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Sci elvetico: «La situazione è molto grave»

Umore nero per Gian Gilli dopo l'amara sconfitta degli sciatori svizzeri ai campionati del mondo di Bormio Keystone

Dopo il disastro ai Campionati del mondo di Bormio, il responsabile delle competizioni di «Swiss Ski», Gian Gilli, traccia un bilancio per swissinfo.

Oltre a misure immediate, il patron dello sci elvetico ritiene necessario un cambiamento alla base, che richiederà parecchi anni.

Gli sciatori svizzeri tornano con la coda tra le gambe dai campionati del mondo di Bormio. Se fra gli uomini, Didier Defago, Ambrosi Hoffmann, Silvan Zurbriggen, Daniel Albrecht e Bruno Kernen sono riusciti a ritagliarsi un posto fra i primi dieci classificati, fra le donne è stata una vera e propria ecatombe. Il miglior risultato è infatti stato ottenuto da Nadia Styger, ottava nel super G.

A memoria di sciatore non si era mai visto un simile disastro. A San Moritz, la Svizzera era riuscita ad ottenere almeno una medaglia di bronzo nella combinata, grazie a Marlies Oester. A Bormio invece, il medagliere rossocrociato è rimasto desolatamente vuoto.

La doppia campionessa del mondo, Marie Thérèse Nadig, che da inizio stagione allena la squadra femminile, non è riuscita ad essere all’altezza delle aspettative.

Quale prospettiva per i giochi olimpici?

Al responsabile delle competizioni dello sci elvetico, Gian Gilli, non resta che constatare una dura sconfitta, che non può che rivelarsi preoccupante in vista dei giochi olimpici di Torino del 2006.

«Eravamo giunti a Bormio con due obiettivi: verificare la nostra organizzazione e ridare lustro allo sci elvetico. Purtroppo, dal punto di vista sportivo, la situazione si è rivelata molto grave», ha affermato domenica Gilli.

In vista delle prossime olimpiadi, è necessario prendere delle decisioni: «I cambiamenti non devono essere effettuati nel settore maschile, bensì in quello femminile», ha affermato il patron dello sci svizzero, senza tuttavia entrare nel merito delle scelte che prossimamente dovranno essere fatte.

«Dobbiamo prepararci al meglio per i giochi di Torino. Per quella data dovremmo poter recuperare Didier Cuche, attualmente infortunato», ha precisato.

Modifiche strutturali

Ma Gian Gilli è cosciente che i risultati si misureranno solo a lungo termine.

Lo stato di salute dello sci elvetico potrà essere migliorato solo se le modifiche toccheranno la base stessa dell’organizzazione. Un lavoro che necessita di almeno dieci-quindici anni.

Gilli non riesce in particolare a spiegare il numero incredibile di ragazze infortunate: dieci nella sola coppa Europa: «Qualcosa non funziona. Sono pronto a rimettermi in gioco personalmente», ha affermato.

Il più alto responsabile dello sci elvetico dovrà però soprattutto pensare all’inquadramento degli sciatori.

« Non posso rivoluzionare da solo tutta l’organizzazione. Dobbiamo soprattutto ripensare il sistema di studi degli sportivi d’élite. Non è normale che lo sciatore domiciliato nel Cantone dove si trova la scuola paghi 6000 franchi, mentre quelli provenienti da altre regioni svizzere debbano accollarsi un onere di 25’000 franchi. La struttura deve essere modificata, in modo da permettere agli allievi di consacrarsi maggiormente allo sci», sostiene Gilli.

Rivoluzione in programma?

A Bormio, Gian Gilli ha intrapreso le prime discussioni con gli allenatori, in particolare con Angelo Maina, capo del settore sci alpino femminile.

L’introduzione di un esame d’ammissione per esercitare la professione d’allenatore comincia a produrre i primi frutti: «Quest’anno ne abbiamo ammessi 30 e ci rendiamo conto che la qualità è decisamente migliorata», sostiene.

Il capo delle discesiste, Franz Kohlhuber, nonché gli allenatori Hans Flatscher e Sepp Brunner potrebbero trovarsi in difficoltà.

«Mentalmente, le ragazze sono fragili. Ma soprattutto il nostro vivaio non è stato rinnovato. Ad esempio, nessuno è pronto per prendere il posto di Sonja Nef nello slalom», prosegue il capo competizioni di «Swiss Ski».

L’ammissione di sconfitta permetterà forse di fare cambiare le cose. Tuttavia, l’avvicinarsi dei giochi olimpici potrebbe bloccare il tutto. In ogni caso, Gian Gilli assicura di avere già sulla sua scrivania alcune lettere di dimissioni: «Non vi dirò quante ne ho ricevute, né il nome di chi intende partire», ha concluso.

swissinfo, Dick Deene a Bormio
(traduzione e adattamento: Anna Passera)

L’ultima volta che la Svizzera non riuscì ad ottenere alcuna medaglia durante un campionato mondiale di sci fu nel 1966 a Portillo, in Cile.

Al contrario, gli anni ’80 sono stati il decennio d’oro dello sci elvetico.

Il record risale ai campionati del mondo di Crans-Montana del 1987, durante i quali la Svizzera ha collezionato 14 medaglie, di cui 8 medaglie d’oro. La Svizzera disponeva allora di un vero e proprio «dream team», composto da Pirmin Zurbriggen, Maria Walliser, Erika Hess e Michela Figini.

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