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SG: 8 anni a pedofilo che abusava di bambine dell’Est

Un uomo di 65 anni condannato nel canton San Gallo per atti pedofili (foto simbolica). KEYSTONE/CHRISTOF SCHUERPF sda-ats

(Keystone-ATS) Otto anni di reclusione per un uomo di 65 anni del canton San Gallo che ha commesso ripetuti abusi sessuali su due bambine dell’Europa dell’Est di 5 e rispettivamente 10 anni. La pubblica accusa chiedeva una condanna a 15 anni.

A un mese di distanza dal dibattimento, il Tribunale distrettuale del Toggenburgo ha pubblicato oggi la sentenza che ha ritenuto l’uomo colpevole di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, coazione, atti sessuali con fanciulli e pornografia.

La sentenza non è ancora definitiva: subito dopo la sua presentazione, il Ministero pubblico – che oltre alla pena nettamente più severa chiedeva anche una misura terapeutica stazionaria – ha annunciato l’intenzione di ricorrere in appello.

L’uomo è stato arrestato 2014 e ha già passato 491 giorni in detenzione preventiva. Al momento dell’arresto sul suo computer furono trovate 2700 foto e 150 video pedopornografici, realizzati dallo stesso imputato in camere d’albergo e case di vacanza della regione sangallese del Toggenburgo, ma anche in Francia e Germania.

Le indagini sono state condotte sulla base di osservazioni e sorveglianza telefonica. Una delle vittime è una bambina di nazionalità slovacca, che veniva accompagnata agli incontri con il presunto pedofilo dalla stessa madre. All’epoca dei fatti aveva cinque anni. Un’altra bambina polacca di dieci anni è stata fotografata e filmata ed ha soggiornato da sola a più riprese con l’imputato in diverse camere d’albergo. Entrambe le ragazzine hanno inoltre subito ripetuti abusi sessuali.

La madre della bambina di cinque anni, che era sempre presente agli incontri, è stata descritta dalla procura come una donna “che aveva urgentemente bisogno dei soldi di questi servizi: era lontana da casa e si trovava in una situazione senza speranza”.

Il pedofilo san gallese in passato era già stato incarcerato per un certo periodo in Polonia, dove una donna ucraina gli avrebbe inviato in carcere foto di sua figlia di sette anni. Secondo l’accusa, tra i due si sarebbe sviluppato in una sorta di rapporto commerciale: l’uomo avrebbe così ordinato foto pornografiche alla madre in cambio di denaro, dando istruzioni sulle pose che la bambina doveva assumere.

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