Strasburgo dà ragione ai ticinesi amici Carlos per la troppa galera

I due ticinesi fatti arrestare nel 1994 dalla procuratrice federale Carla Del Ponte quali presunti amici del terrorista Carlos hanno ottenuto ragione dalla Corte europea dei diritti umani: troppo tempo per il rilascio dal carcere preventivo.
Secondo una sentenza del 30 novembre, la Svizzera ha violato l’articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che prevede per ogni arrestato il diritto di indirizzare un ricorso a un tribunale affinché esso decida «entro brevi termini» sulla legalità della sua detenzione. Per la corte di Strasburgo 32 e 34 giorni d’attesa per Giorgio Bellini e l’altra ticinese arrestata con lui sono troppi.
La sentenza non è tuttavia ancora definitiva. Le parti hanno ancora la possibilità di contestarla entro tre mesi davanti alla «Grande camera» della corte di Strasburgo. Secondo Philippe Boillat, vice direttore della Divisione degli affari internazionali al Dipartimento federale di giustizia e polizia, a Berna si vuol leggere la decisione nei particolari prima di presentare un eventuale ricorso.
I due ticinesi furono arrestati il 19 e il 20 settembre 1994 e trasferiti nel carcere regionale di Berna, perché sospettati di «ripetuto assassinio e tentato assassinio» in relazione all’attività terroristica internazionale di Illich Ramirez Sanchez alias Carlos tra il 1979 e il 1983. A metà ottobre, i due presentarono istanze di scarcerazione, che furono respinte dapprima dalla Procura federale, poi – il 21 e il 23 novembre – dalla Camera d’accusa del Tribunale federale.
Il fatto che la lunghezza della procedura sia dovuta al doppio stadio di decisione non è una buona giustificazione, secondo la corte di Strasburgo: è infatti compito del singolo stato organizzare la sua procedura in modo conforme alla Convenzione dei diritti umani.
In base alla sentenza, la Svizzera deve pagare per ciascuno dei due casi 4.000 franchi di risarcimenti processuali. A Bellini spettano inoltre 2.000 franchi per danni «non pecuniari».
Lo scorso 21 giugno la Procura federale ha archiviato le indagini di polizia giudiziaria contro i cosiddetti «amici svizzeri di Carlos» in Svizzera, precisando che «gli elementi acquisiti durante la procedura d’indagine non permettono di promuovere un atto d’accusa». In agosto, gli avvocati dei due ticinesi hanno chiesto cospicui risarcimenti.
swissinfo e agenzie

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