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Bambini scomparsi: il sistema d’allarme si fa attendere

Il rapimento della piccola Ylenia ha suscitato un'ondata di compassione in Svizzera Keystone

Nell'estate del 2007 veniva rapita ed uccisa la piccola Ylenia, originaria di Appenzello. Ad un anno di distanza il sistema d'allerta in caso di rapimenti non è però ancora diventato realtà.

Una delle proposte allo studio è la creazione di un sistema d’allarme attraverso la diffusione di fotografie sui telefoni cellulari, che però non potrà vedere la luce prima del 2010.

Il rapimento di Ylenia, avvenuto il 31 luglio di un anno fa ad Appenzello, aveva messo in luce diverse lacune, in particolare per quanto concerne la rapidità d’intervento in simili casi. L’allarme negli altri cantoni fu infatti lanciato solo sei giorni dopo il rapimento e ne passarono dieci prima che fosse informata la vicina Austria.

Il corpo senza vita della bimba di 5 anni, avvelenata con un solvente, fu poi ritrovato a metà settembre. Il rapitore, uno svizzero di 67 anni, si suicidò il giorno stesso del sequestro. Dall’inchiesta emerse che Urs Von Aesch pianificò il crimine.

Parlamento favorevole

La vicenda aveva pure mostrato l’importanza degli appelli lanciati attraverso i media, grazie ai quali la polizia aveva ricevuto importanti indizi e testimonianze.

Per cercare di migliorare le procedure in caso di scomparsa di bambini, il parlamento ha approvato lo scorso mese di dicembre un sistema d’allerta tramite MMS (Multimedia Messaging Service, ossia le immagini che si inviano sui cellulari). Oltre alla fotografia, il messaggio dovrebbe contenere una descrizione della persona scomparsa e un numero di telefono.

Un sistema simile è già utilizzato in diversi paesi, in particolare negli Stati Uniti (vedi a fianco).

In Svizzera questa struttura d’allerta dovrà essere coordinata dai cantoni, che dispongono di ampie competenze giudiziarie. La proposta è attualmente al vaglio della Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia.

Diversi aspetti da chiarire

Stefan Leutert, collaboratore scientifico della Conferenza, spiega a swissinfo che diversi aspetti devono ancora essere discussi.

“Una questione importante da chiarire è sapere chi avrà le competenze per attivare un allarme tramite MMS a livello svizzero. Quando si dà l’allerta bisogna essere sicuri che il bambino sia veramente stato rapito e che non sia semplicemente in ritardo perché si è fermato a giocare con un compagno rientrando da scuola”, afferma Leutert.

“Non si tratta quindi solo di questioni tecniche, ma anche procedurali”, sottolinea, aggiungendo che in caso di allarmi frequenti tutto il sistema ne uscirebbe indebolito.

Il rapporto finale è atteso per il 2009 e il sistema – se sarà approvato dalla Conferenza – potrebbe essere introdotto nel 2010. Allo studio vi è pure un metodo d’allarme che consiste in un SMS contenente un link che rinvia a un sito internet con tutte le informazioni sul bambino o la bambina.

Petizione

Ogni tipo di sistema d’allerta – precisa Leutert – andrà ad aggiungersi alle misure già esistenti. La polizia potrà continuare come finora a trasmettere le informazioni attraverso i media.

Un allarme con una fotografia non è però sinonimo di successo: “Nel caso di Ylenia, nessuno l’ha vista dopo la sua scomparsa”, spiega Leutert.

A inizio luglio, la Fondazione per la ricerca di bambini scomparsi tramite internet (Fredi) ha consegnato una petizione firmata da 32’5000 persone che domanda alle autorità di creare velocemente un sistema d’allarme.

“Chiediamo che sia instaurato il più presto possibile, ma prima di tutto vorremmo che vi sia una collaborazione effettiva e reale tra polizia cantonale e popolazione”, sottolinea la direttrice della fondazione Diane Burgy.

“Troviamo inoltre deplorevole il fatto che attualmente internet non sia sfruttato in caso di rapimento di bambini”, aggiunge.

Ore cruciali

Al pari di numerosi specialisti, Diane Burgy rileva che le prime ore dopo la scomparsa sono fondamentali e che le autorità delle regioni limitrofe devono pure essere allarmate immediatamente. Ciò che non è avvenuto nel caso di Ylenia.

“Molte persone dicono che la maggior parte dei bambini che scompaiono in realtà fuggono”, prosegue la direttrice della fondazione Fredi. “È vero che in Svizzera i casi di rapimento sono pochi, ma è una ragione sufficiente per non far nulla?”.

swissinfo, Isobel Leybold-Johnson
traduzione ed adattamento di Daniele Mariani

Un dispositivo di allarme in caso di rapimenti di bambini è già realtà in alcuni paesi occidentali. Negli Stati Uniti il cosiddetto ‘Amber Alert’ – dal nome di una bambina di nove anni rapita ed uccisa nel 1996 – è stato introdotto 12 anni fa.

Inghilterra, Galles, Canada, Francia, Grecia e Portogalllo dispongono pure di sistemi simili. All’inizio di quest’anno, i ministri dell’UE hanno deciso di non introdurne uno generale a livello europeo.

Questi dispositivi permettono di diffondere molto rapidamente e sull’insieme del territorio nazionale informazioni precise concernenti un probabile sequestro, segnatamente tramite i media, i pannelli informativi sulle autostrade o messaggi audio nelle stazioni.

Uno studio realizzato nel 1993 negli Stati Uniti ha evidenziato che le prime ore successive a un sequestro sono decisive: su 621 rapimenti conclusisi con un omicidio, nel 44% dei casi i bimbi erano stati uccisi durante la prima ora, nel 74% nelle prime tre ore e nel 91% nelle prime 24 ore dopo il sequestro.

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