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Le coppie svizzere si sposano spesso poco prima di un figlio

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Il tasso di natalità fuori dal matrimonio è in aumento in Svizzera, anche se continua ad essere ben inferiore alla media dell’Unione Europea. Molte coppie decidono di sposarsi quando è in arrivo un bambino, soprattutto per garantire al padre più diritti. Le cose potrebbero però presto cambiare anche per chi sceglie di non sposarsi.

Heinz Stoller e Ariane Senn si sono sposati in agosto. Il loro bebè arriverà in ottobre. Nella loro casa nei dintorni di Berna, ci spiegano che la decisione di convolare a nozze è stata accolta con gioia dalle rispettive famiglie.

Ma prima avevano soppesato con attenzione i pro e i contro. Per Heinz Stoller, l’aspetto più importante era di assicurare la protezione della sua compagna in caso di problemi e di garantirsi le migliori condizioni possibili per quanto concerne il diritto di visita, nel caso in cui la loro relazione naufragasse. «In ogni caso, è molto più semplice sposarsi quando c’è un bambino in arrivo», conclude Ariane Senn.

Da una statistica pubblicata quest’estate, emerge che le nascite fuori del matrimonio hanno raggiunto il 20,2% nel 2012 in Svizzera, circa la metà della media dell’Unione Europea (39%).

Nei paesi scandinavi o in Francia, il tasso raggiunge addirittura il 50%. Tra i paesi che confinano con la Svizzera, solo in Italia vi è una proporzione simile (23%).

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Tradizione e politica

«Penso che sia dovuto soprattutto al contesto politico. Le nascite fuori dal matrimonio non sono ben viste, o in ogni caso sono poco incoraggiate», spiega Sebastian Kluesener, della Società Max Planck, un ente pubblico tedesco di ricerca scientifica che nel 2012 ha pubblicato uno studio europeo sul tema.

«Ad esempio, se il padre vuole che suo figlio porti il suo cognome, deve seguire una procedura fastidiosa. Molte persone si sposano quindi proprio prima della nascita del bebè, per evitare la burocrazia».

Sebastian Kluesener precisa che in paesi come la Francia, i padri hanno maggiori diritti. La Svizzera è invece rimasta piuttosto conservatrice in quest’ambito e i padri che vogliono ottenere l’affidamento congiunto (la madre lo riceve automaticamente) devono affrontare numerose lungaggini burocratiche.

I concubini devono anche indirizzare espressamente una richiesta alle autorità affinché l’uomo possa trasmettere il suo cognome al bambino. In caso contrario, a prevalere automaticamente è il cognome della madre.

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Gli uomini esclusi?

Alcuni padri non sposati sono ben consapevoli che i loro diritti possono essere limitati, osserva dal canto suo Jean-Marie Goff, professore di sociologia all’Università di Losanna.

Autore di uno studio sui bambini nati fuori dal matrimonio in Svizzera, Goff ha constatato, intervistando delle coppie, che gli uomini si preoccupano quando devono avviare procedure amministrative e, a un livello più emotivo, sono turbati dal fatto che il bambino non abbia il loro cognome. «Gli uomini hanno l’impressione di essere esclusi e che la loro stirpe si estingue», spiega il sociologo.

Per queste ragioni, sono spesso gli uomini a far pressione per il matrimonio quando il primo bambino è in arrivo, aggiunge.

Se si analizzano gli annunci di matrimonio, come la pagina «Giovani sposi» della NZZ am Sonntag, si può constatare che la sposa è spesso incinta o giovane madre.

Markus Theunert, portavoce dell’associazione di padri maenner.ch, sottolinea che malgrado un matrimonio su due si concluda con un divorzio, molte persone credono ancora all’ideale del grande amore e il matrimonio è il miglior modo per concretizzarlo. «La situazione legale è però anche una motivo valido, poiché i padri non sposati sono chiaramente svantaggiati rispetto a quelli sposati», spiega.

