Un numero crescente di ebrei non si identifica più con le norme religiose delle comunità tradizionali ortodosse e i matrimoni misti con persone di un'altra religione sono in aumento. È quanto emerge da uno studio del Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica pubblicato martedì.
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Fino alla metà del XX secolo, in Svizzera vivevano solo comunità ortodosse, caratterizzata da una forte coesione. Dagli anni ’60 ad oggi, però, sempre più persone di religione ebraica (complessivamente in Svizzera vivono circa 18’000 ebrei) si sono allontanate da queste comunità, formando delle collettività più liberali.
Alla base di questa mutazione vi sono soprattutto i matrimoni misti, rilevano i ricercatori, che oggi superano il 50%. “La maggior parte dei rabbini ortodossi integrava le spose e i bambini non ebrei in maniera molto restrittiva”, spiega lo storico Daniel Gerson. Di conseguenza, molte persone in questa situazione hanno scelto di rompere con la loro comunità.
La nascita di nuove collettività è stata favorita anche da altri fattori, si sottolinea nello studio. Ad esempio, molti ebrei non hanno più voluto accettare le pretese finanziarie e l’investimento di tempo richiesto dalle comunità religiose o hanno rimesso in discussione l’autorità dei rabbini.
Secondo i ricercatori, questo avvicinamento verso la società non ebraica costituisce un segno di piena integrazione. D’altro canto, però, minaccia la perennità delle comunità ebraiche tradizionali. Inoltre, parte delle comunità ortodosse percepiscono questa apertura verso la società come un pericolo e reagiscono richiudendosi su sé stesse. Negli ultimi anni, ad esempio, sono state aperte delle scuole ebraiche finanziate da fondi privati, nelle quali viene accordata una grande importanza all’insegnamento religioso. Una volta finita la scuola, però, i giovani hanno difficoltà ad integrarsi nel mondo del lavoro e non di rado le famiglie ultraortodosse “si ritrovano dipendenti da un aiuto privato o statale”.
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