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Schubarth se ne va, sollievo per il parlamento

I deputati non dovranno esprimersi sul caso Schubarth Keystone

Martin Schubarth, il giudice del tribunale federale che aveva sputato contro un giornalista, si dimette sei mesi prima del previsto.

La decisione è un sollievo per il parlamento, che lunedì avrebbe dovuto decidere sulla sorte del giudice, e permette di salvaguardare il principio della separazione dei poteri.

Lo scorso 11 febbraio, Martin Schubarth, 61 anni, suscita lo scandalo, sputando contro un giornalista della Neue Zürcher Zeitung che l’aveva definito «perfido».

Giorni dopo, i suoi colleghi lo mettono in disparte, ritirandogli tutte le competenze. Una decisione senza precedenti nella storia del tribunale federale, la massima corte di giustizia della Svizzera.

Ma il giudice federale rimane ugualmente in funzione e continua a ricevere lo stipendio di 326’000 franchi all’anno.

Le commissioni di gestione delle due camere del parlamento si occupano allora del caso e le pressioni su Martin Schubarth si moltiplicano. All’inizio di ottobre, il giudice annuncia le sue dimissioni per il mese di giugno del 2004.

Il 6 ottobre, le commissioni di gestione pubblicano il loro rapporto. E più che la storia dello sputo, i commissari rinfacciano al magistrato un atteggiamento autoritario e degli strappi al principio della collegialità.

Infine, giovedì 6 novembre, la commissione giudiziaria del parlamento riceve una lettera in cui Martin Schubarth annuncia di dimettersi al più tardi per la fine di gennaio 2004.

Nel nome della separazione dei poteri

Uno sviluppo che è di sollievo per il parlamento, perché se Schubarth avesse insistito per rimanere più a lungo, la commissione giudiziaria avrebbe dovuto decidere, lunedì, se fosse il caso di destituire il giudice.

Ma, nel nome della separazione dei poteri e dell’indipendenza della giustizia, la Svizzera non ha finora mai voluto che i giudici del tribunale federale potessero essere destituiti durante il loro periodo di funzione, che dura 6 anni.

Questo rigore si spiega con il timore che, attraverso minacce o procedure di destituzione, il parlamento federale – che elegge i giudici – possa tentare di influenzare in un modo o nell’altro il corso della giustizia.

Due precedenti

Già un anno fa, quindi prima del caso Schubarth, il parlamento aveva però già compiuto una deroga spettacolare a questo principio.

Senza discutere, i deputati avevano adottato una disposizione secondo cui i giudici del futuro tribunale penale federale – la corte di prima istanza, che sarà insediata a Bellinzona il 1° aprile 2004 – potranno essere destituiti. Cosa mai vista da 130 anni.

Concretamente, questa nuova disposizione prevede che il parlamento possa destituire un giudice che abbia compiuto una grave violazione dei suoi doveri di funzione o che abbia perso la capacità di esercitare tale funzione.

Una deroga che ne ha comportato una seconda: lo scorso 22 settembre, il consiglio degli stati ha adottato, per i giudici dell’altra futura corte di prima istanza – il tribunale amministrativo federale di San Gallo – una disposizione identica a quella decisa per il tribunale penale.

L’altra camera del parlamento non si è ancora pronunciata, ma difficilmente potrà dire di no.

I casi di Losanna e di Lucerna

Resta la questione dei giudici permanenti del tribunale federale propriamente detto, vale a dire l’autorità giudiziaria suprema della Confederazione svizzera, la cui sede è Losanna (e Lucerna per le questioni attinenti alle assicurazioni).

Per il momento, questi giudici non possono essere destituiti. Quando, lo scorso settembre, si è occupato della questione, il consiglio degli stati ha ritenuto il problema troppo delicato, per discuterne prima che fosse risolto il caso del giudice Schubarth.

Si è quindi accontentato di trasmettere il dossier all’altra camera, che se ne occuperà l’anno prossimo.

La maggioranza del consiglio degli stati sembra però favorevole a poter destituire i giudici supremi, stimando – secondo le parole del presidente della commissione giuridica – che «chi è competente per nominare un giudice, deve esserlo anche per destituirlo».

In ogni modo, c’è da aspettarsi un acceso dibattito sulla questione, poiché a Berna c’è chi giudica troppo forte il rischio che i deputati, tramite il sistema di destituzione, possano tentare di influenzare la giurisprudenza.

swissinfo, Michel Walter
(traduzione dal francese: Fabio Mariani)

Martin Schubarth, il giudice federale sospeso dalla funzione per aver sputato contro un giornalista, si dimette per la fine di gennaio al più tardi, e non a giungo come annunciato in precedenza.

La decisione solleva il parlamento, che avrebbe dovuto decidere dell’eventuale destituzione del giudice, infrangendo il principio della separazione dei poteri politico e giudiziario.

Il parlamento aveva comunque già derogato a tale principio in occasione della nomina dei giudici dei due futuri tribunali federali, quello penale di prima istanza di Lugano e quello amministrativo di San Gallo.

L’anno venturo le camere dovranno pure occuparsi dello statuto degli attuali giudici del tribunale federale di Losanna e di quello delle assicurazioni di Lucerna.

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