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Si precisano le accuse contro il parroco pedofilo sangallese

Per eradicare gli ecclesiastici pedofili dalla Chiesa si è mosso anche Papa Giovanni Paolo secondo. www.christusrex.org/www.algherobeniculturali.it

Lo scandalo dell'ecclesiastico pedofilo sangallese, scoppiato il 12 marzo con l'arresto, testimonia di un'aberrazione non confinata al clero statunitense.

Le accuse di pedofilia non riguardano ormai più solo don Alois Fritschi, l’ex parroco di Walenstadt, nel Canton San Gallo, ma anche il suo predecessore. Il predecessore di Fritschi ha confessato di aver commesso «abusi sessuali su ragazzini». Lo ha reso noto domenica sera il vicario vescovile di San Gallo Markus Büchel ai microfoni del «Tagesschau» della Televisione svizzero tedesca DRS. La Chiesa – ha aggiunto il vicario – era «probabilmente al corrente» delle pratiche.

Le indagini della magistratura hanno intanto accertato che l’ex parroco don Alois avrebbe abusato sessualmente di due o tre ragazzini. Lo ha reso noto venerdì il procuratore sangallese Thomas Weltert in una nota, precisando che le accuse a carico del prete sono gravi in quanto le aggressioni sono state frequenti – a volte persino una volta alla settimana – e di lunga durata.

Nei confronti del parroco di 63 anni, sospettato di atti sessuali con fanciulli, è stata aperta un’inchiesta penale, precisa il magistrato. Stando ai primi accertamenti, Don Alois avrebbe abusato di due o tre ragazzi tra il 1986 e il 1997, quando svolgeva il suo ministero a Uznach (nel Canton San Gallo). Parte dei reati sono quindi probabilmente caduti in prescrizione. Le vittime conosciute – che ora sono tutte maggiorenni – sono state invitate a rivolgersi a centri di assistenza specializzati.

L’ecclesiastico pentito

Il parroco, che ha confessato i reati e sostiene di essere pentito, è confortato da un assistente spirituale e rappresentato da un avvocato difensore. L’appartamento e altri locali utilizzati da don Alois sono stati perquisiti dalla polizia, che ha sequestrato documenti, videocassette e dischetti di computer. Il materiale confiscato non ha fornito appigli concreti per sospettareche il parroco abbia compiuto altri reati. Le videocassette e le illustrazioni trovate non sono di carattere pornografico.

Dall’arresto del parroco, avvenuto lo scorso 12 marzo, non sono giunte nuove denunce o indicazioni di abusi su altre persone: nei prossimi giorni don Alois potrà quindi lasciare il carcere preventivo, indica Weltert, precisando che l’inchiesta penale verrà conclusa al più presto.

Secondo il procuratore l’atto di accusa sarà presentato nel terzo trimestre dell’anno e comprenderà i reati di atti sessuali con fanciulli e coazione sessuale. Il parroco non ha mai usato violenza fisica nei confronti delle sue vittime.

swissinfo e agenzie

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