«L’affidamento è sempre assegnato alla madre. Se per una ragione qualsiasi non vuole cooperare, ciò significa che il padre deve versare una pensione, ma nel migliore dei casi può vedere suo figlio solo un fine settimana su due».

Una questione di generazione

Ci sono però dei segnali di cambiamento. Anche se la percentuale in Svizzera resta bassa, il 2012 è stato il primo anno in cui le nascite fuori dal matrimonio hanno superato il 20%. Tra il 2011 e il 2012, vi è stato un aumento del 6,2% e in dieci anni la proporzione è quasi raddoppiata, stando all’Ufficio federale di statistica.

Secondo gli specialisti, avere un bambino senza essere sposati non è ormai più un tabù. Un altro dato che corrobora questo cambiamento di tendenza è il tasso piuttosto elevato di persone che vivono in concubinato.

Nicole Gerber e Christoph Balsiger, di Berna, hanno una bambina di sei mesi. «Ci conosciamo da tanto tempo ma siamo andati a vivere assieme solo poco prima della mia gravidanza. Abbiamo discusso di matrimonio e ci siamo detti: ‘bene, forse sarà per più tardi’. Non c’è bisogno di compiere questo atto per essere felici», dichiara Nicole Gerber, secondo cui si tratta anche di una questione generazionale.

La coppia ha trovato le pratiche amministrative per l’affidamento congiunto non così pesanti. Per espletarle c’è voluta mezz’ora.

Nel 1976, la legge federale sui diritti del bambino è stata modificata per accordare pari diritti ai bambini di genitori sposati e non, in particolare per quanto concerne lo statuto e l’eredità, ma non per l’autorità parentale. Questa è condivisa quando i genitori sono sposati, mentre se non sono coniugati è automaticamente assegnata alla madre.

Nel 2000, la legge sul divorzio è stata modificata per permettere ai genitori divorziati o non sposati di esercitare congiuntamente l’autorità parentale e di mettersi d’accordo sulla partecipazione nel mantenimento del bambino. Se i genitori divorziati non domandano l’affidamento congiunto, l’autorità parentale è attribuita a un solo genitore.

Il Codice civile svizzero è attualmente in fase di revisione affinché l’autorità parentale congiunta costituisca la regola, indipendentemente dallo stato civile dei genitori. Essa continuerà ad essere assegnata a un solo genitore solo nel caso in cui la protezione degli interessi del bambino lo esiga (malattia, violenza o assenza). La revisione prevede delle modifiche anche per la presa a carico e i costi di mantenimento del bambino.

Fonte: Dipartimento federale di giustizia e polizia

Cambiamenti in vista

Presto la situazione potrebbe cambiare anche sul piano legale. In giugno, il parlamento svizzero ha approvato una legge che accorda automaticamente l’affidamento congiunto ai due genitori, indipendentemente dal loro stato civile (celibi, nubili, sposati o divorziati).

Secondo il Dipartimento federale di giustizia e polizia, l’obiettivo di questo cambiamento è prima di tutto di assicurare il benessere del bambino. «Il bambino ha il diritto di avere dei genitori che si prendano assieme la responsabilità del suo sviluppo e della sua educazione, anche se sono divorziati o non coniugati, precisa. L’affidamento congiunto sarà rifiutato solo se gli interessi del bambino lo esigono».

Contro la legge può essere presentato un referendum, che dovrà essere depositato entro il 10 ottobre. Finora, il ministero non ha ancora informazioni in questo senso. È quindi probabile che la legge potrà entrare in vigore al più presto a partire dal primo gennaio 2014.

  • Grecia 7,4% (2011)
  • Svizzera 20,2 (2012)
  • Italia 23,4 (2011)
  • Germania 34,1 (2012)
  • Spagna 35,5 (2012)
  • Media UE 39,5 (2011)
  • Austria 41,5 (2012)
  • Regno Unito 47,6 (2012)
  • Svezia 54,5 (2012)
  • Francia 55,8 (2011)
  • Norvegia 56,5 (2012)

Fonti: Eurostat, Ufficio federale di statistica

(Traduzione di Daniele Mariani)

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