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Sigarette vietate ai minorenni per ridurre il tabagismo?

Anche la Svizzera sta valutando l'opportunità di introdurre il divieto di vendita dei tabacchi ai minori Keystone

L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) sta esaminando la fattibilità di introdurre il divieto legale di vendere sigarette ai minorenni.

La notizia è stata confermata dal direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) Thomas Zeltner, il quale ha reso noto che si discute «se sia più opportuno fissare il divieto ai minori di 16 o 18 anni».

Thomas Zeltner ha precisato che l’idea del divieto rientra nel programma nazionale 2001-2005 di prevenzione dal tabagismo. L’anno prossimo verrà posto in consultazione un dettagliato progetto, non appena sarà stata ultimata la fase di elaborazione.

Strapotere dei produttori

Il divieto appare certo, l’unico dubbio concerne il limite d’età. Dopo il fallimento del precedente programma (1995-2001) di lotta al tabacco, che mirava a far diminuire il numero di fumatori, il dipartimento dell’interno diretto dalla consigliera federale Ruth Dreifuss ha chiesto il raddoppio dei mezzi a sua disposizione -una trentina di milioni di franchi- per contrastare lo strapotere delle multinazionali della sigaretta.

Il numero di fumatori – ha ricordato la Dreifuss lanciando l’attuale programma – sta aumentando, «soprattutto tra i giovani, e con essi aumentano anche le patologie legate al consumo di sigarette o sostanze affini». Attualmente i fumatori in Svizzera sono due milioni ed i decessi riconducibili al consumo di tabacco ben 8 mila l’anno.

Distributori automatici

Da qui l’idea del divieto di vendita ai giovani. Rimane però aperta la questione dei 30 mila distributori automatici di sigarette. Anche questo è un problema che stiamo studiando, ha dichiarato il direttore dell’UFSP; si potrebbe giungere a bloccare l’accesso ai minorenni tramite un sistema informatizzato ed una scheda elettronica che verrebbe venduta soltanto a chi ha più di 18 anni.

Oggi in Svizzera sembra esistere il consenso a non vendere tabacco ai minori di 16 anni: perfino l’industria delle sigarette è favorevole all’introduzione del divieto, non fosse altro -dicono gli ambienti antifumo- per difendere la propria immagine.

L’esempio dell’Europa

In numerosi Paesi europei è in vigore un limite legale alla compravendita di sigarette: in Italia, Austria e Inghilterra esso è fissato a 16 anni; in Finlandia, Norvegia e Irlanda a 18. In Germania e Francia non vige alcun divieto.

Questo genere di divieti -ha affermato Verena El Fehri, direttrice dell’Associazione svizzera per la prevenzione dal tabagismo- hanno un effetto limitato sul consumo di sigarette. «Proprio per questo l’industria del tabacco è d’accordo».

La strategia del prezzo

Oltre al divieto, un altro elemento per dissuadere i giovani dal fumare è il prezzo delle sigarette. La scorsa settimana il Consiglio federale si è rifiutato di portare di un sol colpo il costo di un pacchetto da franchi 4,80 a 5,60, preferendo un aumento progressivo per giungere ad allinearsi ai prezzi praticati in Europa.

Negli ambienti antifumo e di prevenzione questa «mezza misura» ha suscitato il malcontento: diversi studi hanno infatti dimostrato che un aumento del 10 per cento del pacchetto di sigarette genera una diminuzione del consumo pari al 4 per cento, che nei giovani raggiunge il 7 per cento. Un motivo per non più tergiversare, dicono gli anti-tabagisti.

Lotta su più fronti

Con il programma di lotta al tabagismo, la Confederazione vuole evitare che sempre più persone diventino dipendenti, ma anche permettere ai fumatori di uscire dalla dipendenza e proteggere la salute dei non-fumatori. Lanciando il programma 2001-2005, lo scorso giugno, la consigliera federale Ruth Dreifuss aveva detto: «Dobbiamo far leva sulla responsabilità individuale, mettendo bene in chiaro il pericolo per la salute cui si va incontro».

Da parte sua il direttore dell’UFSP aveva aggiunto che occorre rafforzare le prescrizioni sugli avvertimenti da stampare sui pacchetti di sigarette, ma anche avviare azioni di sensibilizzazione nelle scuole e limitazioni nella pubblicità. E se non bastasse, passare al divieto di vendita ai minori di 16 anni. «Sono misure necessarie – aveva detto Zeltner – poiché siamo tra i Paesi europei più toccati dal problema».

swissinfo e agenzie

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