Accordo globale sui fondi ebraici: incomincia la fase di ripartizione
La stesura del piano di ripartizione degli 1,25 miliardi di dollari, previsti dall'accordo globale fra le grandi banche svizzere e la controparte ebraica, è curata dall'avvocato Judah Gribetz, delegato del giudice di New York Edward Korman.
Il piano, che Gribetz dovrà presentare entro l’11 settembre, sarà in seguito sottoposto alle parti interessate. Queste avranno tempo fino al 6 novembre per prendere posizione ed esprimere eventuali obiezioni per iscritto.
Il 20 novembre seguirà un’udienza del giudice Korman al tribunale federale di Brooklyn sul piano e le eventuali modifiche auspicate. Il magistrato americano prenderà poi una decisione. Questa potrà essere attaccata davanti a una corte d’appello federale Usa. Ciò tuttavia ritarderebbe il versamento della somma messa a disposizione dalle banche elvetiche.
L’accordo globale non è infatti un trattato fra governi come quello sui lavoratori coatti in Germania, che contempla una scadenza fissa per il versamento degli indennizzi, spiega Gribetz. Al contrario, l’accordo globale è il risultato di un processo e i pagamenti saranno possibili soltanto quando saranno esaurite tutte le possibilità di ricorso «più 30 giorni».
L’avvocato non ha voluto rivelare su che criteri si baserà per la ripartizione dei fondi. Per saperlo, occorrerà attendere la pubblicazione del suo piano. Gribetz si è semplicemente limitato a dire di aver ricevuto centinaia di proposte formali e informali da parte di cittadini privati e organizzazioni. Numerosi suggerimenti si trovano sul sito Internet dell’accordo globale.
Il compito di Judah Gribetz è arduo. Secondo il direttore esecutivo del Congresso ebraico mondiale, Elan Steinberg, si tratta del «lavoro più difficile del mondo». Gli aventi diritto sono costituiti da diverse categorie di persone. Oltre ai superstiti dell’Olocausto e a discendenti di vittime del nazismo che avevano averi in banche svizzere, vi sono anche rifugiati espulsi dalla Svizzera o respinti alla frontiera, nonché eredi di vittime dell’Olocausto che avevano stipulato assicurazioni sulla vita mai onorate.
Le ricerche sono complicate dal fatto che non esistono cifre affidabili al cento per cento riguardo a vittime del nazismo, come ad esempio lavoratori coatti, omosessuali, zingari o testimoni di Geova. Judah Gribetz non vuole confidare il suo stato d’animo di fronte alle difficoltà del suo compito: «Sono al servizio della giustizia e tengo per me i sentimenti personali», ha risposto.
swissinfo e agenzie

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