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Senza nuovi mezzi il Pardo non ha futuro

Marco Solari, presidente del Festival del film di Locarno, sempre in cerca di nuove risorse e sinergie swissinfo.ch

L'anno scorso, al termine della 58esima edizione, il presidente Marco Solari aveva lanciato un appello all'unità del Locarnese per salvare il Festival internazionale del film.

Un anno dopo eccolo di nuovo in prima linea per un altro vibrante appello, che va ben oltre i confini cantonali: alla fine di questa edizione le casse del Festival saranno vuote.

“Irene Bignardi – dichiara il presidente Marco Solari – ci ha lasciato un Festival senza un franco di debiti e una rassegna cinematografica rafforzata. Ma alla fine di questa 59esima edizione le casse saranno vuote”.

Solari non usa mezze parole quando, alla presentazione dell’atteso progetto del Palazzetto del Cinema di Locarno, lancia questo nuovo, accorato appello.

“Se non troveremo altri 700 mila franchi, il Festival dovrà essere ridimensionato”. E ridimensionare un Festival all’apice del successo sarebbe come gettare alle ortiche un patrimonio culturale nazionale di rilevanza internazionale, costruito con pazienza e con passione in sessant’anni di storia.

Ampliare gli orizzonti, irrobustire le radici

La chiusura degli alberghi a Locarno, la necessità di stare al passo (di corsa) degli altri Festival e di vegliare alla salute finanziaria della rassegna, avevano sostanziato l’appello lanciato l’anno scorso da Solari, che di passione, nel difendere questo Festival, ne mette molta; il contagocce non fa davvero per lui.

Locarno non può permettersi di uscire dall’orbita del mappamondo cinematografico mondiale, ragion per cui è destinato a crescere e a rafforzare la propria posizione. Cominciando nella realtà in cui è nato, in cui ha messo radici che occorre irrobustire.

Lo spirito cittadino che ha caratterizzato il Festival fino ai nostri giorni, deve entrare in una più ampia dimensione regionale coinvolgendo, molto di più di quanto fatto finora, i comuni del Locarnese. A cominciare da quello di Ascona, che gode di una buona salute finanziaria e che offre strutture di accoglienza di altissimo livello.

Locarno punta sul Palazzetto del Cinema

Ma Locarno, la città di elezione del Festival, non sta di certo a guardare: intende offrire al Pardo le migliori premesse per il suo sviluppo e nel territorio che lo ha visto crescere e diventare forte.

Consapevole del ruolo nazionale ed internazionale della manifestazione, il Municipio della città ha così presentato il progetto di Palazzetto del Cinema, una torre di 70 metri che svetterà nel cielo sopra Locarno.

La sindaca Carla Speziali, pure vice presidente del Festival internazionale del film, a pochi giorni dall’inizio della 59esima edizione ha dunque messo le carte sul tappetto: un Palazzetto del Cinema con otto sale di proiezione (da 1000, 500, 300, 150 e 100 posti), uffici, locali per archivi, deposito e montaggio di pellicole.

Un grande complesso con annesso un centro commerciale, una struttura alberghiera di almeno 4 stelle e con almeno 100 camere E pronto ad ospitare la sede per la Svizzera italiana del Centro di coordinamento delle attività audiovisive inserito nella “Rete cinema ch”.

“Riconosciuto come polo cinematografico nazionale – annota Carla Speziali -, Locarno deve poter assumere il ruolo di punto di riferimento per lo studio, la ricerca e l’approfondimento nel settore delle attività cine-televisive”.

Il coinvolgimento di Ascona

In attesa che l’iter per l’approvazione del Palazzetto del Cinema segua il suo corso – che tutti sperano rapido e senza ostacoli – questa nuova stagione del Festival riparte, in un certo senso, da Ascona.

Come? Sfruttando soprattutto al meglio le sue strutture alberghiere, allestendo al cinema Otello numerose proiezioni di prime e di incontri professionali. E, in particolare, spostando sulle rive del lago di Ascona, uno dei simboli del Festival: i cubi della nuova sezione “Play Forward”, una raccolta di opere digitali ai confini tra cinema ed arti visive.

L’idea è di favorire ulteriormente lo spostamento del pubblico ad Ascona, contribuendo a creare questa nuova cultura “regionale” e gettando le basi per una migliore osmosi tra due realtà molto vicine. Il Festival è stato immediatamente ricambiato. Aumentando il proporio contributo finanziario, Ascona ha voluto dare un segnale forte di collaborazione.

L’irrinunciabile dimensione internazionale

“L’anno scorso, in piena crisi finanziaria, il Ticino – ricorda a swissinfo Solari, pochi giorni prima della presentazione del Palacinema – aveva confermato il proprio aiuto finanziario al Festival per altri cinque anni. Considerando il contesto, il segnale di sostegno è stato quindi molto chiaro ed esplicito”.

Anche la Confederazione non fa mancare il proprio appoggio. “Ma dobbiamo compiere un salto di qualità – afferma Marco Solari – se vogliamo stare al passo con gli altri festival. E questo salto è possibile solo con maggiori mezzi finanziari”.

“Lo dico molto spudoratamente: andrò a Berna a chiedere più soldi per potere fare fronte ad esigenze in crescita”. Del resto se si vuole mantenere la qualità, sulla quale il Festival non è disposto a scendere a compromessi, occorrono maggiori risorse”.

“Da quando ho assunto la presidenza del Festival – precisa Solari – ho fatto del rigore finanziario la mia filosofia. Gestire in modo corretto le risorse pubbliche è un dovere. Ma questo rigore ha dei seri limiti quando intacca la sostanza. E il rischio è vicino”.

“Mantenere la qualità a livello di organizzazione, tecnica, logistica e contenuti – conclude il presidente – è una sfida che costa , ma è necessaria se vogliamo restare un festival di importanza mondiale. E alla dimensione internazionale, il vero asso nella manica di Locarno, non è possibile, né lontanamente immaginabile, rinunciare”.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

Quarto festival di importanza mondiale – dopo Cannes, Venezia e Berlino – il Festival internazionale del film di Locarno non ha altra scelta se non quella di continuare a puntare sulla qualità e sulla dimensione internazionale.

Se non ci fosse il Festival, il Locarnese non sarebbe sotto i riflettori del mondo per dieci giorni all’anno. E di questa “aura” internazionale ne beneficiano anche tutto il Ticino e tutta la Svizzera.

Una ragione sufficiente, per il presidente Marco Solari alla guida della rassegna cinematografica dal 2000, per chiedere ulteriori sostegni alla causa del cinema e della cultura.

Il budget 2006 del Festival è di 9,8 milioni di franchi, meno 1,5 rispetto all’edizione precedente.
Per le edizioni del Festival 2006-2010, l’importo globale del Canton Ticino è di 12,5 milioni di franchi.
Per il Palazzetto del Cinema il Municipio di Locarno chiede al Legislativo un credito di 22 milioni di franchi.
L’intera operazione costerà tra i 100 e i 120 milioni di franchi.

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