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Influenza: Berna invita a mantenere la calma

Le analisi proseguono Keystone

Malgrado l'Organizzazione mondiale della sanità abbia elevato al livello 5 il grado di allerta sull'influenza suina, la Confederazione rinuncia per ora a varare misure supplementari. L'Ufficio federale della sanità pubblica ha esortato la popolazione a non farsi prendere dal panico.

Il direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) Thomas Zeltner ha ribadito giovedì che la Svizzera ha istituito una speciale cellula incaricata di far fronte a un’eventuale pandemia.

Finora nella Confederazione è stato confermato un solo contagio dovuto al virus H1N1, mentre i casi sospetti sono saliti a 29: si tratta di persone rientrate recentemente dal Messico.

Non vi sono ulteriori motivi di preoccupazione, ha affermato Zeltner: in tutta Europa i contagi accertati sono cinque: uno in Svizzera, due in Spagna e due in Gran Bretagna.

Patrick Mathys, capo della sezione «Preparazione in caso di pandemia», ha dal canto suo spiegato che la Svizzera dispone da ieri pomeriggio di un test in grado di individuare il virus influenzale con un’affidabilità del 90%.

Primo caso in Svizzera

Il primo caso della nuova influenza è stato confermato in Svizzera dall’ospedale cantonale di Baden. Lo ha comunicato la struttura sanitaria nella notte tra mercoledì e giovedì.

Il paziente, che veniva dal Messico, era stato dimesso mercoledì pomeriggio dopo un primo test negativo del Centro nazionale influenza di Ginevra. È stato nuovamente ricoverato dopo un secondo test, questa volta positivo.

Tutte le persone che erano state in contatto con il malato sono state informate e pregate di rimanere a casa fino a nuovo ordine.

Costi supplementari

L’influenza suina, qualora si trasformasse in pandemia, causerà in Svizzera costi sanitari supplementari calcolati in almeno 300 milioni di franchi. Paul Rhyn, portavoce di Santéuisse – l’organizzazione delle casse malattia – ha indicato giovedì che il virus potrebbe comportare un aumento dei premi assicurativi di circa il 2%, quota che andrebbe ad aggiungersi all’incremento del 10% già preannunciato per il prossimo anno.

Rhyn ha spiegato che le sue previsioni si basano su uno studio svolto dall’UFSP nel 2003: in quell’occasione era stato calcolato che una pandemia influenzale avrebbe provocato oneri per 405 milioni di franchi, 300 milioni in più di una normale influenza stagionale.

Nel computo sono compresi i costi di consulenze mediche, ricoveri in ospedale, vaccinazioni e farmaci antivirali. La cifra non tiene invece conto dei costi indiretti riguardanti la produttività economica, stimati in quasi due miliardi di franchi.

Grado di allerta cinque

L’OMS ha intanto elevato da quattro a cinque, su una scala di sei, il livello di allerta sul rischio di pandemia per l’influenza da suini.

Lo ha annunciato la direttrice generale dell’OMS Margaret Chan in una conferenza stampa a Ginevra. La fase cinque è caratterizzata dalla diffusione del virus da uomo a uomo in modo sostenuto in almeno due paesi – in questo caso Messico e Stati Uniti.

“Tutti i Paesi devono immediatamente attivare i loro piani di preparazione alla malattia. È un segnale ai governi e ai ministri, all’industria farmaceutica ed al mondo economico che determinate azioni devono essere intraprese adesso e ad un ritmo accelerato”, ha affermato Chan.

In questa fase – ha aggiunto – le misure “efficaci ed essenziali” includono l’aumento della sorveglianza, la rapida identificazione e trattamento dei casi ed il controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie.

Ricerca del vaccino

Margaret Chan ha inoltre esortato le ditte farmaceutiche ad incrementare la produzione di antivirali, affermando che il mondo potrebbe averne veramente bisogno.

L’OMS ha già contattato le compagnie farmaceutiche per valutare le possibilità di giungere in tempi brevi alla produzione di un vaccino. Per la fabbricazione, avevano fatto sapere i grandi laboratori farmaceutici nei giorni scorsi, occorrono 5-6 mesi.

La svizzera Novartis ha annunciato di avere ricevuto il codice genetico del nuovo ceppo del virus. Ciò consentirà al gigante farmaceutico, che spera di ottenere presto un campione del virus, di valutare le possibilità di produzione.

Il gruppo farmaceutico basilese Roche si è dal canto detto pronto ad aumentare le sue capacità produttive dell’anti-influenzale Tamiflu, nel caso vi fosse una richiesta concreta in questo senso da parte di organizzazioni o Stati.

Roche ha precisato di essere in grado di aumentare la produzione di Tamiflu a 400 milioni di dosi all’anno.

Pronti per la pandemia

Secondo Margaret Chan, il mondo non è mai stato così pronto, come ora, ad affrontare una pandemia di influenza: “Le misure adottate per fronteggiare il virus dell’influenza aviaria sono state un investimento”.

L’organizzazione internazionale ha tuttavia ribadito con forza che non raccomanda né la chiusura delle frontiere, né restrizioni dei viaggi internazionali.

L’importante, ribadisce l’OMS, è restare “calmi e razionali”. I virus dell’influenza sono “imprevedibili” e non si può escludere che il virus risulti lieve, ma potrebbe succedere anche l’opposto.

swissinfo e agenzie

Per rispondere alle domande dei cittadini, le autorità sanitarie della Confederazione hanno messo in funzione un’apposita linea telefonica.

Chi desidera informazioni e consigli può telefonare al numero
++41(0)31 322 21 00 dalle ore 09:00 alle 18:00 nei giorni feriali.

Il servizio è gestito dal Centro svizzera di telemedicina, in accordo con l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).

Ragguagli sono pure disponibili sul sito dell’UFSP, all’indirizzo
http://www.bag.admin.ch/pandemie/index.html?lang=it

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