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Debellare l’epatite entro il 2030

In occasione della giornata mondiale contro l’epatite, che si celebra martedì, in Svizzera parte una campagna nazionale che intende debellare il virus entro il 2030. Nella Confederazione, circa 80'000 persone sono affette da epatite C e 24'000 da epatite B.

“L’epatite ha un impatto comparabile all’HIV sulla salute pubblica”, ha sottolineato lunedì Philip Brugmann, presidente del Gruppo di esperti svizzeri in epatiti virali (SEVHep), presentando la strategia.

L’epatite C può evolvere nel corso degli anni in un cirrosi o anche in un cancro al fegato. Essa è la prima causa di trapianto del fegato. Il numero di decessi dovuti all’epatite è superiore a quello delle morti causate dall’HIV, il virus dell’AIDS, rileva il SEVHep.

Almeno la metà delle persone non sa di essere affette da questo virus in mancanza di sintomi.

L’Ufficio federale della sanità pubblica ha dal canto suo comunicato lunedì che dal primo agosto l’assicurazione malattia di base rimborserà a circa 900 pazienti supplementari le spese per tre farmaci di nuova generazione. Finora questi medicamenti contro l’epatite C erano riservati esclusivamente ai pazienti affetti da una malattia a uno stadio avanzato (fibrosi di grado 3 o 4).

Intervista a Andreas Cerny, direttore dell’Epatocentro Ticino.

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