situa ormai all’ottava posizione e preoccupa ben il 24 per cento della popolazione, contro l’11 per cento nel 2000. Secondo gli autori della ricerca, questi sviluppi sono legati ai recenti avvenimenti di politica mondiale. Solo il prossimo anno – affermano – si potrà dire se si tratta di fenomeni effimeri o di tendenze durature.

Le preoccupazioni ambientali meno sentite

Una tendenza a lungo termine è quella registrata dalla protezione dell’ambiente, che da anni tocca sempre meno gente. Nel 1988 infatti ben il 78 per cento degli intervistati era preoccupato da questioni legate all’ecologia, nel 1992 la percentuale era calata al 50 per cento, poi nel 1996 è scesa ulteriormente al 20 per cento e lo scorso anno ha raggiunto solo il 15 per cento. In questo lasso di tempo, precisa lo studio, le priorità si sono chiaramente spostate dai temi ambientali a quelli sociali e politici.

Al terzo posto della classifica 2001 figura l’AVS (37 per cento contro 49 per cento nel 2000), al quarto l’Europa (34 per cento contr 45 per cento) e al quinto i rifugiati (32 per cento contro 41 per cento). L’aumento della proporzione di stranieri è in nona posizione (22 per cento contro 23 per cento) mentre al decimo posto a pari merito ci sono i problemi relativi alle imposte e alle finanze (19 per cento contro 22 per cento) e le questioni salariali (19 per cento contro 13 per cento).

Scetticismo per lo sviluppo economico

Il barometro del Credit Suisse mette pure in evidenza una netta perdita di fiducia della popolazione nello sviluppo economico. Nel 2001 è nettamente aumentato il numero di persone scettiche riguardo all’economia, passando dal 29 per cento nel 2000 al 41 per cento nel 2001. Questa percentuale non era mai stata così alta dal 1997. Non tutti i settori economici però sono colpiti allo stesso modo. Sono infatti soprattutto le banche a soffrire di una perdita di fiducia: la percentuale di persone che fa affidamento su di esse è calata dal 55 per cento nel 2000 al 33 per cento lo scorso anno.

swissinfo e agenzie

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