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Sarà Montreal e non Losanna la capitale mondiale dell’antidoping

Dopo due anni di permanenza provvisoria, l'agenzia antidoping lascerâ Losanna alla volta di Montreal swissinfo.ch

Lo ha deciso il consiglio di fondazione dell'Agenzia mondiale antidoping (AMA), che ha scelto come sede la città canadese. Tra le sconfitte, oltre a Losanna, anche Vienna, Bonn e Stoccolma, tre città sostenute dalla Francia.

Fumata nera per le città europee a Tallin, in Estonia, dove erano riuniti i membri del consiglio di fondazione dell’AMA. Dopo quattro scrutini, alle quattro città del vecchio continente, in lizza per ospitare la sede dell’agenzia antidoping, è stata preferita Montreal.

Dopo quasi due anni di permanenza nella “capitale olimpica”, l’agenzia lascerà le rive del Lemano per trasferirsi oltre Atlantico. Nonostante gli appoggi forniti a Losanna sia dal comitato di valutazione della stessa AMA sia alle federazioni sportive, l’ha dunque spuntata il presidente dell’agenzia, il canadese Richard Pound, che si era espresso a favore della candidatura di Montreal.

Ma la battaglia è stata combattuta, soprattutto a causa dell’opposizione francese. Molto sensibile al problema del doping, dopo gli scandali del Tour de France, Parigi voleva che la sede dell’agenzia finisse in una città dell’Ue. E questo perché, secondo i francesi, i paesi comunitari, che hanno dato prova di grande impegno nella lotta al doping, potevano garantire all’AMA di funzionare in modo indipendente e trasparente.

L’agenzia, che raggruppa i rappresentanti degli organismi sportivi e degli stati, si è data per missione di armonizzare a livello mondiale le procedure e i regolamenti della lotta contro il doping nello sport di competizione.

Integralmente finanziata fin dalla sua creazione, nel novembre del 1999, dal CIO, a partire dal 2002 l’AMA verrà sostenuta in parti uguali dal Comitato internazionale olimpico e dagli stati membri. Il suo budget di 20 milioni di euro (circa 30 milioni di franchi svizzeri) verrà coperto per il 47,5 percento dall’Europa, per il 29 percento dalle Americhe, il 20 percento dall’Asia, il 2,5 percento dall’Oceania e lo 0,5 percento dall’Africa.

swissinfo e agenzie

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