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Sherpa al lavoro ad Adelboden

Lo spazio alpino: non solo tempo libero e rigenerazione per l'uomo, ma anche cassaforte di beni naturali fondamentali alla vita sulla terra swissinfo.ch

Sessioni plenarie in pieno svolgimento alla Conferenza internazionale sull'agricoltura sostenibile e lo sviluppo rurale di montagna, nell'Oberland bernese.

Diplomazia elvetica impegnata in primis nel lavoro dietro le quinte. Gli sherpa dell’Ufficio federale dell’agricoltura hanno quattro giorni a disposizione per giungere alla redazione di un testo comune di misure a favore dello sviluppo sostenibile dell’ambiente alpino.

Chiave dello sviluppo sostenibile

La manifestazione, denominata SARD-Mountains 2002, è stata inaugurata domenica pomeriggio alla Kirchgemeindehaus di Adelboden dal ministro svizzero dell’economia Pascal Couchepin. L’assise si propone di preparare il quadro tematico delle misure strutturali da sottoporre all’adozione del plenum del Vertice mondiale per lo sviluppo sostenibile, in programma a Johannesburg dal 26 agosto al 4 settembre prossimi.

La collocazione geografica nel cuore dell’Europa, la specifica conformazione territoriale di Paese alpino con oltre il 75 percento di montagne, un’agricoltura ed una selvicoltura di montagna da secoli in simbiosi con il pasaggio, una diffusa sensibilita’ alla tutela dell’ambiente, fanno della Svizzera un “soggetto chiave” della politica di sviluppo sostenbile nelle regioni alpine. Lo ha riconosciuto Jacques Eckebil, vice direttore responsabile del Dipartimento per lo sviluppo sostenibile della Fao, che ha premiato il modello elvetico con la medaglia della Fao.

Compito improbo

L’obiettivo della Task Force svizzera, condotta dal ‘conference manager’ dell’Ufficio federale dell’agricoltura Hans-Joerg Lehmann, appare obbiettivamente difficile. Il terreno sul quale si devono bilanciare i negoziatori elvetici non e’ favorevole. La dimostrazione prima e’ il bilancio Rio+10. Dieci anni dopo il Vertice della Terra del ‘92 in Brasile, gli stessi attori di quell’impulso allo sviluppo di politiche di protezione dell’ambiente coordinate, esprimono un senso di disagio di fronte agli incontrovertibili dati scientifici che documentano un peggioramento, in quest’ultima decade, dello stato di salute della Terra. Lo ha ammesso, tra gli altri, anche Jean-François Giovannini, direttore supplente della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC),

Il secondo elemento che, per deduzione, risulta in contrasto con la prospettiva di una facile conclusione della Confenza di Adelboden, e’ rappresentato dalla mancanza di volonta’, manifestato dagli attori della scena politica mondiale, di saper tutelare l’universalita’ del rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo. La motivazione e’ che in un momento storico come quello attuale si devono privilegiare politiche di intervento militare e sovrannazionale per mandare in porto la prima guerra globale del ventunesimo secolo: quella al terrorismo nelle sue molteplici matrici e varianti ideologiche.

Con gli interessi strategici della comunita’ internazionale tarati su coordinate a corto termine, parlare di sviluppo sostenibile nelle Alpi appare un controsenso. Il fantasma del fallimento del Vertice della fame, conclusosi giovedi’ a Roma, aleggia sulla conferenza di Adelboden. Dalla capitale italiana è giunta la constatazione che il diritto fondamentale all’alimentazione viene tutelato dalla comunita’ internazionale solo con l’intervento umanitario d’urgenza.

Lo spirito di Adelboden

Certo la Svizzera, lo ha auspicato il consigliere federale Pascal Couchepin a nome del governo, si propone che il documento finale della SARD-Mountains 2002 rifletta “lo spirito di Adelboden”. Un concetto che racchiude la visione a lungo termine che hanno dello sviluppo del territorio alpino abitanti di zone di montagna come quelli del Frutigland, la regione dell’Oberland bernese dove si situa anche Adelboden.

Montagne, prati e boschi risplendenti nel riflesso del ghiacciaio del Wildstrubel, nella cornice di bianco immacolato delle nevi perenni del Lohner e del Fitzer, vette che dai 3 mila metri in su si fondono con l’azzurro del cielo. Il tutto rischiarato da una solarita’ che pare uscita dal pennello di un Segantini. E poi il profumo rinfrescante di erba appena tagliata, l’odore intenso ed aromatico di fieno che secca sui ripidi declivi.

Le due facce della medaglia

Una cartolina. Un messaggio visuale, olfattivo, sensoriale che ammalia. Un quadro che ha pero’ anche le sue imperfezioni, le sue crepe. Punti negativi che per Adelboden sono il transito di veicoli motorizzati lungo la Dorfstrasse, la strada centrale del paese quando invece potrebbe facilmente essere decretata pedonale. Il traffico di transito degli abitanti di Stiegelschwand e Achsten, due frazioni del comune di Adelboden, puo’ essere dirottato su strade alternative a quella che attraversa il vecchio nucleo del villaggio.

Punti negativi che, nel concetto di sviluppo sostenibile sono la primazia dell’aspetto economico. Una visione che la Svizzera cerca, in parte, di superare ridistribuendo reddito ai contadini di montagna per la loro funzione di mantenimento e tutela dello spazio alpino, uno dei mattoni dell’ecosistema.

Sergio Regazzoni, Adelboden

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