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Scuola senza maestri?

Gli allievi di molti cantoni si troveranno di fronte insegnanti stranieri Keystone

Le scuole hanno riaperto i battenti, in molti cantoni svizzeri. Soltanto grazie a misure straordinarie non si è verificata la temuta carenza d'insegnanti

Il problema di fondo rimane. La professione d’insegnante è diventata meno attrattiva.

Da alcuni anni a questa parte, le scuole di molti cantoni svizzeri sono confrontate con un grosso problema: la carenza d’insegnanti.

Una carenza che potrebbe ripresentarsi nei prossimi anni, anche se per l’anno in corso sono state trovate soluzioni temporanee.

Insegnanti dall’estero

La situazione è particolarmente precaria nel canton Argovia. Nel 2003, a causa della ristrutturazione del sistema di formazione per gli insegnanti, non sarà diplomato nessun nuovo maestro elementare.

Nel 2004 i nuovi diplomati saranno presumibilmente solo la metà di quelli necessari, scrive il settimanale Beobachter.

Quest’anno, come già l’anno scorso, il canton Argovia ricorrerà a insegnanti provenienti dall’estero. Una cinquantina, come ha indicato all’agenzia ats il Dipartimento dell’educazione argoviese.

Anche altri cantoni – Turgovia, Sciaffusa, Lucerna, Nidvaldo, Grigioni e Friburgo – hanno fatto ricorso a personale straniero, sempre stando all’inchiesta svolta dall’ats.

Soluzioni temporanee

Alcuni cantoni, come Basilea Città e Campagna, Berna, Argovia, Friburgo e Vaud, hanno inoltre impiegato studenti o altre persone prive di una formazione pedagogica completa.

A Zugo, Uri e Vallese, insegnanti di livelli inferiori della scuola hanno ricevuto incarichi ai livelli superiori. Maestri delle elementari si ritrovano cosi per esempio a insegnare nella scuola secondaria.

Situazione stazionaria in Ticino

In Ticino, grazie all’alto numero di liceali che scelgono la strada dell’insegnamento, la situazione è finora stabile. Ma nei prossimi anni anche qui potrebbero sorgere delle difficoltà.

“È un problema che si porrà quando usciranno dal mercato del lavoro i docenti che sono entrati nella scuola all’inizio degli anni Settanta”, osserva Diego Erba, responsabile della Divisione della scuola del canton Ticino.

La concorrenza dell’economia privata e di Zurigo

Molti cantoni, compresi quelli francofoni di Friburgo, Neuchâtel e Vaud, hanno particolari difficoltà nel trovare insegnanti per le materie scientifiche, la matematica e l’economia.

In questi ambiti, la concorrenza dell’economia privata si rivela spesso troppo forte.

Tuttavia, come nota ancora Diego Erba, “quando l’economia tira, abbiamo maggiori difficoltà a trovare giovani laureati che entrino nella scuola, ma nei periodi d’incertezza come quello attuale, la situazione si capovolge.”

Ma la concorrenza è anche interna al mondo della scuola stessa. Un cantone come Zurigo, grazie agli stipendi alti che è in grado di offrire agli insegnanti, ha superato la difficile situazione dello scorso anno (oltre 200 posti vacanti), attirando personale da altri cantoni.

La difficile professione di insegnante

Le soluzioni trovate per l’anno scolastico 2002-2003 non devono tuttavia sviare l’attenzione da uno dei problemi di fondo che gravano sulla scuola odierna.

La professione di insegnante ha perso negli ultimi anni molto del suo prestigio sociale e della sua attrattiva.

Le misure di risparmio nel settore scolastico, il numero crescente di ore e di materie d’insegnamento, le classi sempre più grandi, le condizioni lavorative e salariali non sempre allettanti, inducono molti a non scegliere o ad abbandonare l’insegnamento.

Soprattutto nei centri urbani poi, gli insegnanti devono spesso assumersi compiti di integrazione degli stranieri e di assistenza sociale, per i quali non hanno una formazione sufficiente.

Andrea Tognina

salario minimo di un maestro delle elementari al 1° anno d’insegnamento: 58’627 fr.
salario massimo: 73’777 fr.

scuola secondaria, salario minimo: 66’857 fr.
salario massimo: 83’591 fr.

Per ovviare alla carenza d’insegnanti, un problema che da alcuni anni preoccupa i responsabili della scuola, molti cantoni ricorrono a personale straniero o a persone senza una formazione pedagogica completa.

Misure che non risolvono però il problema alla radice. Gli insegnanti che lasciano la professione, per le condizioni salariali e di lavoro insoddisfacenti, sono sempre più numerosi.

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