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Scienza ed economia svizzere aperte verso la Cina

Il premier cinese Wen Jiabao (a destra) si è compiaciuto con Pascal Couchepin degli scambi commerciali tra i due paesi Keystone

Il viaggio di Pascal Couchepin in Cina ha permesso di accelerare alcuni dossier importanti per l’economia elvetica.

Se lo spinoso tema dei diritti dell’uomo non è stato ignorato, non tutti sono d’accordo nel considerare l’approccio di Berna sufficiente.

«Pista d’atterraggio» per l’economia svizzera a Shanghai

Con l’inaugurazione dello «Swiss Center» di Shanghai si è conclusa la visita ufficiale del presidente svizzero Pascal Couchepin in Cina.

La struttura dovrebbe facilitare quelle piccole e medie imprese svizzere (PMI) desiderose di impiantarsi nella regione. Prendono parte al progetto quaranta imprese; il capitale è di 200’000 franchi, una parte dei quali provengono dalla Confederazione.

Con 13,2 milioni di abitanti – 300 svizzeri – Shanghai è infatti una delle regioni più importanti per gli investimenti elvetici.

Promotrice del progetto è stata la Camera del commercio friburghese, il cui direttore André Uebersax, ha paragonato il Centro a una «pista di atterraggio» per le PMI.

Esso infatti permette alle imprese di iniziare la loro produzione «passo a passo» riducendo i costi e i rischi e permettendo loro di accedere al mercato cinese «in base alle loro capacità».

Contraffazione di prodotti made in Switzerland

Si è discusso anche della lotta contro la contraffazione di prodotti svizzeri che circolano in Cina.

Questo argomento interessa in special modo il settore dell’orologeria, ha dichiarato in proposito Jean-Daniel Pasche, presidente della federazione del ramo.

Secondo Pasche le perdite, per l’insieme dei mercati, sono stimate tra i 500 milioni e il miliardo di franchi all’anno.

Un milione di notti

La Cina ha dichiarato la Svizzera meta turistica “ufficiale” (Approved Destination Status, (ADS). I turisti cinesi potranno in altre parole visitare il Paese di Heidi senza troppi intoppi burocratici.

Di che far sognare gli albergatori di Ginevra, Lucerna o St- Moritz. Secondo Svizzera Turismo, si prevedono circa 300’000 prenotazioni provenienti dalla Cina per il 2006 (il doppio rispetto al 2002). La cifra di un milione di “notti” potrebbe essere raggiunta entro il 2015.

La decisione di includere la Svizzera tra le destinazioni turistiche ufficiali è una disposizione che Berna attendeva da diversi anni. Nel 2001 l’attribuzione di questo statuto era stata bloccata dopo che un’organizzazione non governativa (ONG) elvetica aveva presentato una denuncia contro l’ufficio cinese del turismo, suscitando le ire di Pechino.

Collaborazione scientifica

La delegazione elvetica guidata da Couchepin ha firmato anche una dichiarazione d’intenti con la Cina in campo scientifico.

Sull’esempio dell’accordo sulla ricerca stipulato recentemente tra la Svizzera e l’India, Berna desidera rafforzare gli scambi tra «cervelli» elvetici e cinesi.

Si vogliono in particolare instaurare programmi tra le alte scuole dei due paesi, ha dichiarato il consigliere federale. La collaborazione è prevista soprattutto nei campi della medicina e della biologia.

Diritti umani

Per il presidente della Confederazione si chiude così un viaggio nell’Impero di mezzo molto incentrato sull’economia: forse troppo, secondo coloro che vorrebbero maggiore attenzione per i diritti umani.

Interrogato più volte nel corso del suo viaggio, Couchepin ha sottolineato che ha affrontato anche la questione dei diritti umani con i suoi ospiti cinesi, e ha ricordato che su questo tema Berna sta portando avanti un dialogo con Pechino dal 1993. Il modo di farlo alimenta però anche critiche.

La sezione svizzera di Amnesty International considera che i progressi registrati in questo ambito sono piuttosto «magri».

Della stessa opinione anche il sinologo Antoine Kernen dell’Istituto universitario di studi sullo sviluppo (IUED) di Ginevra, che si è detto «molto scettico».

Invece di organizzare discussioni puramente retoriche tra intellettuali e ministri occorrerebbe, a suo avviso, sviluppare progetti concreti nelle province cinesi, sostenendo per esempio centri di consulenza legale per la popolazione come hanno fatto i paesi nordici.

swissinfo e agenzie

In Cina operano già circa 600 imprese svizzere(fonte ambasciata elvetica a Pechino).
2 miliardi di franchi: esportazioni elvetiche in Cina.
2,2 miliardi di franchi: importazioni in Svizzera di prodotti cinesi.
4 miliardi: gli investimenti in Cina da parte d’imprese elvetiche durante gli ultimi 20 anni.
5 miliardi: potrebbe essere il volume degli scambi commerciali tra Cina e Svizzera nel 2004.

Aperto a Shanghai un centro per le piccole e medie imprese elvetiche.

Firmata una dichiarazione d’intenti in materia di cooperazione nel campo della medicina e della biologia.

Berna desidera rafforzare gli scambi tra «cervelli» elvetici e cinesi.

Affrontato anche il delicato tema dei diritti umani.

Ma secondo Amnesty International e altre organizzazioni i progressi in questo campo sono piuttosto magri.

La Svizzera invierà guardie carcerarie svizzere come consulenti in Cina.

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