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Sicurezza significa vivere senza paura

Walter Fust, direttore della Direzione dello sviluppo e della cooperazione Keystone

Alla riunione annuale della Direzione dello sviluppo e della cooperazione, la consigliera federale Micheline Calmy-Rey si è espressa a favore di una cultura mondiale della pace.

Il convegno si è tenuto all’insegna della massima “Aiuto umanitario per maggior sicurezza”.

Sicurezza significa poter vivere senza paura e miseria. Per raggiungere questo obiettivo sono necessarie strategie contro il terrorismo e la promozione di una cultura della pace mondiale.

Lo ha affermato venerdì a Lucerna la consigliera federale Micheline Calmy-Rey intervenendo alla Giornata annuale della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).

L’impegno della Svizzera

Lottare contro la violenza significa in primo luogo combattere contro la disperazione, la povertà e le disuguaglianze, ha detto la responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) davanti agli 800 invitati che hanno partecipato all’incontro.

La Confederazione si batte per i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto: fattori fondamentali per lo sviluppo sostenibile e per il raggiungimento della pace, ha proseguito la consigliera federale.

Un esempio dell’impegno svizzero in tal senso è stata la Conferenza umanitaria sull’Iraq del 15-16 febbraio scorso a Ginevra, hanno sottolineato i responsabili della DSC.

“Si dice che una guerra in Iraq sia necessaria per ristabilire la sicurezza e proteggerci dall’impiego di armi di distruzione di massa. Dobbiamo però chiederci se questo conflitto non porterà invece a una nuova ondata di insicurezza, scatenerà altri attentati e provocherà l’uso di armi chimiche o biologiche proibite”, ha evidenziato la responsabile del DFAE.

L’importanza di strategie a lungo termine

“Le organizzazioni umanitarie internazionali hanno ricevuto meno del 10 per cento degli aiuti che sarebbero necessari per proteggere la popolazione civile irachena e assistere i futuri rifugiati”.

Ecco perché occorre elaborare strategie a lungo termine studiate a livello internazionale, ha dal canto suo detto il capo della DSC Walter Fust.

“Killer dello sviluppo”: così Fust ha definito i Paesi in cui lo stato di diritto è stato sostituito da fazioni rivali belligeranti.

In queste nazioni i signori della guerra locali non hanno alcun interesse a trovare soluzioni pacifiche, ha affermato Fust.

Questa forma di “collasso politico” è riscontrabile in molti Paesi, ha proseguito il direttore della DSC.

Ciò comporta problemi di sicurezza non solo per la popolazione civile, ma anche per i collaboratori delle organizzazioni umanitarie, ha proseguito Fust: sono infatti aumentate le vittime, che lavoravano per organismi internazionali.

Affiché si riesca a prevenire questo fenomeno, la Confederazione sostiene le riforme nel settore dell’ordinamento giudiziario, nonché dello Stato, del governo e dell’amministrazione.

Quando la sicurezza indivuale degli esseri umani è un bene per una piccola frangia di privilegiati, si assiste a forti disuguaglianze, ha concluso Fust.

Aiuto umanitario per una maggiore sicurezza

“Il personale umanitario a Baghdad non ha come compito quello di aiutare gli stranieri giunti nel paese mediorientale come scudi umani”, ha avvertito il direttore della DSC Walter Fust.

“Non abbiamo l’intenzione di attivare membri del corpo dell’aiuto umanitario per salvare cittadini svizzeri”.

La DSC sconsiglia vivamente di recarsi a Baghdad. “Se le ambasciate dovessero chiudere, i mezzi a disposizione per aiutare queste persone sarebbero pochi”, ha affermato Fust rispondendo alla domanda di un giornalista a margine della Giornata annuale dell’aiuto umanitario che si è svolta a Lucerna.

“L’Iraq accoglie questi scudi umani a braccia aperte e il regime li utilizza come uno strumento di propaganda”, ha aggiunto Fust.

Il direttore della DSC ha poi ammesso la durezza delle sue parole e precisato che gli uomini dell’aiuto umanitario svizzero non abbandoneranno comunque un cittadino elvetico.

“Ma non possiamo garantire niente”, ha sottolineato.

Sette pacifisti svizzeri si sono recati a Baghdad come “scudi umani” e piazzati davanti a luoghi suscettibili di essere bombardati in caso di guerra.

Un atteggiamento che Washington ha qualificato di “crimine contro l’umanità”.

swissinfo e agenzie

La DSC ha 500 collaboratori in patria e all’estero
Dispone di un budget annuo di 1,2 miliardi di franchi
Alla conferenza annuale erano presenti 800 persone

La Direzione dello Sviluppo e della Cooperazione (DSC) è l’agenzia del Dipartimento federale degli affari esteri preposta alla cooperazione internazionale.

Alla DSC incombe il coordinamento generale della cooperazione allo sviluppo e della cooperazione con i Paesi dell’Europa orientale, con altri uffici federali nonché con l’Aiuto Umanitario della Svizzera.

Essa effettua azioni dirette, sostiene programmi di organizzazioni multilaterali e finanzia programmi di opere umanitarie svizzere e internazionali.

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