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Un console svizzero si lancia nella formazione interattiva

La pedagoga Eulinelia Vergne De Assis Barbosa con due giovani allieve. Emmanuel Manzi

È un nuovo tipo di scuola per la regione Nordest del Brasile. A Salvador de Bahia, Daniel Kunz, console onorario di Svizzera, vuole offrire ai giovani e ai meno giovani la possibilità di formarsi in una settantina d’attività differenti. Davanti a uno schermo e in maniera interattiva.

Durante i vent’anni trascorsi in Brasile, Daniel Kunz ha potuto tessere una vasta rete di relazioni. È grazie a una di esse, Aldo Freitas, fondatore dell’università privata UniJorge a Salvador de Bahia, che ha avuto l’idea di lanciarsi nella formazione professionale. Cinque anni fa, Freitas ha avviato le prime scuole «Era Digital Formazione Professionale». Oggi ve ne sono nove a Salvador e una a Recife. «Ciò dimostra che questo modello d’insegnamento professionale risponde a un bisogno», spiega il console onorario, che ha appena aperto un nuovo istituto sotto la stessa insegna, di cui è proprietario e direttore.

Nelle scuole «Era Digital Formazione Professionale», l’insegnamento è informatizzato e interattivo e concerne circa 70 ambiti professionali. I corsi sono registrati in anticipo ricorrendo a specialisti. Ad esempio, per una formazione di cassiere di supermercato, l’allievo segue sul suo computer (ve ne sono 16 nella sala dei corsi) un video su tutto ciò che riguarda questa attività, cominciando dalle addizioni e sottrazioni sulla sua cassa registratrice virtuale.

Daniel Kunz, 46 anni, è console onorario di Svizzera per lo Stato di Bahia da cinque anni. Nato sulle rive del Lago Bodanico, nel canton Turgovia, vive in Brasile da vent’anni, «perché è una terra che offre molte opportunità». È sposato con un’avvocatessa brasiliana e ha un figlio di 10 anni. Possiede dei negozi e lavora come agente immobiliare a Salvador.

Dopo una formazione come meccanico aeronautico in Svizzera, ha seguito un MBA in marketing a São Paulo e un altro MBA in gestione di progetti all’UniJorge di Salvador.

Ognuno al suo ritmo

A seconda dell’avanzamento del corso, l’allievo dovrà superare regolarmente degli esami per dimostrare di aver assimilato almeno il 70% della materia. In caso d’insuccesso, dovrà ricominciare a studiare il capitolo che non padroneggia. E ciò quante volte lo desidera. «È un grande vantaggio per tutti coloro che fanno fatica», sottolinea Daniel Kunz.

Inoltre, l’allievo ha la possibilità d’interrompere ad ogni momento il suo corso per porre domande alla pedagoga Eulinela Vergne De Assis Barbosa, sempre presente nella sala dei corsi. «Si tratta di una differenza importante rispetto ai corsi a distanza, dove si è soli davanti al proprio schermo», osserva il direttore.

Evidentemente, questo tipo d’insegnamento non concerne dei corsi tecnici che richiedono una grande pratica manuale. Qui non s’imparerà, ad esempio, a diventare cuoco o meccanico. Seppur assistito da una pedagoga, l’allievo rimane seduto davanti al suo computer durante tutta la formazione. Essa si svolge sull’arco di un anno, al ritmo di due corsi alla settimana, il mattino o il pomeriggio.

Daniel Kunz, che ha insediato la sua scuola nel quartiere popolare di Brotas, a Salvador, ha optato per rette d’iscrizione che considera «modiche» [l’equivalente di 33 franchi al mese]. L’obiettivo è di permettere l’accesso a un’ampia fetta della popolazione. «Ad esempio a quegli anziani che hanno bisogno di un corso d’informatica di base e che rappresentano il 15% dei nostri allievi».

Primo impiego

Imparare non è però tutto. Affinché ciò serva a qualcosa, il console onorario ha convinto cinque suoi amici, che dirigono aziende informatiche o supermercati, a venire periodicamente nella sua scuola per selezionare gli allievi migliori. I più promettenti sono così invitati a un colloquio di lavoro, che si svolge nei locali dell’istituto, e possono vedersi offrire un posto o uno stage come cassiere, venditore, addetto alla reception, contabile, grafico o informatico. «Lo scopo principale di questi corsi è di formare i nostri allievi per un primo impiego», spiega Daniel Kunz.

«In Brasile vi sono numerosi deficit di formazione, prosegue. I miei cinque amici dirigenti d’impresa sono alla testa complessivamente di 6’000 impiegati. E deplorano di dover licenziare ogni anno circa il 30% dei loro dipendenti, poiché molti dei loro nuovi salariati non possiedono una formazione di base sufficiente».

Tuttavia, l’educazione professionale pubblica è «una priorità per lo Stato di Bahia, sia dal punto di vista degli investimenti finanziari, che da quello dell’offerta, sempre più ampia, dei corsi tecnici», afferma Almeiro Biondi Lima, sovraintendente della Formazione professionale presso il Segretariato regionale all’educazione. Ogni anno, lo Stato di Bahia offre 45’600 nuovi posti gratuiti nei corsi tecnici di livello medio, della durata di due a quattro anni, in strutture partner.

Opportunità non uguali per tutti

In questo grande paese dove le inuguaglianze rimangono enormi, molti giovani non portano a termine il loro cursus scolastico di base (6 a 14 anni) o medio (15 a 17 anni).

William Azevedo Dunnigham, professore di psichiatria sociale all’UFBA, l’Università federale di Bahia a Salvador, elenca alcune ragioni: «Molti genitori non riescono a sovvenire ai bisogni dei loro bambini in età scolastica. Nel Nordest, le ragazze rimangono spesso incinte a partire dai 15 anni e si ritrovano sole ad allevare il loro bambino. In campagna, i ragazzi aiutano i loro genitori nei lavori della fattoria. I giovani vogliono avere dei soldi rapidamente e se possibile facilmente…».

«Vi è poi tutta la storia sociale del Brasile, prosegue il professore. Una storia che non si cancella dall’oggi al domani, con una minoranza di ricchi colti, una maggioranza di poveri poco qualificati e, oggi, la crescita della classe media».

(traduzione di Daniele Mariani)

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