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Slancio di solidarietà senza precedenti nel 2005

Gli immensi danni causati dallo tsunami hanno provocato uno slancio di generosità in Svizzera Keystone Archive

Mai come nel 2005 gli svizzeri sono stati così generosi: dagli 820 milioni di franchi del 2004, le donazioni hanno infatti raggiunto la cifra di 1,34 miliardi.

Questo record è da mettere in relazione soprattutto con lo tsunami del Natale 2004 e con le intemperie che hanno colpito la Svizzera nell’estate del 2005.

Il 2005 rimarrà probabilmente negli annali delle organizzazioni attive in caso di catastrofi e nell’aiuto allo sviluppo.

Gli svizzeri si sono infatti mostrati generosi come non mai: ben 1,34 i miliardi di franchi raccolti, il 63% in più rispetto all’anno precedente, quando le donazioni raggiunsero quota 820 milioni.

Secondo l’istituto gfs.zurigo, che da qualche anno effettua un “monitoraggio delle donazioni”, il risultato è la conseguenza dello tsunami che alla fine del 2004 ha devastato il sud-est asiatico e del maltempo che ha colpito la Svizzera lo scorso mese di agosto.

L’81% degli intervistati ha dato qualcosa

Il sondaggio, realizzato su un campione di 1’500 persone nella Svizzera tedesca e romanda, ha mostrato che le catastrofi naturali dello scorso anno hanno fatto aumentare del 25% il numero di persone che ha fatto donazioni.

L’81% delle persone intervistate ha affermato di aver versato qualcosa, una percentuale che non mai era stata così alta dalla prima inchiesta annuale condotta nel 1997. Nel 2004, ad esempio, “solo” il 63% degli svizzeri aveva effettuato dei doni.

Anche i giovani e le persone di formazione superiore, che negli ultimi anni donavano sempre meno, hanno partecipato a questo slancio di solidarietà.

L’ultimo “picco di solidarietà” era stato registrato nel 2000, in occasione delle intemperie che avevano distrutto parte del villaggio vallesano di Gondo. Allora, la somma complessiva delle donazioni aveva raggiunto i 990 milioni di franchi.

Svizzeri tedeschi più generosi

Gli svizzeri tedeschi si sono mostrati più generosi, con una somma pro capite di 763 franchi (599 nel 2004). Gli svizzeri francesi, per contro, hanno offerto in media 261 franchi (199).

La forte copertura mediatica delle catastrofi – rileva l’istituto – ha svolto un ruolo determinante come non mai nella sensibilizzazione dei donatori, sensibilizzazione di cui ha approfittato soprattutto la Catena della Solidarietà, la principale organizzazione di raccolta fondi svizzera.

Malgrado le catastrofi, gli svizzeri non hanno dimenticato la lotta contro la fame. Forse perché da più parti sono stati lanciati appelli a non trascurare le vittime della siccità e della carestia in Africa, spiega l’istituto gfs.

I doni sono invece diminuiti per gli andicappati, l’ambiente e gli animali.

Quest’anno bisogna inoltre aspettarsi una diminuzione delle donazioni. Molte persone offrono infatti in maniera puntuale e non regolare.

Nel suo rapporto, l’istituto zurighese osserva inoltre che la controversa questione dei costi amministrativi delle organizzazioni d’aiuto non influisce più di tanto: i donatori scelgono soprattutto in base alla serietà e al settore d’azione dell’associazione.

swissinfo e agenzie

Nel 2005, la popolazione svizzera ha versato circa 1,34 miliardi di franchi per l’aiuto umanitario e d’urgenza.
Secondo le cifre ufficiali, la Confederazione ha dal canto suo speso nel 2005 2,2 miliardi per l’aiuto allo sviluppo.
Questa cifra rappresenta lo 0,44% del prodotto interno lordo.
Il principale organismo federale preposto all’aiuto allo sviluppo, la Direzione per lo sviluppo e la cooperazione, ha un budget annuo di 1,3 miliardi.
Il Segretariato di Stato dell’economia ha speso invece 280 milioni in questo settore.

Uno dei principali destinatari delle donazioni fatte dagli svizzeri è la Catena della Solidarietà, un organismo di raccolta fondi creato dai media svizzeri.

Questa fondazione versa i soldi a una trentina di organizzazioni svizzere, che si occupano di fornire l’aiuto necessario.

La Confederazione è attiva nell’aiuto allo sviluppo in particolare attraverso la Direzione dello sviluppo e della cooperazione, che dipende dal Ministero degli affari esteri, e il Segretariato di Stato dell’economia.

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